domenica 31 gennaio 2021

'I ragazzi della Nickel' di Colson Whitehead

"Potevi cambiare la legge, ma non potevi cambiare le persone e il modo in cui si trattavano fra loro".

Anni sessanta, America. Il giovane Elwood  Curtis, fa sue le parole di Martin Luther King: "ama e il tuo amore sarà ricambiato, combatti e le cose cambieranno".

Ci crede Elwood, lui ragazzo di colore, abbandonato dalla madre sembra avere il destino segnato, se non ci fosse la nonna a indicargli la strada: 'tieniti lontano dai guai, osserva le regole, lavora duro, studia'. Nulla di più facile per Elwood che con sacrificio e passione sta per entrare al college, se non fosse che un incauto incidente lo rende vittima di un'assurda ingiustizia. Giudicato colpevole del furto di un auto viene imprigionato in una scuola riformatorio che si pone come obiettivo di trasformare i delinquenti in rispettabili cittadini.

La Nickel Academy sarà invece per Elwood l'inferno in terra.
I prati verdi, le palazzine verniciate di fresco, i sorrisi d'accoglienza nascondono soprusi, violenze di ogni genere, segregazione estrema, odio, orrore, morte.
Sopravvivere alle sevizie che lacerano la carne e l'anima per scontare la pena diventa un imperativo per Elwood che a dispetto di tutto il male intorno a lui non ha smesso di credere agli insegnamenti di Martin Luther King, fino al punto di voler denunciare le nefandezze che abitano la Nickel.
A distanza di quarant'anni, la Nickel ormai abbandonata, restituisce i corpi di decine di ragazzi scomparsi nel nulla, reclamati da nessuno, perché 'nessuno' era il loro nome per la società.
Elwood adesso non può più ignorare il passato. È tempo di ricordare, tornare alla Nickel e testimoniare le colpe dei suoi aguzzini, e la propria, raccontare la verità su una fuga, sul tradimento di un'amicizia, sulla condanna espiata da uomo libero, vestendo l'identità di chi aveva sempre creduto nella capacità di miglioramento degli esseri umani.
È tempo che Turner smetta i panni di Elwood e torni alla Nickel, perché "non basta sopravvivere, bisogna vivere".

Un romanzo di straordinaria forza emotiva, un personaggio unico, Elwood, capace con il coraggio delle idee di sgretolare l'odio; la descrizione della società americana degli anni '60 piagata dalla discriminazione, animata dai movimenti per i diritti civili.
Ispirato da una storia vera, l'opera di Colson Whitehead si offre ad una lettura urgente, che reclama attenzione, impone riflessioni.

sabato 23 gennaio 2021

"L'estate che sciolse ogni cosa" di Tiffany McDaniel

"Può capitare che non spazzare via ciò che non è buono possa essere la tua salvezza. Può capitare. Chissà. Per questo difendere il diavolo significa difendere il buono che c'è nel male".

E' un giorno di inizio estate nel piccolo paese di Breathed nell'Ohio. E' il 1984. La scuola è finita, i ragazzi giocano per strada. E' un tempo immobile che preannuncia un arrivo inatteso.

Un ragazzino smilzo di colore dall'aria sperduta e due occhi accesi, con indosso una salopette logora incrocia Fielding Bliss. Il padre, un avvocato integerrimo, ha pubblicato un annuncio sul giornale locale in cui invita il diavolo a far visita al paese. E il diavolo si è presentato. Fielding, le buste della spesa in mano, sembra non crederci ma c'è qualcosa in quel ragazzino suo coetaneo che incute soggezione e portarlo a casa dal padre sembra l'unica cosa giusta da fare.

E' l'inizio di una stagione di inevitabili sorprese, cambiamenti, avventure e disavventure, incontri ed eventi che cambieranno per sempre la vita di Fielding, della sua famiglia e dell'intera Breathed.

Chi è davvero il ragazzino venuto dal nulla, che accetta di farsi chiamare Sal? Perché dice di essere il diavolo? Perché le sue parole, le sue riflessioni sembrano scuotere le persone, spingerle a reagire a silenzi che durano anni, a rivoluzionare il loro agire ma anche spaventare, atterrire, spingere all'odio, alla violenza e armare gli animi dei più insospettabili?

Dietro la facciata di case rispettabili a Breathed si celano segreti, angosce, rinunce, compromessi. Così il vecchio Elohim che in apparenza celebra ogni giorno l'amore perduto e cova rabbia e rancore verso il mondo e gli uomini di colore al punto da sobillare la popolazione contro Sal e la famiglia che lo ospita. Così la giovane Dresden costretta in casa da una madre/matrigna che affoga nell'alcol e nella violenza la vergogna per la disabilità della ragazzina, che imprigiona i suoi pensieri nelle parole dei romanzi che legge. Così gli stessi Bliss: una zia irritante con fiocchi nei capelli e nodi al cuore che non accetta il tradimento del marito, così Grand il fratello maggiore di Fielding costretto a soffocare la sua omosessualità, così la madre di Fielding che non esce di casa per paura della pioggia che gli ha portato via una notte i suoi amati genitori, così lo stesso Autopsy Bliss, il capofamiglia, l'avvocato che non si perdona i suoi errori e ha bisogno del confronto con il diavolo per conoscere il male e affrontarlo e lui Fielding, l'estate, un caldo afoso che fa sragionare, la natura intorno che si ribella, le persone che impazziscono, che non tollerano più la presenza del vicino, che è il nemico a prescindere, è il male in abito da bambino che sbugiarda tutti, rivela la falsa bontà, mette a nudo le coscienze, costringe a fare i conti con il passato, a confrontarsi con la vita, a ribellarsi davvero per sentirsi degni di viverla e semplicemente esserne parte.

