lunedì 30 aprile 2012

"Il respiro leggero dell'alba" di Rachel Simon

Trappola.
Questo è il posto da cui sono fuggiti Buddy e Lynnie un giorno piovoso d'autunno. Per arrencare.. fradici, stanchi, affamati all'alba a casa della vecchia Martha.. l'omino del faro di latta sullo steccato in legno a rassicurare stranamente i due. Un momento di timore negli occhi della donna al cospetto di un uomo di colore e una ragazza bianca, poi il gesto dell'accoglienza, il tempo del ristoro, abiti puliti e la scoperta del segreto, timidamente celato dalla coperta avvolta al corpo magro di lei: un neonato.
Non c'è tempo né speranza in quell'alba livida di freddo per i due, solo mani che ghermiscono il corpo di lei e scivolano su quello ancora in fuga di lui. Chi sono i ricercati, quale la loro colpa?
"E' ritardata" dice un sorvegliante strattonando la ragazza un momento prima che la stessa soffi nell'orecchio della donna una parola, una preghiera.. "nascondila".
Poi il silenzio e il pensiero all'esserino nascosto in soffitta che nessuno sembra reclamare.. e che Martha.. ora sa, sente, dover proteggere, da chi non avrebbe pietà di una nuova vita, di quella nuova vita.
Una seconda possibilità per un'anziana maestra, vedova, senza figli se non i tanti allievi sparsi un pò ovunque nel paese. Saranno loro, negli anni, a sostenere il duro compito di Martha: crescere la piccola orfana. Julia.. così si chiamerà.
Separati in quell'alba del '68, Buddy alias numero 42, e Lynnie.. si ritroveranno decenni dopo, quando Trappola sarà solo il ricordo di infamia ed orrore perpetrati dallo stato e dalle famiglie, ignare o consapevoli, verso bambini affetti da disabilità intellettive. Dopo decenni di lotte, sofferenze ma anche speranze e conquiste sarà la determinazione di due anime straordinarie a vincere il male, sfidare il destino, emanciparsi per stare insieme e riabbracciare Julia complice l'amore, l'arte e l'omino di ferro di un faro di latta.
"Le regole sono due. Numero uno, bisogna suonare il campanello a qualsiasi ora del giorno e della notte"
"E la numero due?"
"Devo far firmare a chiunque venga qui il libro degli ospiti (...) Un giorno gli ho domandato perchè.. e sa cosa mi ha risposto? 'Sto aspettando qualcuno' "
Personaggi indimenticabili, narrazione coinvolgente: il dramma poco conosciuto degli istituti per bambini affetti da disabilità intellettive, chiusi negli Stati Uniti negli anni '80, solo dopo denunce, scoop giornalistici e dure lotte; inquietanti lager in cui vegetavano i ragazzi abbandonati a se stessi quando non vittime di violenze e abusi sessuali - proprio come la protagonista del libro. Per contro il dramma delle famiglie, la disinformazione verso malattie o deficit d'apprendimento altrimenti curabili, chiare forme di emarginazione e pregiudizio -come nel caso di Buddy un uomo di colore affetto solo da sordità ma rinchiuso nell'istituto, l'ostinazione di molti assistenti sanitari -come la Kate del romanzo- decisi a tutelare con ogni mezzo i degenti.
Un romanzo che tocca il cuore, e infonde speranza:
"E Lynnie comprese. Avevi due possibilità: non fare niente o prendere in mano la situazione. E anche se le circostanze erano avverse, valeva comunque la pena di agire. Un giorno di pioggia è pur sempre un giorno in cui sei vivo. Una piccola felicità può addolcire un grande dolore".

sabato 28 aprile 2012

"Dentro il labirinto" di Andrea Camilleri

11 gennaio 1936. Il corpo del giovane intellettuale napoletano Edoardo Persico viene ritrovato senza vita nel bagno di casa. Ad oggi la sua morte è avvolta nel mistero.
Perchè?
Alcuni disegni di amici pittori del Persico lo ritraggono a poche ore e a pochi giorni dalla morte, sul tavolo dell'obitorio. I disegni e le descrizioni del cadavere differiscono. Così pure le testimonianze sugli ultimi mesi di vita dell'uomo. In realtà 'difforme' è l'idea che sulla vita stessa di Persico hanno persone a lui vicine.
Chi era davvero questo giovane del sud dalle mille esperienze, dai tanti studi, interessi. Vicino a Giovanni Amendola, a Piero Gobetti ma secondo alcuni persino non estraneo alle idee del fascismo. Giornalista, scrittore, ideatore del gruppo di artisti dei 'Sei', redattore, disegnatore e impaginatore della rivista d'architettura Casabella, gallerista d'eccezione, ideatore di spazi espositivi, oppure o al tempo stesso una spia?
Era stato davvero in carcere a San Vittore? E sotto sorveglainza dalla polizia politica? Il suo stato di salute assai compromesso, nonostante la giovane età, era dovuto alle torture subite in carcere? Aveva viaggiato all'estero come raccontava di rado ad amici e parenti? E dove? Perchè nei mesi che precedettero la sua morte pareva a tutti trasformato, rassegnato, stanco, dimesso? Perchè sulla sua morte sin da subito si disse tanto.. tropppo.. tacendo l'essenziale?
Camilleri si inoltra nel labirinto oscuro della vita di questo straordinario artista del novecento lasciando la sua immaginazione libera di seguire un filo ed emergere in una verità in cui finzione e realtà paiono credibilmente prossime. L'autore tesse la sua trama con impareggiabile maestria, solo dopo aver esposto, per più di due terzi della narrazione, foto, resoconti ufficiali, testimonianze.. insomma fonti inoppugnabili necessarie a dar forma alla sua idea. Ben più che un esercizio di stile, il necessario punto di vista su un mistero italiano insoluto. Un giallo culturale, a suo modo, di assoluto interesse.

