venerdì 25 aprile 2014

"L'artista" di Gabriele Romagnoli

"Era da sempre l'unico invitato a viso scoperto di un ballo in maschera e guardava l'orologio in attesa del momento in cui tutti sarebbero tornati, come lui, sé stessi".
Lo chiamano l'Artista, ma pochi conoscono il suo nome e nessuno se quel che fa sia magia o abilità. L'Artista sembra essere un uomo senza tempo, eppure legge il pensiero, sembra prevedere il futuro, fors'anche raggirare la morte, di certo sa salvare. La vita, al sedicenne Remo Gualandi in un paesino di campagna sul finire della seconda guerra mondiale, rubandolo all'esecuzione dei nazisti. In cambio però Remo sa di aver perso l'unico vero amore della sua vita, Marta. E non se ne darà pace.
Rimpiangerà per sempre quel sacrificio non richiesto, sfiderà il destino sparando al suo aguzzino, credendo così di pareggiare i conti ma sarà un inganno.
Il destino tornerà a reclamare pegno, e con lui l'Artista a salvarlo ancora o forse no? Se è vero che dove lui c'è dolore, c'è la morte.. e un tributo alto da pagare, nuovamente chi si ama.
Ma forse è tutto un inganno o l'ennesimo mistero di un uomo che recita un copione scritto da altri, da chi ignora quel che da sempre si sa: "Ogni vita è straordinaria: basta ammetterne la possibilità. C'è sempre una via per la salvezza: è nella responsabilità". Questo ha fatto l'Artista: ha avuto cura, responsabilità verso le persone che hanno segnato la propria vita, restituendo quanto ricevuto. Perché "L'amore non è abbastanza se non dà salvezza. L'amore lo bestemmi quando non basta a salvare chi ami. Diventa soltanto uno scrigno vuoto, dentro una cassetta di sicurezza: apri e riapri per scoprire che non è rimasto niente". Non c'è mistero alcuno se non la semplicità del perdono. Una lezione di vita che giungerà in tempo a restituire pace a un padre e a suo figlio, tempo per la straordinarietà della lezione più umile e vera: la possibilità del fare, la gioiosa grandiosità di scegliere quello che vogliamo essere.

Il romanzo di Romagnoli, restituito al pubblico in una nuova veste editoriale, regala tutta la magia di una storia scritta bene. Le parole costruiscono sensazioni, evocano sentimenti, intrecciano accadimenti. Una lezione di vita che il lettore percepisce pagina dopo pagina, che pure accartoccia lo stesso il cuore in momenti di dolorosa pietas e gioia ritrovata, speranza e smarrimento. Nel racconto di Romagnoli c'è un piccolo mondo antico, generazioni a formarsi su dolori mai spiegati, segreti taciuti, colpe inesistenti ma volutamente macerate nell'incapacità di accettare la storia prima ancora che gli accadimenti familiari che a volte tutto stritolano. Partigiani e rivoltosi, guerre reali e battaglie di piazza, cuori in rivolta, e la necessità impellente di sapere e lasciarsi andare: "con la precisa intenzione di fare quello che feci, che non aveva senso ma lo feci, perché ogni tanto si può intuire invece di ragionare, scegliere l'incredibile e fare ammenda alla propria storia sprecata dicendo che sì, può essere, tutto può essere, anche quello che abbiamo escluso fino a quel momento, precludendosi la gioia". Un romanzo quello di Romagnoli di vibrante e reale bellezza. Una di quelle storie che appartengono al lettore, da sempre, per sempre.

