Ma l'estate è appena cominciata, è un tempo dilatato, dove tutto può accadere. E accade.. accade all'improvviso che uno dopo l'altro i compagni di classe di Hannah si ammalino e muoiano. Si ignora l'origine della malattia, ma la comunità è atterrita. Non riesce a venirne a capo. Non vuole credere che degli innocenti muoiano l'uno dopo l'altro senza che nulla si possa fare. I genitori di Hannah pregano. Lei invece, è lì che cerca di capire perché i suoi compagni la cerchino per raccontarle della loro morte. Prepararla? Intimorirla? Lei che è stata ombra silente, quasi emarginata nella classe adesso riceve le confidenze degli scomparsi, lei sola sembra non ammalarsi e scopre la fonte del contagio che ha colpito tutti, salvo esporvisi per un macabro scherzo del destino. Adesso sì che sarà come gli altri, condividerà il loro stesso martirio e vivrà il loro mondo, un luogo simile al loro paese dove non ci sono regole, orari, limiti.
Insofferente alle pressioni dei membri della chiesa, dei genitori che tutto tentano per preservarla, complice dell'anziano nonno che la vuole libera di essere come tutti gli altri bambini, Hannah vedrà la gente del suo paese confrontarsi con le proprie mancanze, bisogni, con le parole non dette, i giudizi e i pregiudizi, gli sguardi che parlano, le mani giunte prima di segnarsi il capo, e indicare il vicino. Hannah si ammalerà e accetterà che il giorno del giudizio la liberi dall'oscurità che la circonda, e faccia lo stesso con i suoi concittadini, perché solo quando si sta per perdere tutto, l'essenziale salta agli occhi.
Un romanzo di lucida intensità, un personaggio -Hannah- che resta nel cuore del lettore, una scrittura evocativa che convince, e fa riflettere.
La Carson è una narratrice notevole che indaga l'animo umano con tenacia, poetica e un filo di torbida inquietudine.