sabato 30 giugno 2012

"Cinquanta sfumature di grigio" di E. L. James

"Siamo adulti consenzienti e quello che facciamo nell'intimità riguarda solo noi".
Anastacia è una brillante studentessa prossima alla laurea.
Christian un giovane imprenditore miliardario.
Non hanno nulla in comune.
Nulla ad eccezione dell'istintiva attrazione che sentono nascere l'uno per l'altro nel corso di un'intervista.
Nulla se non il bisogno di cercarsi, respingersi, sfidarsi.
Nulla che una fatale proposta indecente non possa spingere a volersi oltre ogni limite mai pensato per l'innocente Anastacia, sempre desiderato per Christian.
Un patto tra uomo e donna, un patto intimo che rivela i desideri più travolgenti, che sfida le convenzioni, mette a nudo l'anima ponendo interrogativi sulla vera natura del proprio sentire, liberando le sfumature grige del nostro passato gravando così sul presente.
"E allora perchè tenti di cambiarmi?
"Io non voglio cambiarti. Vorrei che fossi educata, seguissi le regole che ti ho dato e non mi provocassi. Semplice".

Mettete una vivace autrice televisiva londinese capace di annusare nell'aria le richieste delle lettrici orfane di Bridget Jones, aggiungeteci l'irrequietezza delle 'signore e signorine' di tutte le età, la sfida di sempre al conformismo, una storia d'amore tormentata se non impossibile, un'abbondante dose di erotismo.. estremo, e avrete gli ingredienti per la torbida storiaccia cult dell'estate.
Perchè il guaio è proprio quello di lasciarsi prendere dall'inquietante rapporto tra Christian Gray e Anastacia Steele, i giovani protagonisti di 'Cinquanta sfumature di grigio' e doversi poi leggere di fila anche gli altri due volumi della saga della James. Colpo riuscito comunque, brogliaccio improbabile ma adrenalico nelle torridi notti d'estate. Il genere rosa condito di erotismo allo sfinimento.. in pratica c'è solo quello, alla faccia delle Barbara Cartland di un tempo.
Pur trattandosi di fitction.. tanto clamore su un'opera che parla di dominatore e sottomessa in un tempo in cui così poco riguardo si ha per la donna strappa via il semplice sorriso di divertimento che certa fantasiosa prosa dovrebbe portare al lettore.

venerdì 29 giugno 2012

"L'anello inutile" di Maria Pia Romano

"Il mare è quello che ti resta quando non hai più niente da perdere".
Quattro voci.
Quattro elementi, acqua, aria, terra, fuoco.
Quattro approcci alla vita e all'amore.
Un canto poetico, un affondo primigenio nella natura per raccontare l'uomo, la donna: delusioni, speranze, ossessioni, cadute, riscatti, inquietudini, sogni.
Quattro storie, quattro personaggi, un sincretismo spiazzante.
Una scrittura che si fa prossima parola dopo parola, che scava dentro e ci rimane, per sempre.
"Come l'amore che non sboccia ma si inerpica sulle pareti del cuore. E non c'è soluzione".

