Callieri evita giudizi sui fatti di Bolzaneto, ricorda, cerca di capire, di fotografare un tempo, le intenzioni delle anime dei cortei di protesta, il suo è lo sguardo di un ragazzo imprigionato dal male del suo simile. La Aidt merita un'attenzione infinita, il suo è una raccolta di pensieri, anche frasi spezzate.. letteralmente spezzate dal dolore, ricordi, annotazioni sul lutto di scrittori del passato alle prese con la morte di un familiare, poesie, brevi frasi dei diari del figlio, e il racconto, un flashback preso e ripreso della sera del terribile incidente e dei giorni seguenti. Un pugno allo stomaco per chi legge ma anche la commovente presa di coscienza di una madre all'idea che non avrà più il figlio accanto, la famiglia, gli amici tutti che si fanno sostegno, comunità, continuità spirituale con i sentimenti del caro perduto e poi la strada per riprendere a sopravvivere prima, vivere poi, conservando la presenza di chi ci ha lasciato, il suo insegnamento, regalandolo, condividendolo con il mondo tutto.
E la Aidt regala parole preziose: "restituire ciò che i morti ci hanno dato quando erano vivi. Che l'essere dei morti, per così dire, può ancora trovare posto nella vita, che l'amore che ci hanno dato può essere ancora donato. Qui risiede una speranza. La speranza che ciò che mi hai dato crescerà in altri, se sarò in grado di condividerlo. Che il mio amore sia reso più forte e divenga più intenso, perché ora deve contenere il tuo. Il dolore non deve distruggerlo".
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