domenica 23 settembre 2018

"La vita davanti a sé" di Romain Gary

Momò è un ragazzino senza età e senza identità certa. Vive in un appartamento della periferia francese, nella banlieu parigina di varia umanità, assieme ad altri bambini parcheggiati lì da mamme prostitute. Incidenti di percorso amati spesso abbandonati ad una morte sociale, e non solo. La loro mamma in affitto è madame Rose, una ebrea sopravvissuta ad Auschwitz, ex prostituta, in là con gli anni, sfiorita nella bellezza, malata e assai stramba eppure quanto di più vicino ad una madre per Momò che non avrà cuore di abbandonarla neppure in punto di morte. Cresciuto per strada tra una umanità di gente ai margini, stranieri, artisti di strada, prostitute, scarti di vite già vissute, che a dispetto delle apparenze riservano a Momò affetto, sostegno, educazione. Il travestito Madame Lola, il vecchio venditore di tappeti cieco Hamil che cita Victor Hugo, i fratelli Zaoum facchini dal cuore d'oro, il dottor Katz al servizio dei diseredati e tutti i vicini di casa uniti nella sofferenza come nella gioia e pronti a sostenersi nel momento del bisogno.
Il racconto di un amore materno sui generis in un tempo non lontano. Una storia raccontata da un bambino costretto a crescere in fretta, che porta negli occhi e nel cuore innocenza, amore, rabbia. In cerca di attenzioni e cure, con un ombrello rivestito di stracci come amico di avventure.
Una storia di autenticità di sentimenti. Un romanzo che spiega con struggente arrendevolezza dei sogni che diventano incubi quando invecchiano perché "il tempo viene lentamente dal deserto con le sue carovane di cammelli e non ha fretta perché trasporta l'eternità".
Uno dei romanzi più conosciuti di Emile Ajar alias Romain Gary tra le personalità più complesse del panorama intellettuale francese degli anni sessanta e settanta la cui vita merita un racconto a sé.