domenica 15 gennaio 2017

"Gilgi, una di noi" di Irmgard Keun

Merito all'Orma Editore per aver pubblicato un libro di straordinaria intensità quale 'Gilgi, una di noi'. Censurata nel 1931 in Germania, tra i libri messi al rogo nel 1933 dai nazisti, l'opera della Irmgard Keun torna nella sua interezza al lettore ed è con un sussulto dell'anima che pagina dopo pagina la narrazione si fa concreta e Gilgi, la protagonista della storia, diventa davvero "una di noi".
Fa la sua comparsa sulla scena come una indomita ragazzina determinata ad avere successo, metodica, piena di certezze e poco avvezza a perder tempo. Decisa ad essere indipendente, studia, lavora, si cuce da sola gli abiti, ha un suo stile e una sua personale morale. Nella Germania travolta dalla crisi del primo dopoguerra e scossa dai conflitti sociali e politici - i nazisti sono a un passo dal prendere il potere - Gilgi va dritta per la sua strada fino a che la sua granitica volontà viene spazzata via dall'amore. Inatteso, indesiderato ma impossibile da respingere, e l'amore ha un volto, un nome: Martin. Quanto di più diverso da lei: un girovago scrittore squattrinato che vive di una piccolissima rendita ben al di sopra delle proprie possibilità e che non si interroga mai del domani. Ordine contro disordine. Ma l'amore può tutto, anche travolgere chi è abituato a considerare la vita come un registro contabile: entrate, uscite.  La crisi economica incalza. Gilgi perde il lavoro e non ne cerca un altro, vive come fa Martin, lasciando che le giornate volino via poco più che oziando. Ma per Gilgi i rimorsi della coscienza divorano l'io. È troppo. Mischiarsi alla folla di indolenti e rassegnati che sopravvivono con il sussidio quando si sa di avere la forza di conquistare il mondo corrode l'amore che la lega a Martin. Una gravidanza inattesa e l'incontro con un ex fidanzato schiacciato dai debiti e condannato all'infelicità la costringono a reagire, riprendere in mano la sua vita. Non sarà mai davvero felice se non torna a far parte del suo operoso mondo, se non sente di far qualcosa di utile per la società. E pazienza se dovrà rinunciare a Martin. L'amore aspetterà il suo turno: prima la coscienza, la rettitudine.
La Keun scrive un libro che letto oggi sembra di un'attualità sconvolgente. Descrive la crisi della società tedesca degli anni '20 lasciando presagire il clima di disperazione in cui si anniderà il verme del nazismo. Scava nell'animo della protagonista rendendola così umana. Spensierata e spudorata nei suoi primi convincimenti; persa e spaurita quando è privata del suo quotidiano. Ribelle e mansueta. Due anime. Sarà il contatto con la dura realtà della povertà, dei patimenti dei suoi amici a farle comprendere il dramma del suo tempo, a raffigurarsi le masse per cui tanti giovani si impegnavano a far lotte sociali e politiche rischiando la prigione, salvo scoprirsi coraggiosa davvero al momento di sacrificare l'amore per proteggere la vita che le cresce dentro e riappropriarsi dei suoi sogni.
Un libro di rara fascinazione che pure contiene un che di tragico che lo rende necessario.