sabato 28 agosto 2021

"La vita anteriore" di Mirko Sabatino

'La vita anteriore' di Mirko Sabatino è un romanzo folgorante. È il romanzo italiano che mancava da tempo. Di più, un grande romanzo. Lo è per la trama, lo è per i personaggi. Lo è per l'attenzione speciale all'uso delle parole. E su tutto, il protagonista, Ettore, che irrompe nella vita della famiglia di Ottavio Maggio con l'irruenza di un bimbo inatteso che spariglia le carte, i piani di un capofamiglia abituato a gestire le sue donne: la moglie, le tre figlie femmine, le sorelle. Il nipote è il figlio maschio tanto desiderato, e pazienza che il padre non abbia nemmeno voluto vederlo, che sua figlia è una ragazza madre, Ettore è il suo orgoglio, il mondo, la ragione per rischiare l'investimento di una vita per aprire il più bel bar del paese, spaccarsi la schiena ogni mattina, ripagare i debiti fino al giorno in cui il destino spariglierà di nuovo le carte, lasciando Ettore solo, sopravvissuto ad un incidente assieme ad un altro bambino, Bruno con cui condividerà tutto, il dolore della perdita, i giorni di scuola, i silenzi, fino all'incontro con la coetanea Irene. Insieme saranno forza e debolezza, saranno l'uno il sostegno dell'altro, sapranno capire quando partire, quando restare, come contenere i tormenti di Bruno, i sacrifici di Irene per la sua famiglia, la necessità di libertà di Ettore. Vivranno spazi altri dal piccolo mondo antico del paese, per tornare quando tutto il mondo è lì dove sono le persone amate. Ettore cercherà il padre perduto ovunque, sopravviverà nell'unico modo possibile alle perdite devastanti della sua vita: scrivendo, raccontando, lasciandosi andare al prima, ad un ritorno su sé stesso che gli regala l'abbraccio paterno e forse l'unica donna mai davvero amata. La vita anteriore è lì, sul volto rugoso di un centenario che abita uno spazio sognato e racconta una storia di coincidenze sfuggita alle pagine di un romanzo che è la 'vita'.

sabato 14 agosto 2021

"È così che ci appartiene il mondo" di V. Callieri e 'Se la morte ti ha tolto qualcosa, tu restituiscilo" di N.M. Aidt

Due libri di poche decine di pagine, eppure dense, pregne di sentimento, avide di attenzioni, ispiratrici di riflessioni. Se Callieri ci riporta indietro di vent'anni raccontando quei giorni terribili del G8 di Genova e l'orrore di Bolzaneto, raccontando di una umanità negata, la Aidt scava nel dolore più intimo, la perdita di un figlio, per descrivere con le parole che mancano, il respiro che si mozza, il dolore che si materializza e gela il sangue, quanto di più assurdo possa una madre sopportare, sopravvivere al figlio e trovare il modo di restituire in qualche modo il bene che animava l'amato perduto.

Callieri evita giudizi sui fatti di Bolzaneto, ricorda, cerca di capire, di fotografare un tempo, le intenzioni delle anime dei cortei di protesta, il suo è lo sguardo di un ragazzo imprigionato dal male del suo simile. La Aidt merita un'attenzione infinita, il suo è una raccolta di pensieri, anche frasi spezzate.. letteralmente spezzate dal dolore, ricordi, annotazioni sul lutto di scrittori del passato alle prese con la morte di un familiare, poesie, brevi frasi dei diari del figlio, e il racconto, un flashback preso e ripreso della sera del terribile incidente e dei giorni seguenti. Un pugno allo stomaco per chi legge ma anche la commovente presa di coscienza di una madre all'idea che non avrà più il figlio accanto, la famiglia, gli amici tutti che si fanno sostegno, comunità, continuità spirituale con i sentimenti del caro perduto e poi la strada per riprendere a sopravvivere prima, vivere poi, conservando la presenza di chi ci ha lasciato, il suo insegnamento, regalandolo, condividendolo con il mondo tutto.

E la Aidt regala parole preziose: "restituire ciò che i morti ci hanno dato quando erano vivi. Che l'essere dei morti, per così dire, può ancora trovare posto nella vita, che l'amore che ci hanno dato può essere ancora donato. Qui risiede una speranza. La speranza che ciò che mi hai dato crescerà in altri, se sarò in grado di condividerlo. Che il mio amore sia reso più forte e divenga più intenso, perché ora deve contenere il tuo. Il dolore non deve distruggerlo".

sabato 7 agosto 2021

"Quel che si vede da qui' di Mariana Leky


Una piccola comunità in Germania dove tutti si conoscono e si prendono, a loro modo, cura l'uno dell'altro. E pazienza alle stramberie di ognuno. Sono un collante per resistere a tutto, o quasi. Selma, sembra avere un che di terribile e straordinario insieme, quando sogna un okapi nel giro di ventiquattro ore muore qualcuno. Tutti lo sanno, tutti lo temono. A partire dalla nipotina Louise, di cui Selma si prende cura da quando il figlio è sempre in viaggio e la nuora tutta presa dal lavoro. L'ottico, il bottegaio, Elsbeth, Marlies che non esce mai di casa, il terribile Palm, l'adorato Martin sono il quotidiano di Louise, ma come in una fiaba d'altri tempi l'impossibile irrompe nella comunità, il sogno premonitore di Selma ghermisce una vita innocente lasciando tutti smarriti, traumatizzati. Solo il tempo rimarginerà le ferite, i gesti quotidiani verranno ripetuti, gli amori taciuti, i segreti nascosti, i folli compresi, gli addolorati abbracciati. Louise crescerà e avrà timore di allontanarsi dalla sua gente, paralizzata nel suo dolore, aggrappata al suo vecchio cane Alaska fino a che l'amore, inatteso busserà alla sua porta, irreale, irraggiungibile, impossibile. Frederik è bellissimo, gentile ma  indossa le vesti di un monaco buddista.

E in Luoise giorno dopo giorno, anno dopo anno partirà una trasformazione, una rivoluzione gentile che la porterà a farsi protagonista della sua vita, decisa a lasciarsi inondare dalla felicità, con l'accettazione delle perdite inevitabili, forte delle amicizie, ma pronta a spiccare il volo, per guardare da un altrove 'quel che si vede da qui'.

Il libro della Leky è uno scrigno di emozioni. Coinvolge piano il lettore ma quando ne conquista l'attenzione non lo lascia più, fino all'ultima pagina. Tutti i personaggi sono descritti con cura, si sente di fare parte di quella comunità. Si prendono a cuore Selma e il suo amore per la nipotina Louise, si percepisce il terrore consapevole di Martin al cospetto di un padre alcolizzato, Palm. Sale addosso l'ansia disperata di Marlies, l'amore devoto ma mai confessato  dell'ottico per Selma, la crisi matrimoniale dei genitori di Louise incapaci di parlarsi, si tengono per mano le lettere ritrovate da Elsbeth del tradimento del marito, e si viaggia nell'animo di Frederik diviso tra l'amore inatteso per Louise e il suo percorso religioso. La scrittura della Leky, la sua storia magica eppure così terrena perché pregna dei sentimenti umani, inonda il lettore e convince, commuove, strania.. proprio come l'okapi un animale strambo e meraviglioso che irrompe nei sogni di Selma.

Una rivelazione.