domenica 20 aprile 2014

"Dieci dicembre" di George Saunders

"L'amore è quando uno ti piace com'è e in più fai delle cose per aiutare a migliorarlo".
Mettete un narratore fuori dal comune, mettete dieci piccole storie di umana cortesia e follia, mettete uno stile spiazzante e intessuto di emozioni, mettete la descrizione delle miserie e delle grandezze tutte dell'animo umano, mettete i sogni più semplici e i desideri più arditi, e ancora la conflittualità tra pensiero e fare, tra sconcertante, irriverente contestazione delle regole e l'agire spasmodico e necessario per la conservazione della vita stessa, per il raggiungimento della felicità, il superamento delle difficoltà quotidiane, le asperità smussate della volontà in essere; mettete tutto questo e molto di più e avrete una vaga idea della scrittura iperbolica, a tratti surreale, ma vivace e intensa dell'americano George Saunders.
I suoi personaggi sono fortemente disturbanti, esilaranti e vivi, le sue storie con una soggettiva narrante a tratti persino spiazzante sono pensanti e autentici, ma imbevuti di una tragica umanità che accalora: "Il bambino si accostò alla recinzione. Se avesse potuto dirgli, solo con uno sguardo: Non è detto che sarà sempre così. All'improvviso la tua vita potrebbe diventare stupenda. Può succedere. A me è successo". Impossibile restare indifferenti. 
Trai più apprezzati autori americani contemporanei Saunders segue la linea di rottura nella letteratura moderna già segnata dal coetaneo Percival Everett, grandiosamente immaginifico: una scrittura capace di evidenziare le brutali contraddizioni del mondo lasciando rilucere preziosi atti di singolare gentilezza.


sabato 12 aprile 2014

"Non volare via" di Sara Rattaro

"Gli eroi sono le persone che fanno le cose quando devono essere fatte, incuranti delle conseguenze".
Alberto osserva gli eroi che ha intorno da anni: sua moglie Sandra, sua figlia Alice. Vorrebbe somigliare loro, ma non sempre gli riesce, se mai combina guai, rischia di spezzare il legame più importante, quel nucleo familiare forte e coraggioso che ruota intorno al piccolo Matteo, audioleso. Un figlio così amato, speciale, che ha fatto della diversità un'occasione per rivelare l'incanto della sensibilità, dell'attenzione al prossimo, di più se quel prossimo è il padre incasinato dall'amore di gioventù che ricompare imprevisto nella sua vita. Si assolve Alberto, dalle mancanze, dai silenzi, dalle bugie. Si assolve e si aspetta il perdono quando viene scoperta la sua fedeltà. Perché Sandra non può spezzare il cerchio magico della famiglia, né colpevolizzarsi come donna ma capisce, di più si immedesima quando capita a lei di innamorarsi di un altro, all'improvviso.. amata, amante e non più madre, moglie. Di mezzo, straordinariamente presente, a bilanciare le intemperanze emotive e sentimentali dei genitori, a governare il tempo e reclamare attenzione per Matteo, lei Alice, precocemente adulta. Spazi, bisogni, regole, rispetto dei ruoli questo chiedono tutti, minori ed adulti e soprattutto comprensione, capacità di leggere nel cuore dell'altro.
Incapaci di lasciarsi forse per Matteo, Alberto e Sandra proveranno a vivere i loro nuovi amori solo per scoprire di appartenersi davvero, di "essere" in quanto reciprocamente amati. Finalmente davvero liberi di accettare gli ostacoli della vita improvvisamente lucide occasioni per vivere a pieno la libertà e l'amore, perché "L'amore ha tanti difetti ma non ammette distrazioni perché non riesce a perdonarle. Non è vero che non sai dove si trova chi ami, che qualunque cosa dica o faccia per te è lo stesso, e non è vero che basta una piccola evasione per farti credere  che sia tutto a posto. L'amore è un respiro che ti soffoca, un nome che non riesci a smettere di ripetere, la pioggia sotto il sole, un silenzio che non può zittire, una corsa per la vittoria, una cosa che non riconoscerai più, una pagina strappata o semplicemente qualcosa che ti dà il tormento. Ma per quanto la nostra passione bruci e la nostra ragione si sia persa in un luogo oscuro, l'amore è sempre una scelta".
Un romanzo coinvolgente, di sentimenti e passioni, di cadute e ostinazione nel rimettersi in piedi, occasione per guardarsi dentro e fare delle proprie fragilità, delle umane debolezze opportunità per crescere, per spezzare il disincanto delle illusioni perdute a fronte delle concrete realtà, così belle da illuminare il destino più buio.