Sal troverà per una stagione di fuoco una famiglia pronta ad accettarlo, a difenderlo, a sfidare i pregiudizi, a pagare un prezzo altissimo per mondare il peccato originale dell'uomo, a rivelare che il bene è ovunque, anche nel male più acceso e che il perdono, l'accettazione dei propri confini morali ed esistenziali è parte fondante del nostro stare al mondo. E l'angelo caduto dal cielo libererà i cuori soffocando le fiamme del peccato.

Un  libro, quello della McDaniel, che impatta a livello emotivo. Costringe a riflettere, a prendere confidenza con il male che abita l'animo umano, a vincere il pregiudizio che affonda nella rabbia, nel dolore, nella percezione di essere gli ultimi al mondo, che si nutre dello sconforto. Una narrazione accesa come è l'estate di Breathed. Profonda come gli occhi del diavolo che ci scrutano dentro e forse, a modo loro, ci liberano dall'angoscia e dalla sofferenza. Come accade alla fine della vita allo stesso Fielding, voce narrante del romanzo, esule, sempre in fuga, un tempo occupato allo spasimo da fatica fisica per consumare, sfuggire ogni istante di felicità, timoroso che sia condanna per gli altri, per evitare che nulla di quell'estate afosa del 1984 capiti ancora. 

domenica 17 gennaio 2021

"Azzorre" di Cecilia M. Giampaoli

"Sull'isola ho provato paura, rabbia, dolore, delusione, ma anche gratitudine e affetto".

Azzorre.

Dopo venticinque anni dalla tragica morte del padre in un incidente aereo, Cecilia decide di visitare il luogo dove è accaduto il disastro. 

Fermare su un foglio le impressioni, dare forma con le parole ai sentimenti, riempire vuoti, dar voce ai silenzi, elaborare la perdita fino in fondo.

Mettere insieme i ricordi incastrati nella memoria, il tempo condiviso con il padre e cercarlo in ogni dove sull'isola e trovarlo in tutte le persone che l'hanno accolta, aiutata, in una natura bellissima contaminata sulle montagne da un incidente impresso per sempre nel cuore dei suoi abitanti.

Non ricerca di verità ma necessità di mettere insieme i pezzi di un passato disadorno di realtà oggettive.

Un viaggio intimo, personale, autentico.

Un mese di mare, cieli, stelle, sabbia, cammini in solitaria per giungere alla consapevolezza che "la verità non è importante quanto il modo in cui scelgo di vivere le cose".

Un diario, un viaggio, ricordi, una pagina toccante di vita che dal personale si fa romanzo e racconta l'amore di una figlia per il padre perduto.


Un terribile incidente aereo, un volo partito da Bergamo l'8 febbraio 1989, caduto poco prima dello scalo sull'isola di Santa Maria alle Azzorre. 144 vite spezzate, il dolore delle operazioni di recupero dei corpi, l'attesa dei parenti, il senso di colpa che affligge chi forse avrebbe potuto evitare la catastrofe, una serie di sfortunate coincidenze. E l'elaborazione del lutto. Un viaggio reale che si trasforma in un viaggio dell'anima e libera il presente, restituendo il giusto posto al passato.

Cecilia Giampaoli condivide la sua storia personale e pur affondando in particolari dolorosi trasmette al lettore la forza, il coraggio e tutto l'amore di una figlia per il padre scomparso. Una condivisione consapevole che si fa ricchezza.

Una narrazione davvero preziosa.

mercoledì 6 gennaio 2021

"Insegnami la tempesta" di Emanuela Canepa

"Insegnami la tempesta" che agita il mio cuore adesso.

Sembra un appello disperato quello della giovane Matilde. Diciottenne silenziosa smarrita al cospetto di una gravidanza inattesa, che mette in discussione un futuro prossimo di studio lontano dalla sua città.

"Insegnami la tempesta" che agita il mio cuore da vent'anni.

Sembra risponderle Emma, sua madre, che per Matilde ha rinunciato alla tesi di laurea, ai suoi sogni, ha preso su di sé l'onere di una gravidanza che i genitori le hanno attribuito come colpa da espiare, espressione di un fallimento.

"Insegnami la tempesta" che ho placato da tempo, con la preghiera, fa eco Irene. Una suora al cui cospetto Emma e Matilde si sono presentate.

Di notte, bussando alla porta di un convento. Apre Irene, che è il passato di Emma e forse la possibilità di comprendere il futuro per Matilde. 

Perché la verità non è mai semplice, e la tempesta che agita i cuori di queste donne cela silenzi, promesse disattese, paure, ansie che spezzano il fiato.

Parla di amicizia, di amore inatteso, di comprensione, sacrificio, passione.

E all'alba di una notte di dolore rivela l'accettazione e placa la tempesta, lasciando spazio alla cura e alla libertà.

Solo allora madre e figlia sapranno guardarsi davvero per la prima volta. Sapersi complici, colme di speranza e amore.

Un libro disarmante, una scrittura empatica. Figure femminili che si stagliano universali nel fluire della storia, che quasi trascinano, confondono l'unica figura maschile che pure ha il merito di aver dato amore incondizionato, sempre.

"Le famiglie non sono necessariamente amabili. Non vuol dire che siano inutili, o che debbano essere ignorate. E neppure che si possa fingere che non facciano parte della nostra vita".