"To Rome with love" regia di Woody Allen

Diciamolo subito.. non è l'Allen migliore quello di 'To Rome with love". Ma strappa ancora qualche risata.
Poco riuscita appare persino la cartolina turistica dall'Italia benché il regista non inceda negli stereotipi. E dire che Roma sa essere bellissima. Il film non ha spessore. Non è originale. Storie minime che si incastrano forzatamente: i due improbabilissimi giovani sposini del nord in cerca di una possibilità a Roma con tanto di intrecci erotico-amorosi con prostitute, attori e ladri d'albergo; gli studenti americani messi in crisi dall'arrivo dell'amica di lei, tanto seducente quanto spiccatamente falsa e costruita; l'architetto famoso -imbolsito dall'età e dai compromessi sul lavoro- che ricorda il tempo passato nella città eterna; due futuri sposi alle prese con i rispettivi istrionici e schizzati genitori; un uomo qualunque stravolto dall'inaspettata ed inarrestabile attenzione dei media. Su tutti gigioneggia Allen : "Tesoro non mi psicanalizzare! Molti hanno tentato e tutti hanno fallito!". Amore, amori.. declinati nelle  varie forme ed espressioni. Roma è solo uno sfondo. Peccato.

venerdì 27 aprile 2012

"Il torto del soldato" di Erri De Luca

"Sono un soldato vinto. Il mio reato è questo, pura verità. Il torto del soldato è la sconfitta".
Così un vecchio parla alla figlia.
L'uomo è un criminale di guerra. Il suo vero nome perduto nel vento. La sua ossessione finire come i tanti catturati, processati: "non farò mai la fine di una foglia d'autunno che si arrende".
Di mezzo la vita di un uomo all'apparenza 'qualunque'. Un postino. Uno deciso a mimetizzarsi, e al contempo a sfidare ogni giorno il destino. E una figlia, fino ai vent'anni tenuta all'oscuro di tutto, finanche di saperlo padre. Ma non si può tacere in eterno, né si può nascondere il passato. Si può solo scegliere di non conoscere il dettaglio dell'orrore perpetrato, così come di sentire il peso della colpa, di non volerlo portare oltre, da qui la scelta di non avere figli, di sostenere l'ossessione di un padre verso la lingua ebraica, verso la kabbalà che reca inciso la fine, in un numero.. lo stesso della velocità dell'auto che ne sigilla la morte. E vendica milioni di vittime innocenti.
Un racconto breve quello di De Luca, capace col peso di ogni parola di rendere il dramma dell'olocausto, la bellezza di una lingua -l'yiddish- che non morirà fino a che "uno solo al mondo la muove tra il palato e i denti, la legge, la borbotta.." e che fa testimonianza di un popolo piegato ma non vinto, l'inquietudine di una generazione che ha dovuto fare i conti con un passato che, semplicemente, non si può perdonare.

