sabato 23 gennaio 2021

"L'estate che sciolse ogni cosa" di Tiffany McDaniel

"Può capitare che non spazzare via ciò che non è buono possa essere la tua salvezza. Può capitare. Chissà. Per questo difendere il diavolo significa difendere il buono che c'è nel male".

E' un giorno di inizio estate nel piccolo paese di Breathed nell'Ohio. E' il 1984. La scuola è finita, i ragazzi giocano per strada. E' un tempo immobile che preannuncia un arrivo inatteso.

Un ragazzino smilzo di colore dall'aria sperduta e due occhi accesi, con indosso una salopette logora incrocia Fielding Bliss. Il padre, un avvocato integerrimo, ha pubblicato un annuncio sul giornale locale in cui invita il diavolo a far visita al paese. E il diavolo si è presentato. Fielding, le buste della spesa in mano, sembra non crederci ma c'è qualcosa in quel ragazzino suo coetaneo che incute soggezione e portarlo a casa dal padre sembra l'unica cosa giusta da fare.

E' l'inizio di una stagione di inevitabili sorprese, cambiamenti, avventure e disavventure, incontri ed eventi che cambieranno per sempre la vita di Fielding, della sua famiglia e dell'intera Breathed.

Chi è davvero il ragazzino venuto dal nulla, che accetta di farsi chiamare Sal? Perché dice di essere il diavolo? Perché le sue parole, le sue riflessioni sembrano scuotere le persone, spingerle a reagire a silenzi che durano anni, a rivoluzionare il loro agire ma anche spaventare, atterrire, spingere all'odio, alla violenza e armare gli animi dei più insospettabili?

Dietro la facciata di case rispettabili a Breathed si celano segreti, angosce, rinunce, compromessi. Così il vecchio Elohim che in apparenza celebra ogni giorno l'amore perduto e cova rabbia e rancore verso il mondo e gli uomini di colore al punto da sobillare la popolazione contro Sal e la famiglia che lo ospita. Così la giovane Dresden costretta in casa da una madre/matrigna che affoga nell'alcol e nella violenza la vergogna per la disabilità della ragazzina, che imprigiona i suoi pensieri nelle parole dei romanzi che legge. Così gli stessi Bliss: una zia irritante con fiocchi nei capelli e nodi al cuore che non accetta il tradimento del marito, così Grand il fratello maggiore di Fielding costretto a soffocare la sua omosessualità, così la madre di Fielding che non esce di casa per paura della pioggia che gli ha portato via una notte i suoi amati genitori, così lo stesso Autopsy Bliss, il capofamiglia, l'avvocato che non si perdona i suoi errori e ha bisogno del confronto con il diavolo per conoscere il male e affrontarlo e lui Fielding, l'estate, un caldo afoso che fa sragionare, la natura intorno che si ribella, le persone che impazziscono, che non tollerano più la presenza del vicino, che è il nemico a prescindere, è il male in abito da bambino che sbugiarda tutti, rivela la falsa bontà, mette a nudo le coscienze, costringe a fare i conti con il passato, a confrontarsi con la vita, a ribellarsi davvero per sentirsi degni di viverla e semplicemente esserne parte.

Sal troverà per una stagione di fuoco una famiglia pronta ad accettarlo, a difenderlo, a sfidare i pregiudizi, a pagare un prezzo altissimo per mondare il peccato originale dell'uomo, a rivelare che il bene è ovunque, anche nel male più acceso e che il perdono, l'accettazione dei propri confini morali ed esistenziali è parte fondante del nostro stare al mondo. E l'angelo caduto dal cielo libererà i cuori soffocando le fiamme del peccato.

Un  libro, quello della McDaniel, che impatta a livello emotivo. Costringe a riflettere, a prendere confidenza con il male che abita l'animo umano, a vincere il pregiudizio che affonda nella rabbia, nel dolore, nella percezione di essere gli ultimi al mondo, che si nutre dello sconforto. Una narrazione accesa come è l'estate di Breathed. Profonda come gli occhi del diavolo che ci scrutano dentro e forse, a modo loro, ci liberano dall'angoscia e dalla sofferenza. Come accade alla fine della vita allo stesso Fielding, voce narrante del romanzo, esule, sempre in fuga, un tempo occupato allo spasimo da fatica fisica per consumare, sfuggire ogni istante di felicità, timoroso che sia condanna per gli altri, per evitare che nulla di quell'estate afosa del 1984 capiti ancora. 

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