domenica 30 luglio 2017

"La ragazza sbagliata" di Giampaolo Simi

"Dove sta scritto che la verità è la salvezza? La verità è il peggior fantasma che può incrociare i tuoi passi".
Lo sa bene Dario Corbo, giornalista in cerca di rivalsa dopo la chiusura del suo giornale e la fine del matrimonio. 
La verità Corbo va a riprendersela nella sua Versilia, rimestando in un passato nebuloso fatto di bugie e reticenze. Solo una voce pare nitida: quella della sua coscienza, che lo spinge a confrontarsi con la sua prima vera inchiesta giornalistica, e a non perdonarsi nulla.
Irene aveva diciotto anni al momento del suo assassinio. Aveva dato la maturità ed era una ragazza piena di sogni. A negarle il futuro, Nora Beckford, eccentrica figlia di un artista inglese, gelosa di lei.
Colpevole.
Così la giuria, così l'opinione pubblica.
Lunghi anni di carcere e il ritorno ad una esistenza di isolamento, infine rinascita. Fino alla sfida di tornare in Versilia, occuparsi di una mostra sulle opere del padre e lasciarsi risucchiare dal passato, dalle colpe mai abbastanza emendate e dal fantasma di Irene che reclama vendetta.
Perché nulla è come appare.
Non c'è solo una vittima.
Ma tante, troppe persone, al posto sbagliato nel momento peggiore per esserlo.
Coadiuvato dal magistrato Lavinia Monforti, Dario Corbo metterà a nudo l'animo tormentato di Nora e le tante implicazioni storiche di un'estate non facile a livello politico e sociale. È il 1993, la morte di Falcone e Borsellino è un ricordo che brucia l'anima e gli attacchi della mafia allo Stato hanno sconvolto il paese. Gli uomini del terrore si nascondono tra la gente comune. Comune come Irene, innamorata e curiosa.
Strane coincidenze che segnano il destino di persone che vent'anni dopo non potranno negare le proprie responsabilità.
Costretto tra il desiderio di pubblicare la verità e riprendersi credibilità e fama e l'obbligo morale verso chi ha avuto fiducia in lui, Corbo sceglierà di ricominciare da capo, in pace, confidando nell'amore.

Un romanzo dalla trama perfetta quello di Simi. Tentare di raccontarlo priva il lettore del piacere di perdersi nelle indagini del protagonista e nelle inquietudini della storia recente del nostro paese che mette i brividi. Intrigante la scrittura. Oggettive le riflessioni sulla fine della "informazione", sul protagonismo dei media.
Un romanzo che si ama dalla prima all'ultima pagina. 

venerdì 14 luglio 2017

"La sala da ballo" di Anna Hope

Lo sai che bisogna rischiare per avere quel che si vuole, vero? Che cosa sei disposta a perdere?".
È possibile l'amore, l'amicizia, là dove le istituzioni hanno immaginato solo tormento, sofferenza, alienazione?
Il manicomio di Sharston nello Yorkshire ospita soggetti affetti da melanconia, esaurimenti nervosi, ossessioni ma anche poveri, disattatati e semplici insofferenti alle regole di una società che rinnega i suoi figli più deboli. Siamo nell'Inghilterra del primo nonovecento dove non è insolito imbattersi in teorici dell'eugenetica.
Eppure a Sharston si applicano nuovi sistemi di cure. Per quanto la segregazione sia evidente, il controllo asfissiante, il lavoro duro e umiliante come qualsiasi espressione di contenzione, il giovane dottor Fullon crede che suonare ai pazienti musica e coinvolgere i più disciplinati in un ballo settimanale possa aiutarli a ristabilirsi.
Sarà nella sala da ballo del maniconio di Sharston che si conosceranno Ella e John, e che scopriranno di amarsi con la complicità di Clem. Se Ella è finita in manicomio per aver rotto un vetro nella fabbrica in cui lavorava, ribelle agli occhi del mondo, John si è arreso alla sofferenza per la morte della figlia e l'abbandono della moglie ma Clem, ospite pagante, ha rifiutato di conformarsi al ruolo ascrittole dal suo ceto, di madre e moglie, desiderosa di studiare ed emanciparsi.
Ad accomunarli il bisogno di libertà.
A negaglierla proprio quel dottor Fullon che aveva alimentato le loro aspettative con i momenti di socializzazione. Il suo errore: aver ceduto alla corruzione di pulsioni erotiche improprie, dimostrazione della colpa di cui sono latori i malati di mente. E allora è opportuno sosostenere l'eugenetica, mondare la società di soggetti deboli e degenerati, impedendo loro di procreare.
Invischiati nelle idee maledette di Fullon, Clem, Ella e John lasceranno Sharston ognuno nell'unico modo possibile per loro. A qualsiasi prezzo, per riassaporare la libertà e ritornare ad amare.
"Ho dovuto fuggire. E mentre fuggivo pensavo a te. Alla tua libertà. Alla libertà che mi avevi regalato. Ovunque tu sia ti mando il mio amore".