giovedì 26 aprile 2012

"La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" di Ransom Riggs

Giorni nostri, Jacob è un sedienne americano. Dalla morte del nonno è in cura da uno psicologo. Jacob vive a disagio la sua età. Non per un motivo qualunque..mostri. Jacob vede mostri. In realtà se li figura sin da bambino. Affascinato dalle storie fantasiose, surreali e inquietanti dell'amato nonno, Jacob avverte intorno a sè i segni della diversità, dell'estraneità ai soliti interessi dei suoi coetanei. Fino al giorno della morte del nonno, al ritrovamento del suo cadavere nel fitto di una boscaglia, al volto mostruoso in mezzo al nulla che solo lui riconosce e alle ultime parole del vecchio morente, poco più di un lamento, un lascito che Jacob, semplicemente non può ignorare.
Ma chi era davvero suo nonno Abraham? L'uomo che non era riuscito a dare affetto ai suoi due figli, che aveva girato mezzo mondo con in braccio un fucile, l'uomo dalle mille avventure, il bambino sfuggito alla furia dei nazisti e finito per caso in un orfanotrofio in una sperduta isola inglese, il cantastorie, il pazzo ossessionato degli ultimi anni? E chi sono i bimbi raffigurati nelle vecchie foto del nonno? Cosa voleva da lui una certa Miss Peregrine?
Spinto dalla necessità di sapere, di dare un senso agli incubi della mente, il giovane Jacob partirà alle volte di un viaggio incredibile, sulla rotta di un tempo sfalsato dove ogni giorno si ripete all'infinito, dove i morti non sono morti e i vivi non sono vivi; un viaggio fantastico per mondi paralleli.. una sorta di isola che non c'è, enigmatica, poetica, pericolosa.
Difficilmente ascrivibile -solo- alla categoria 'romanzi per ragazzi', l'opera di Riggs utilizza temi non del tutto originali, fidando per la riuscita generale nella discreta capacità di descrivere, più che abienti, personaggi, su tutti la bella Emma, e trascinando il lettore nel mondo dei bambini speciali le cui foto -pare originali- affascinano e respingono al tempo stesso.

martedì 24 aprile 2012

"Il circolo delle ingrate" di Elizabeth von Arnim

"..sono condannato a guardarvi mentre riversate il vostro amore su persone che non lo vogliono, mentre io sono qui affamato e assetato che ne bramo anche una sola goccia.."
Fine '800, Inghilterra. Anna venticinquenne nobile ma senza dote è la disperazione della cognata Susie, tanto borghese e ricca quanto maldestra e risoluta a darla in sposa al miglior partito. Peccato che Anna abbia ormai smesso di farsi bella per piacere e languisca nella campagna inglese nella speranza di lavorare -magari spazzare le strade- per rendersi indipendente.
Ignora che l'inattesa eredità di uno zio le offrirà l'occasione di sperimentare la libertà, di dar forma ai suoi progetti, di più al più strampalato di tutti: rendere la vecchia fattoria in una landa sperduta della Germania del nord in una piacevole dimora in cui dare accoglienza a dodici nobili donne, tutte impossibilitate a provvedere a sé ma al tempo stesso desiderose di indipendenza.
Bollata come follia da parenti e maggiorenti del piccolo centro di Stralsund, osteggiata apertamente dall'avido fattore e dalla sua odiosa moglie, vista come un angelo dal parroco e supportata in tutto dal giovane vicino Axel e sua sorella Trudi, Anna si lascerà trasportare dal suo bisogno di condividere, dall'idea stessa di sperimentare la felicità perdendo di vista le cose essenziali: le chiacchiere inopportune della gente, i calcoli macchinosi delle prime ospiti decise a manovrarla quando non ad approfittarsi apertamente di lei, i giochi maldestri della nipote. Sarà solo quando un innocente finirà nei guai per causa sua che Anna scoprirà che a volte la felicità è negli occhi di chi ci guarda, nell'ascoltare i consigli di chi ha maggiore esperienza, persino nel luogo comune.. amor omnia vincit.. dubitando dell'ossequio della gente, e di quanti osteggiano apertamente la diversità.
Un libro delizioso, come tutti quelli della von Arnim. Una narrazione piena, coinvolgente, appassionata, ironica che mette in luce una straordinaria protagonista: Anna e la sua travolgente ostinazione.
"Neppure tutte le lingue del mondo l'avrebbero dissuasa dall'andare da Axel. Ora nei suoi occhi c'era un nuovo sguardo. Per la prima volta si sentiva del tutto sveglia, e affrontava la vita così com'era, senza sogni e in tutta la sua crudeltà e spietatezza. Quella era la vita, quella la realtà: sofferenza, ingiustizie e vergogna che però bisognava combattere con tutte le armi a disposizione, con coraggio implacabile fino alla fine".

domenica 22 aprile 2012

"Cantami, o mouse" di Michele Mirabella

Un racconto conviviale per spiegare l'oggi attraverso gli esempi degli antichi e un divertente gioco al contrario.. ovvero come gli antichi, miti o reali personaggi storici, avrebbero retto la scena al cospetto dei nuovi media. 
Straordinari anticipatori dell'uso della comunicazione quali Giulio Cesare, Alessandro Magno, Cleopatra rivelatori oggi di manie e pochezze della società moderna.
A tessere brevi capitoli ancorati all'attualità -tutt'altro che scevra da mordaci commenti- innegianti alla forza, alla bellezza, all'audacia, etc., perorando il necessario e appassionato ricorso ai classici, è Michele Mirabella, sornione nel suo gigioneggiare con lo strumento 'parola' che si fa popolare e aulico, lontano però dalla facile divulgazione. Una narrazione accattivante che spazia da Demostene -spin doctor ante litteram- a Diogene, da Shakespeare a Madame de Lenclos, da Omero a Carducci per giungere all'anomino esegeta shakespiriano che su un muro ha scritto 'Rita, che se la rosa non si chiamerebbe rosa, Rita era il suo nome'.
'Con sprezzo del congiuntivo e del condizionale' uno che ha reso il concetto. E non solo.

