sabato 5 dicembre 2020

"I pesci non esistono" di Lulu Miller

Lulu è solo una bambina quando chiede al padre che senso abbia la vita.

La risposta, “nessuno”, la spingerà a fare di tutto per contestarlo, ripudiare parole che hanno il senso di qualcosa di inoppugnabile, irrevocabile. Non può semplicemente essere lasciato tutto al caos che irrompe e distrugge la vita degli uomini, non ci si può arrendere al concetto che non serva a nulla opporsi, reagire agli incidenti, gli imprevisti che costellano l’esistenza. E allora quando Lulu si imbatte nella vita di David Starr Jordan tutto sembra cambiare. Impossibile non riacquistare fiducia al cospetto di una figura leggendaria per il mondo scientifico internazionale, capace di partire da un piccolo paese della provincia americana a metà dell’Ottocento per diventare tra i più noti tassonomisti del mondo, scienziato, esploratore, pedagogista, docente universitario, il primo preside della Stanford University, capace di forza e resilienza non comuni.

“Una volta che la disavventura è passata smetto di preoccuparmene”, così alla morte della moglie, così al cospetto del terremoto che nel 1906 distrusse buona parte della sua collezione di esemplari sotto vetro, migliaia e migliaia di pesci catalogati in viaggi su mari in tempesta, in condizioni di viaggio estreme, così alla perdita dell’amata figlia che sentiva così simile a lui.

David Starr Jordan manteneva saldi i nervi e semplicemente ricominciava. Ricominciava a viaggiare, aveva recuperato con pazienza i pesci sbrindellati sul pavimento della Stanford, si occupava di tutti i dettagli, osservava tutto il mondo circostante e catalogava, sempre, come aveva fatto sin da piccolo, quando con il naso all’insù guardava le stelle o disegnava le mappe, quello l’aveva salvato dal dolore che l’aveva colpito alla perdita dell’amato fratello maggiore, morto nella guerra di secessione. Avere qualcosa da osservare, codificare, dare un nome a quello che non l’aveva.

Ma bastava questo a fare ordine anche nella vita delle persone? A placare la rabbia, il dolore? A dare forma al vuoto che spesso travolgeva una persona. Era accaduto a Lulu di sentirsi spaesata, persa a un tratto della sua giovane vita, non sapere cosa fare, guardarsi intorno e sentirsi impotente, fragile, non essere in grado di perdonare i propri errori.

Coraggio, determinazione, un progetto fermo. Questo sembrava aver riempito ogni giorno la vita di Jordan, che aveva ricostruito una famiglia, ripreso a studiare, viaggiare, porsi obiettivi.

Operosità, costruzione di un sé fiducioso, una prospettiva decisa, obiettivi a stretto termine, la certezza del successo, questo propugnava Jordan, e dopo di lui nel ‘900 molti hanno teorizzato la concretezza della proiezione positiva di un sé egotico, ma funzionava davvero? E soprattutto Jordan era davvero la persona che diceva di essere, un modello a cui tendere?

Nella sua ossessione su Jordan, Lulu si imbatte in un uomo deciso a tutto pur di mantenere il potere, finanche – sospetta qualcuno – l’omicidio della donna che aveva patrocinato il suo successo. Un uomo che osteggiava apertamente chi metteva in dubbio i suoi metodi, invidioso, fino a tarda età compiaciuto della sua fama, e che aveva sposato idee sempre più estreme, su tutte l’eugenetica.

E’ leggendo delle idee orribili in cui Jordan credeva e divulgava: la sterilizzazione forzata di individui ritenuti inadatti a vivere in società, che Lulu riflette sul caos personale che ha travolto la sua vita al punto di rimettere tutto in discussione, ripensare alle parole del padre, alla sua infanzia, a Darwin, spesso così frainteso. “Non può mai esserci un solo modo di catalogare gli organismi della natura”, perché in “ogni organismo che osserviamo risiede una complessità che non capiremo mai”.

Eh sì.. “gli esseri umani sono importanti, su piani più tangibili e concreti, per il pianeta, la società, gli uni per gli altri”. E che in fondo non vi sono certezze di quello che stiamo guardando, quindi può capitare di tutto, anche qualcosa di buono. Cosa avrebbe detto David Starr Jordan se qualcuno avesse alfine asserito che i pesci non esistono? Che tutto quello che lui aveva codificato semplicemente, un secolo dopo, i cladisti l’avrebbero messo in discussione?

Lulu Miller fa ordine nella sua vita: Jordan non è più il mito della sua infanzia, i pesci non esistono, e sì “ se riesci a vedere oltre i limiti dei risultati che vuoi ottenere, ti aspetta qualcosa di migliore”.

Biografia, saggio, romanzo, “I pesci non esistono” è una sorpresa. Un libro che fa riflettere, che scava a fondo nella vita della protagonista che ritroviamo per certi versi in noi. Un libro a tratti persino molto divertente, e illuminante per comprendere la società americana [anche attuale] e per converso il mondo intero. E’ più facile fermarsi alla superficie delle cose che impegnarsi nella complessità dei singoli.

Un libro illuminante.