sabato 5 aprile 2014

"La felicità è un battito d'ali" di Wendy Wallace

"Mi avete dimostrato che solo la volontà di Dio può distruggermi. Non mi hanno distrutta i vostri farmaci, il trattamento della sedia, le docce fredde, le porte chiuse a chiave, le miserabili crudeltà. Non mi uccideranno né la lama di un un rasoio né l'isolamento né le bastonate. Né la noia né la disperazione. Mi ucciderete soltanto assassinandomi".
Seconda metà dell'Ottocento. Lake House, a pochi chilometri da Londra nasconde un segreto. Quello che la gente desidera dimenticare: la diversità, l'insolenza della ribellione, forse la malattia di alcune donne. Semplicemente la difficoltà che può cogliere l'animo turbato di chi improvvisamente si vede estromesso da un affetto, provato da un lutto, spossato da un rifiuto. Malattie nervose spesso inesistenti per giustificare l'allontanamento, per tacitare scelte inappropriate, di rado tutelare chi sta male. Di certo un istituto psichiatrico per donne della buona società come vuol essere Lake House brutalmente guidato da Querios Abse non è il luogo per la giovane Anna Palmer, ivi condotta con l'inganno dal marito, un reverendo deciso a tutto per sbarazzarsi della moglie. La colpa che si attribuisce ad Anna sta nell'avventatezza di aver lasciato il marito per soccorrere i superstiti di un naufragio, e tra loro uno in particolare: un ragazzino sognato a lungo.
Il mare per Anna era stato sin dall'infanzia luogo di vita, il vicino rumoroso a cui rivolgere lo sguardo ma anche il letto di morte del padre marinaio. "Il mare era terribile. Il mare esigeva il suo tributo. Inghiottiva quello che gli spettava, quello che gli doveva". Era stato così anche per la famiglia di Anna, sconvolta da quella perdita, condizionandola al punto da cercare altrove, in un marito l'occasione di fuga. Era stato un inganno, ma non l'aveva capito, non in tempo utile per sfuggire a quel luogo di tormento che si sarebbe rivelato Lake House, tra inquisitori, aguzzini e anime tormentate, tutte meritevoli di una seconda occasione nella vita, tutte bisognose di libertà.
Non era bastato cercare l'aiuto del dottor Lucas e della sua idea di usare la fotografia per migliorare la diagnosi delle malattie nervose, nemmeno tentare una rocambolesca fuga con la giovanissima Emmeline figlia degli Abse, né cercar rifugio nella casa della sorella Louise. Anna era tornata indietro per dovere, per tutelare Emmeline ammalata, e forse se stessa benché lì "la stessero disfacendo come si fa con un lavoro a maglia". Anna aveva capito che doveva resistere, sopravvivere.. perché sarebbe uscita dalle mura di Lake House.
Sarebbe stato così, Anna era sopravvissuta ad agghiaccianti torture, trovando conforto nelle anime sfinite e pure che condividevano con lei la pena in quel luogo di reclusione, riconosciute come bisognose di cure più di lei. E a dispetto della follia e del dolore che traspirava da ogni angolo di quella magione oscura aveva trovato coraggio in se stessa, lucidità per cogliere l'assoluta atrocità e ingiustizia di una società che non riconosceva dignità e diritto alcuno alle donne, e la determinazione a liberarsi, emanciparsi come persona, rivelando al mondo la sua verità e tutto l'orrore che quei luoghi di mortificazione e non di cura celavano.
Finalmente libera, dal suo stesso passato, da un marito sconosciuto e prevaricatore, Anna Palmer aveva riconosciuto a se stessa la possibilità di essere padrona della sua vita, conscia che "la felicità è un battito d'ali".
Un romanzo intenso, una carezza dolorosa al cuore, la fotografia di un tempo non molto lontano in cui le donne venivano tacciate di isteria e malattie nervose solo per costringerle al silenzio. La coraggiosa storia di una donna decisa a riprendersi la sua vita. Una scrittura emozionale e ruvida che mortifica la scienza ed esalta i sentimenti e la volontà del carattere.