sabato 21 aprile 2012

"La confusione è precisa in amore" di Vittorio Lingiardi

"Ti penso come lo potrebbe fare il vento, con rabbia, foglie in cielo, accanimento".
Forse è proprio vero che la poesia è una forma di resistenza al quotidiano. Di fatto lo si pensa leggendo le brevi poesie di Vittorio Lingiardi. Poche parole, piene di ironia, pathos, struggimento. Un viatico di libertà. Un piacevole incidente di percorso in cui lasciarsi trascinare, un rifugio in cui affondare.

"Obbedienza e libertà" di Vito Mancuso

"Essere liberi nella propria mente e nel proprio spirito, senza alcuna sudditanza esteriore, e al contempo coltivare una scrupolosa obbedienza interiore alla verità: questo è il senso della vita spirituale.."
E, aggiunge l'autore, "questo è l'obiettivo che intendo promuovere". 
Obiettivo condivisibile, grazie alle tesi brillantemente sostenute ed esplicitate dall'autore, nel corso di capitoli ben strutturati, una narrazione che si fa accessibile ai più per i contenuti e la forma, e a brevi riepiloghi necessari a tenere il punto del discorso.
L'autore risponde ai dilemmi dell'uomo contemporaneo, alla inopponibile sensazione di scollamento tra società e chiesa ridotta a mero esercizio di potere, ad errori che dal passato la stessa perpetua nell'oggi fino a perdere del tutto di vista il senso primo della religione quale "fiducia di poter conciliare la libertà in cui l'uomo consiste con la verità del mondo in cui l'uomo è inserito".
Concetti quali 'verità', 'libertà', 'laicità', 'bene' arrivano al lettore per il tramite di parole che ispirano domande, riflessioni profonde. La sensazione è di totale condivisione con un pensiero che stimola, apre alla vita, e che pure è ancora, troppo spesso, ostracizzato dalla Chiesa.
"Chi fa il bene, si libera. Chi no, no. Rimane servo".

domenica 15 aprile 2012

"Il colore della memoria" di Care Santos

"E' un pò come nei romanzi: la menzogna fa parte delle regole del gioco. Ma prima o poi la verità viene sempre a galla. E la verità è l'unica cosa che vale la pena di lasciare ai posteri di ciò che siamo stati in vita, anche solo uno sguardo, un gesto elegante o la bellezza effimera di un ricciolo ribelle. O forse una storia assurda che i nostri eredi ripeteranno tra lacrime o risate".
La verità.. la storia assurda.. compare per caso dietro un affresco nel patio della dimora del grande pittore Amadeo Lax.
Erede di un passato sconcertante, complesso, inquietante è la nipote Violeta.
Costretta a ripercorrere la storia della sua famiglia dal finire dell'ottocento ai tempi moderni, la donna si imbatterà nel mistero di Teresa, l'adorata moglie di Amadeo scomparsa nel nulla un giorno d'estate del 1936, straordinario soggetto principale dell'affresco e di tante opere pittoriche dell'uomo; nei piccoli e grandi segreti di una famiglia protagonista della vita sociale ed economica della Barcellona di quegli anni, tra proteste, guerre e lotte sindacali; e ancora nell'ecclettica e moderna donna Maria del Roser, nella buona balia Conchita, nell'odiosa Antonia, nella silenziosa Laia.
Imprevedibili scoperte che porteranno Violeta a riconsiderare la figura dell'amato nonno, forse un uomo diverso dal geniale artista ammirato in tutto il mondo: collerico, vendicativo, egoista, prepotente, capace di gesti di inaudita violenza anche verso le persone a lui più devote: la madre, il fratello, la moglie, il migliore amico.
Cosa nasconde la famiglia Lax e perchè un'anziana signora italiana ha nominato la stessa Violeta nel suo testamento? Chi o cosa lega i Lax ad un'umile famiglia comasca?
"L'arte è un inganno, non c'è dubbio. Ma quando smette di esserlo, pronuncia l'unica verità che conta".
Violeta ricostruirà attraverso le opere del nonno una drammatica storia di famiglia, riconciliandosi con un passato che chiede verità e giustizia.
Un romanzo intenso, un intreccio elaborato, arte e storia della Spagna di inizio novecento: spiritismo, letteratura, analisi della società, personaggi ben delineati, su tutti quelli femminili, una fragile e totalizzante storia d'amore. Ma nonostante tanto impegno, tanta ricerca nella scrittura, la storia non emoziona: il romanzo resta 'freddo' fino all'ultima pagina, fino all'ultima prevedibile soluzione narrativa.

