domenica 10 aprile 2011

"Virginia Woolf e il giardino bianco" di Stephanie Barron

Il 28 marzo del 1941, Virginia Woolf -autrice de 'La signora Dalloway', 'Gita al faro', 'Orlando' solo per citare alcune delle sue opere- si riempì le tasche di sassi e si annegò nel fiume Ouse, non lontano da casa. Lasciò uno struggente addio al marito e scomparve. Il cadavere venne ritrovato a distanza di alcune settimane. Le sue ceneri seppellite sotto un olmo a Monk's House, a Rodmell nel Sussex. Intorno alla figura della scrittrice, della saggista, della brillante quanto inquieta attivista inglese al centro del Bloomsbury Group e figura di rilievo nell'ambiente letterario londinese studiosi di mezzo mondo si affannano a ritrovare un suo scritto, qualcosa che spieghi il suo gesto, la vita scossa da ripetute crisi depressive, qualcosa che getti luce sulla sua poetica surreale, intensa, totalizzante, straziante riflesso di un animo tormentato.
E se Virginia Woolf non si fosse tolta la vita quel 28 marzo del 1941? Se un quadernino rinvenuto per caso da un architetto del paesaggio nel capanno degli attrezzi di Sissinghurst Castle dimora della scrittrice Vita Sackville-West lasciasse pensare che il 29 marzo Virginia fosse in vita? Se nelle pagine di un suo libro fosse nascosto un segreto pericoloso per la sua vita e per il destino della nazione inglese? E se Virginia fosse stata costretta a fuggire dalla casa della sua amica Vita, rinunciare alla pace di quel giardino bianco che andava ideando e se solo un giovane giardiniere le avesse teso la mano ricacciando in fondo al cuore il dramma di una notte di primavera alimentando per più di sessant'anni i sensi di colpa fino a portarlo al suicidio?
Parole struggenti vergate nella disperazione di un momento, un giardino bellissimo, un silenzio rotto dopo decenni, un mistero intrigante e una giovane donna americana capitata per caso in un affaire storico letterario più grande di lei, e l'amore.. per caso.
La Barron ha la capacità di rendere al meglio le atmosfere storiche, si destreggia con realismo al cospetto di una figura imponente quale la Woolf e conquista il lettore con una suspence tenuta alta di pagina in pagina.

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