Un romanzo coinvolgente, emotivo, che racconta la tragica esistenza delle vite spezzate di tanti uomini e donne colpevoli di non essere adeguati al concetto di 'normalità' imposto dalla società.
"La sala da ballo" racconta di un amore dolce e necessario e di un'amicizia inattesa. Parla di sogni e speranze. È a tratti di una disarmante tenerezza e di una tragica verità.

venerdì 7 luglio 2017

"Le notti blu" di Chiara Marchelli

"Se c'è una regola dell'amore è questa: soccorrersi senza bisogno di chiamarsi".
Larissa e Michele sono insieme da ragazzini. Una coppia sposata, borghese, come tante. Hanno fatto di New York la loro città. Michele è un docente universitario. Larissa si occupa della casa e della famiglia con amorevole cura. Sembra tutto perfetto ma è apparenza. Superficie. In profondità i due sono automi che ripetono gesti quotidiani, che si aggrappano l'uno all'altro per sopravvivere all'evento luttuoso che ha stravolto le loro vite: il suicidio del figlio Mirko. 
Hanno continuato a chiedersi all'infinito: perché? Non hanno trovato risposta.
Giovane geologo, sposato con la quieta Caterina, aveva deciso di vivere in Italia, rinunciando alla ricerca per lavorare in un ente pubblico. Poi una mattina l'avevano trovato senza vita.
Non era rimasto nulla di lui.
Se non il ricordo.
Una lettera, cinque anni dopo, aveva riaperto la ferita di quell'assenza per dilaniarli semmai di più: Mirko aveva avuto un figlio da un'altra donna.
Poteva essere vero? Chi era allora davvero Mirko? Chi e cosa aveva taciuto quel figlio bellissimo?
Larissa incline a sapere in un primo tempo si rifiuta poi di andare avanti, terrorizzata dall'ipotesi di sgretolare il ricordo del figlio perduto, e le sue giornate di pacifica realtà di sopravvissuta. Michele, esperto sulla teoria dei giochi, restio in principio sarà capace di superare la paura anche di perdere la moglie per sapere, ritrovare un po' di Mirko negli occhi di un altro bambino e sarà allora, solo allora, che smetterà davvero di chiedersi perché.
Per ricominciare a vivere.

La Marchelli confeziona un libro di una struggente forza emotiva. Una scrittura potente e chiara che evidenzia tutto il tormento che attraversa l'animo di un genitore che sopravvive al figlio suicida e si interroga sugli errori commessi per averlo spinto al gesto estremo. Due figure molto razionali, Larissa e Michele, che pure superano le notti blu, insonni, con un velo di dolore soffocato nel cuore ma evidente negli occhi. Insieme sapranno affrontare anche la speranza di una nuova vita che se non restituira' loro Michele, offrirà la possibilità di un nuovo inizio.
Un romanzo potente.

sabato 1 luglio 2017

"Ciò che inferno non è" di Alessandro D'Avenia

"La vita dentro dei confini sicuri è soltanto un'illusione".
Palermo. Estate 1993.
Federico ha diciassette anni. Ama le parole. Le poesie. Aspetta la ragazza per cui scriverle, l'amore che lo ispiri. È in partenza per l'Inghilterra, dove perfezionare il suo inglese quando si lascia convincere a seguire il suo professore di religione.
È padre Pino Puglisi.
E il suo obiettivo è aiutare i bambini della sua parrocchia in uno dei quartieri ghetto della città: Brancaccio.
"È necessario che al mattino i ragazzi vadano a scuola e al pomeriggio al centro. Solo così si può sottrarli alla strada e alle sue regole. L'inferno è il posto in cui lo spazio per i desideri è già tutto occupato. Allora si fa quello che viene ordinato a testa bassa".
Federico all'improvviso vede cose che non si possono ignorare. Sente di dover dare il proprio contributo. Di aiutare. Scopre così se stesso, impara a riconoscere i bisogni degli altri, a dare un volto al male, a dar forma alla parola coraggio, sognare nuovi progetti e incrociare gli occhi della ragazza più bella, Lucia, reale e determinata quanto la vita.
E non si lascerà sopraffare dalla violenza né piegare dalla morte di Padre Pino Puglisi. Il suo esempio lo spingerà a "tirare fuori la vita dalla vita, per trovare il fuoco del coraggio di non barattare la bellezza con il compromesso. E rimanere fedele ai propri desideri, nel tempo".
Un romanzo di formazione, un romanzo di civiltà, impegno che racconta la vita straordinaria di un uomo che ha fatto della bellezza dei sogni, dell'ardore dell'esempio, la parola concreta per costruire 'vita'.
"Il sacrificio di don Pino non è la sua morte, quella ne è la conseguenza. Il suo sacrificio è ciò che la parola sacrificio dice: fare sacre le cose. Don Pino rendeva sacro ciò che toccava, lo difendeva come la cosa più preziosa: bambino, ragazzo, uomo che fosse. Da qui deriva il suo coraggio".
D'Avenia come il protagonista del suo romanzo ama "cercare le parole giuste". Per raccontare, creare emozione, in questo caso risvegliare la coscienza di quanti, troppi, dimenticano con facilità l'esempio dei 'giusti': Padre Pino Puglisi, tra loro.
Una poetica disarmante per descrivere le mille anime di una città bellissima e contraddittoria, capace al tempo stesso di irretire o annientare chi la abita: Palermo.