sabato 14 aprile 2012

"Il prigioniero del cielo" di Carlos Ruiz Zafón

"..in fondo non siamo mai stati quelli di prima che ricordiamo soltanto quello che non è mai accaduto"
..e al giovane libraio Daniel Sempere nel natale del 1957 in una Barcellona che fatica a rimarginare le ferite di anni di miseria del dopoguerra, non pare vero di vendere un manoscritto per una cifra spropositata e salvare l'attività dalla chiusura quanto di doverlo consegnare al suo prezioso amico e collaboratore Férmin e così scoprire non solo la drammatica vicenda personale dell'uomo ma una parte ignota del suo passato, sino ad arrivare al sospetto sulla morte dell'amata madre Isabella, e di lì a poco alla vendetta da preparare contro un nemico insospettabile e potente, e intanto il filo sottile che lo lega allo scrittore David Martin e al Cimitero dei Libri Dimenticati in una Barcellona che si illumina di mistero in un'alba di gennaio, si fa più teso.
"Il futuro non si desidera, si merita". Daniel lo ha regalato a Fermin; il tempo lascerà che sia lo stesso Daniel a meritarselo.
Libro di passaggio nell'ormai saga che ruota intorno al 'cimitero dei libri dimenticati' in cui ogni lettore vorrebbe perdersi. A metà tra pura operazione commerciale (carattere extra large, venti righe per pagina, ampi spazi, brevi capitoli, foto) e buona narrazione, l'autore ammanta di mistero -come doveroso- la storia e i suoi personaggi, delinea il terrore ai tempi della dittatura franchista, l'assoluta pochezza degli uomini al comando e la determinazione a resistere dei molti: "Se è così perchè ha taciuto? Perchè non ha fatto niente?" "Per lei Daniel, per lei. Suo padre come molta altra gente a cui è toccato vivere quegli anni, ha ingoiato tutto e se ne è stata zitta. Perchè non ha avuto più fegato. Persone di tutte le fazioni e di tutti i colori. Le incrocia per strada e non le vede nemmeno. Sono marcite da vive per tutti questi anni con quel dolore dentro affinché lei e altri come lei potessero vivere. Non la sfiori nemmeno l'idea di giudicare suo padre. Non ne ha il diritto".

venerdì 13 aprile 2012

"La scienza del bacio" di Sheril Kirshenbaum

"I baci sono un destino migliore della saggezza".
Accantonate romanticismi e preconcetti, la biologa americana Sheril Kirshenbaum accompagna il lettore in un lungo percorso scientifico sul bacio e i suoi significati, le sue implicazioni sociali, la sua evoluzione storica e culturale. Taglio accademico, validazione scientifica negli esperimenti e nelle ricerche citate ed elaborate in prima persona, ricca bibliografia, scrittura volutamente divulgativa, il bacio viene analizzato dall'autrice dal punto di vista biologico, scientifico, antropologico, psicologico e neurologico rivelando tutto quel che di naturale, passionale finanche pericoloso vi si cela. Un libro interessante, che rivela molto dell'uomo e del suo agire.

giovedì 12 aprile 2012

"Ricomincio da te" di Eloy Moreno

"Quando le cose non vanno come speriamo, ci intestardiamo a cambiare le persone mentre l'unica soluzione utile è cambiare la storia".
Un uomo, i sogni d'infanzia perduti, la routine di una vita che inghiotte tempo, che dilata gli spazi, che annulla la percezione dei bisogni primari. I sentimenti più cari tacitati in ore passate tra le quattro mura di un ufficio e quelle di casa. Disumanizzazione di una società che condiziona fino a spersonalizzare.
Così un uomo dimentica l'amico più caro, perde per strada l'affetto della donna che ha amato sin da ragazzino, smarrisce lo sguardo del figlioletto che gli tende la mano, si lascia incastrare dalle apparenze, schiacciare in ufficio dal sospetto del tradimento dei colleghi, fino a che tutto intorno semplicemente crolla.
E l'unica cosa da fare è ricominciare.. altrove, camminare, scalare montagne, abbandonarsi alla fatica fisica che annienta, che caccia via con il sudore ogni dolore, ogni pulsione di rabbia come aghi ghiacciati nel corpo. Solo al cospetto della natura, quando tutto sembra perduto.. ad un passo dal fallimento l'incontro insperato con chi si è creduto un traditore.. in realtà se stessi al cospetto della propria coscienza.
E lì nel silenzio di un'alba perfetta.. la speranza prende forma in un abbraccio che colma, riempie e resituisce il significato semplice di vita, restituisce tutto il tempo perduto, riempie di forma i desideri, e la vita.. vera.. ricomincia.
Un libro per certi versi coraggioso, sul vuoto esistenziale in cui troppo spesso scivola l'uomo moderno. Una narrazione che rispecchia un sentire comune ma che fatica a venire fuori. Un libro grigio, immaturo nella forma stessa della scrittura, forzatamente frammentata per ritmare le ore e i pensieri del protagonista, alienato, anestetizzato, egoista, decisamente controverso anche nel suo agire. Tutto sommato un esordio non del tutto riuscito.

mercoledì 11 aprile 2012

"Consapevolezza" di Osho

"Cerca di essere consapevole in qualsiasi istante".
Una manciata di pagine, concetti chiarissimi, che parlano a chi ha smesso di guardarsi intorno prima ancora che dentro, a chi è addormentato in un quotidiano di condizionamenti, falsi bisogni, autoreferenzialità.
Osho parla, non desidera convincere né indottrinare alcuno, invita ad un'osservazione partecipata, consapevole appunto, per arrivare al centro di noi stessi. Sfrondati dal 'pattume' del passato, lontani dal futuro che non conosciamo e che in alcun modo possiamo pianificare, per vivere solo il presente.
"Consapevolezza vuol dire vivere momento per momento, attento, consapevole di te e di tutto ciò che accade intorno a te, in un costante rispondere al momente presente".
Una lettura che sostiene il cammino dell'uomo.

lunedì 9 aprile 2012

"Amore zucchero e cannella" di Amy Bratley

Londra, giorni nostri. Juliet ha ventiquattro anni, ha appena traslocato nella casa dei suoi sogni con Simon, l'uomo che ama. Ma.. proprio la prima notte nella nuova casa scopre il tradimento del fidanzato con la ex coinquilina e, prevedibilmente, il mondo le cade addosso.
Complice l'amica più cara Imogen e la stramba zia Joy, Juliet si butta nel lavoro -storiella di sesso imprevista con il capo belloccio Philip, a parte- nelle feste, nell'hobby del cucito e nel passato.. grazie ad un vecchio manuale per le casalinghe porfette ereditato dalla nonna. Il contenuto del libro la spingerà a confrontarsi con i segreti di famiglia e con il suo io più nascosto sempre tacitato ma le permetterà anche di dare un nuovo corso alla sua vita.. e per la nuova Juliet, ci sarà anche un nuovo amore.. Dylan.. perché "se vuoi che qualcosa accada puoi fare in modo che accada sul serio".
Titolo fuorviante, storiaccia ad alto tasso alcolico, indicata per staccare un paio d'ore dal quotidiano ma decisamente poco originale e anche mal scritta e tradotta.

"La cura dell'acqua" di Percival Everett

Mettete una casa sperduta tra le montagne.
Mettete un tipo che quando va al ristorante si porta il cibo da casa.
Mettete una serie di rumori strani che arrivano dal fondo di una cantina.
Mettete il dolore assoluto di chi perde un figlio.
Mettete tutta la vergogna verso il proprio paese.
Avrete solo frammenti superficiali della vita di Ishmael Kidder.
Poco per raccontare di lui, della sua ossessione di vendetta verso l'uomo che ha brutalmente assassinato la figlioletta di dodici anni, e a cui riservare tra le altre forme di tortura, "la cura dell'acqua"; della finitezza di una vita costellata di dubbi, verità e piccole ossessioni; del suo mestiere di scrittore, celato per necessità dietro uno pseudonimo; della sua ricerca sui filosofi dell'antica Grecia, e sul rapporto tra significante e significato; del suo stare nella piccola comunità che lo crede uno spacciatore; dell'inquietudine del male che permea l'agire del paese che abita (evidente il riferimento -e va da sé il giudizio negativo- alla presidenza Bush).
La scrittura di Percival Everett è elegante, raffinata, volutamente alta e altra; tutto il narrare, articolato in una raccolta di pensieri, giochi linguistici, dialoghi fantastici, frammenti di forme di scrittura diverse, invettive, sogni, disegni, ricerche, costringe il lettore ad un dialogo intimo, necessario, surreale ma fortemente vivo e penetrante.
"Noi, tutti noi, siamo e saremo solo punti e linee".

domenica 8 aprile 2012

"Fai bei sogni" di Massimo Gramellini

"Ci vuole una forza d'animo straordinaria per alzarsi dal letto ogni mattina con l'idea che la vita sia una prova e vada affrontata sempre, anche quando si è sicuri di aver subìto un'ingiustizia terribile e si ha paura di non farcela".
L'ingiustizia.. è la morte della madre per un bambino la notte dell'ultimo giorno dell'anno. Un dolore che l'accompagnerà per tutta la vita radicando in lui l'idea di abbandono, insinuando il sospetto di una colpa, la morte della madre come castigo. L'indifferenza verso chi gli sta intorno, in chi si ostina ad andare avanti a dispetto di quel vuoto che non può, non sa essere colmato dalla freddezza del padre o dalle anguste tate incapaci di qualsiasi gesto di affetto. E crescere così, lottando con la bestia nel cuore, con il silenzio da soffocare nell'audacia della paura.
Fino a quando la verità, irruente, inaspettata, incosciamente pensata da' senso alle parole, forma ai gesti, forza al perdono, tacita l'anima.
Una storia intima, personale, che si fa messaggio d'amore e di speranza.

"Aristotele e la favola dei due corvi bianchi" di Margaret Doody

Nuova, breve ma intensa avventura investigativa per la coppia Aristotele e Stefanos, alle prese con il denaro, l'inganno ai danni della comunità, la corruzione, affari di famiglia e una favola che raccontata ai giovani studenti del Liceo rischia di trovare inaspettato riscontro nel quotidiano.
"Non possiamo dispiacerci di pagare le tasse per sostenere la comunità che amiamo".
Eppure Simmaco e il vecchio e avaro Caronide sembrano pensarla diversamente. In lotta tra loro per una dote non restituita i due ateniesi sono disposti a tutto per accumulare denaro, sottrarlo alla città, farsene vanto e scudo. Ma il denaro dà la felicità o è solo uno strumento? Per raggiungere cosa? La guerra tra i due cugini si dipana proprio come nella favola dei due corvi bianchi.. orgoglio e avidità.. "il denaro è energia accumulata: ha senso se lo si usa, altrimenti non ha un'esistenza propria".
Un piccolo giallo e l'occasione per riprendere in mano la Poetica di Aristotele e ritrovare il suo concetto di polis. Una preziosa apologia della buona politica, di cui, tanto più, oggi è impossibile fare a meno.

sabato 7 aprile 2012

"Volevo essere una farfalla" di Michela Marzano

"Fino a quando ci si modella sulle aspettative degli altri, ci si tradisce profondamente. Eppure è quello che ho fatto per tanto tempo. E che talvolta continuo a fare ancora oggi. (...) E' difficile non essere più schiavi dello specchio deformante dello sguardo altrui. E' difficile accettare di non essere capita, amata, accettata.."
Come Michela.. protagonista e autrice del libro, tante donne. Imprigionate in un ruolo imposto loro dalla famiglia, dalla società, dal partner. Costrette alla perfezione, al controllo assoluto per raggiungere un obiettivo, per spingere il limite ogni volta sempre più in là fino a tentare l'impossibile un attimo prima di lasciarsi andare: l'anoressia.. il controllo della mente sul corpo. L'illusoria onnipotente sensazione di essere padroni del tempo, dello spazio, della vita stessa salvo non accorgersi che la vita scivola via, che il tutto è solo un silenzioso grido di aiuto per dire basta e accettare che la realtà è fatta di tentativi e fallimenti e che 'nonostante tutto, la sofferenza resta, fa parte della vita. Non la si può eliminare. Imprevisti, delusioni, tradimenti. Capita, succede. Proprio perchè non si può controllare tutto e tante cose non dipendono da noi'.
La scrittura della Marzano è centrata su un vissuto esperenziale che arriva al lettore parola dopo parola, è autentica, è quanto di più simile al racconto intimo di un'amica che chiede di essere ascoltata, certa che il racconto stesso servirà non solo a se stessa ma agli altri.
Un testo che si legge e si rilegge con partecipazione, decisione, coraggio.
"Fiducia. Fiducia nella vita. Fiducia nel futuro. Fiducia in se stessi.."

giovedì 5 aprile 2012

"Romanzo di una strage" regia di Marco Tullio Giordana

"Se ti posso dare un consiglio dimenticati di tutto il resto.."
E invece Marco Tullio Giordana con il suo 'Romanzo di una strage' ci invita a non dimenticare il nostro recente passato. A farci domande. A voler dare un volto ai colpevoli, voce alle vittime, contenuto non solo forma alla parola giustizia.
Dicembre 1969. Milano. Una bomba deflagra alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana. Morti, feriti. Esasperazione in un paese attraversato da conflitti sociali e ideologici.
Il commissario Luigi Calabresi della Polizia Politica milanese interroga gli anarchici tra i primi sospettati dell'attentato. Tra loro, Giuseppe Pinelli, un ferroviere, contrario alla violenza. I due si conoscono, si rispettano, stimano.
Nel corso del lungo interrogatorio, in assenza del commissario Calabrese, Pinelli muore. Incidente, suicidio, omicidio? Calabresi verrà messo alla gogna da certa stampa e opione pubblica, lasciato solo dalle istituzioni, costretto a difendersi fino al giorno della suo assassinio, nel maggio del '72.
Se il film parla tramite le voci, i volti, l'agire di Calabresi e Pinelli resi con forza e autenticità da Valerio Mastrandrea e Pierfrancesco Favino, è per raccontare la strage di piazza Fontana, per dispiegare le varie piste di indagini che nel corso degli anni hanno cercato di individuare i veri colpevoli.
Limitandoci ad un giudizio estetico, Marco Tullio Giordana tratteggia con sicurezza il clima del tempo, insiste sulle 'facce' giuste per dire e non dire, dipana la matassa di un tempo a noi prossimo stimolando la coscienza collettiva.
Il risultato è per certi versi convincente, per altri necessariamente o volutamente riduttivo e/o compromissorio. Forse sta tutto in quella frase detta al commissario Calabresi "come i suoi superiori.. la stimano ma la lasciano sola'.
Ecco tanti.. troppi uomini dello Stato sono stati lasciati soli a lottare, molti sono stati costretti a cedere a compromessi, altri hanno taciuto.
A dispetto di una buona regia e di un cast -tranne poche eccezioni (la Chiatti su tutti)- capace quando non straordinariamente in parte -vedi Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro- il film si lascia guardare con un pizzico di smarrimento sui titoli di coda.. quando si legge caso mai qualcuno l'avesse dimenticato che "dopo 43 anni la strage di piazza Fontana è ancora senza colpevoli".

martedì 3 aprile 2012

"Tre volte all'alba" di Alessandro Baricco

"Alba.. una luce cristallina a riaccendere le cose e a rimettere in moto il tempo".
Tre incontri, in tempi sfalsati, nella hall di un hotel, all'alba.
Incrociarsi di vite, uomini e donne, riflessioni sul destino, nulla di imperturbabile al sentimento più vero, l'unico che riempie, l'unico a datare i giorni: l'amore.
"Ho capito che non si cambia veramente mai, non c'è modo di cambiare, come si è da piccoli, si è tutta la vita, non è per cambiare che si ricomincia da capo (...) Si ricomincia da capo per cambiare tavolo. Si ha sempre questa idea di essere capitati nella parte sbagliata, e che con le nostre carte chissà cosa saremmo riusciti a fare se solo ci sedevamo a un altro tavolo da gioco".
Un racconto che si legge davvero tutto d'un fiato quello di Baricco, non potrebbe essere altrimenti. Il lettore viene trascinato dai personaggi, dalle loro storie, si immedisima al punto di sentire le loro paure, le loro emozioni, sognare i loro sogni, vivere i loro bisogni, perdersi nell'alba più bella. Una prosa leggera, per un romanzo nel romanzo (il libro è citato in Mr Gwin) che rivela tutto l'incantamento affabulatorio del raccontatore di storie.. qual si dimostra Alessandro Baricco.

domenica 1 aprile 2012

"Gli occhi di mia figlia" di Vittoria Coppola

"Mi sono chiesta perché a volte le persone esercitino un ascendente tale sulle nostre vite, da potersi permettere il lusso di inidrizzarci verso strade che altrimenti non avremmo percorso mai".
Primi anni '70. Siena.
Dana è all'ultimo anno di liceo. Frequenta una scuola privata. Segue un corso di cucito e uno di inglese; indispensabili al ruolo di moglie di uno stimato avvocato, cui la madre già pensa.
Il futuro di Dana sembra deciso dai suoi genitori, figure borghesi finatamente progressiste, prese dal lavoro al punto da non accorgersi delle vere aspirazioni della figlia.
Ma a volte 'la fuga sembra l'unica scelta sensata'. Tanto più se si tratta di una fuga d'amore.
E l'amore, inaspettato, travolgente, unico è quello che porta Dana alla ribellione.
L'incontro con André, artista di strada, e la piccola Giulia la spingono a trasferirsi a Parigi, a vivere con gioia inaspettata e un pizzico di incoscienza una gravidanza, a ritenere possibile l'emancipazione dai genitori, ma il sogno di una vita di libertà e amore si spegne il giorno di Santa Lucia, in ospedale, dove Dana perderà la sua bambina.. i cui occhi non vedrà mai.
Sopraffatta dal dolore, dalla perdita, Dana tornerà a Siena e giorno dopo giorno si lascerà vincere dall'amore paziente di Armando, l'uomo a cui era stata promessa sin da ragazzina.
Così per vent'anni. Per Dana.. unico conforto le lettere dell'amica Flavia, i quadri che arrivano dalla Francia, la vecchia collezione di bambole di seta e i bambini dell'asilo di cui si prende cura nella villa fuori città.
Fino a che un giorno una bambina e la sua giovane madre la spingono a guardarsi dentro.. sarà un momento e uno strano gioco di coincidenze rivelerà quanto a volte il destino sia scritto per noi da altri, e che l'amore vero.. resiste a dispetto di tutto e di tutti, spinge a perdonare chi ci ha fatto male pensando al nostro bene e che il solo sentimento che non tradisce e non delude mai è l'amicizia.
Un romanzo leggero, breve, intenso che -pur non originale nella storia- arriva al cuore dei lettori.