domenica 24 giugno 2012

"Di mercoledì" di Anna Marchesini

Un vecchio palazzo, un portone che cigola, l'ascensore che profuma di legno vecchio e.. l'appartamento del quinto piano, inerno dieci. Qui nello studio di una coppia di psicoterapeuti scivolano le esistenze di uomini e donne. Le vite degli altri messe a nudo per ricostruire i pezzi di rotture, dolori, paure e provare a ricominciare. Tra la sala d'attesa dello studio e il pianerottolo del quinto piano si incrociano le storie di tre donne: Else, Zelda e Maria. Ognuna col suo carico di inquietudini e speranze, fino a che qualcosa che sembrava 'riaggiustato' si rompe di nuovo.. forse per sempre.
"Erano due persone sole, parcheggiate nella notte in attesa, in mezzo alla strada fradicia e vuota, ancorate ai pesi di un passato inconciliabile che rendeva incerto e lacerato il presente, impossibile la felicità, si erano incontrati loro due, in un tempo ambiguo un tempo non sincronizzato un tempo di mezzo senza durata che consisteva nel tempo degli altri ma non ne possedeva la metrica il passo la scansione: una specie di limbo dove le ombre vanno e vengono senza sapere a chi appartengono e neppure cosa ne sarà di loro. Ombre senza disperazione e senza affetti, ombre mancanti, ombre di corpi feriti danneggiati e incustoditi di carezze, corpi fragili e incapaci di condurle e troppo incerti sul cammino, ombre di nessuno, almeno fino a quando il corpo non avrà avuto il coraggio di richiamarle".
Una scrittura piena, barocca nelle descrizioni ma essenziale e capace di scavare a fondo nel cuore dei personaggi, al punto di far arrivare al lettore tutto il dolore, autentico, possibile, tragico.
"La realtà è il peggiore dei nemici ci lancia i suoi attacchi nei punti del nostro cuore dove non li aspettiamo, dove non abbiamo preparato una difesa".
La Marchesini si conferma una scrittrice di talento ma il suo 'Di mercoledì' è dolente.

sabato 23 giugno 2012

"Dizionario delle cose perdute" di Francesco Guccini

"Ridatemi, vi prego, un tubetto del dentifricio come quelli di una volta. Non so di cosa fossero fatti, ma erano diversi da quelli attuali. (...) Il tubetto di una volta si schiacciava, partivi dalla fine e lo arrotolavi come un tubetto di conserva che comprimi col manico di un cucchiaio per cavarne fino all'ultima stilla".
Ecco, la scrittura di Guccini in questo personale, generazionale amarcord, è come un tubetto di dentrificio da arrotolare su stesso.. un tornare indietro nel tempo in cerca di sensazioni ed emozioni perdute: giochi, prime volte, suoni, odori, colori che non torneranno, forse anche per questo unici, indimenticabili. L'effetto nostalgia è assicurato ma l'evocazione stona al cospetto della frenesia del tempo attuale.
Eppure, a prescindere dall'età del lettore, vi è un 'come eravamo' che arriva al cuore sincero e buono di un'italinità che non c'è più.

domenica 17 giugno 2012

"Una lama di luce" di Andrea Camilleri

Un sogno.. solo un sogno, dopo una notte difficile per il commissario Montalbano come sempre più spesso capitano. Notte di solitudine, di assenza. Manca un corpo accanto a cui dormire, manca Livia? Forse.. o Marian, donna speciale, una gallerista incantevole, intelligente che ha riaccesso in Salvo la voglia di cominciare qualcosa di nuovo.. ma c'è ancora un forse.. un forse di troppo. Intanto intorno alle vicende personali si avvilluppano due indagini parallele: un traffico di armi ad opera di clandestini tunisini decisi a sostenere la lotta di liberazione in patria e una rapina orchestrata ai danni di una giovane donna con tanto di bacio rubato. Ma molto.. molto di più nasconde la strana rapina: gelosie, vendette, ricatti, amori e amicizie che rischiano di coinvolgere persino le famiglie mafiose della zona. L'intero commissario di Vigata: Augello, Fazio, Catarella su tutti sono coinvolti nelle indagini tanto più che la stessa Marian a Milano per l'acquisto di alcuni quadri su commissione di un ricco uomo d'affari, rischia di essere coinvolta in un intricato e complesso traffico di quadri rubati. A indagini concluse, un Montalbano umanamente combattuto tra la passione per Marian e l'affetto per una Livia stranamente sofferente e silenziosa, viene travolto da una sottile lama di luce.. di quelle che fanno male.. perchè colpiscono lì dove si è più sensibili, e allora guardarsi indietro è necessario per affrontare le responabilità rifuggite, le scelte negate, l'amore respinto. L'indagine in se stesso è quella che Montalbano deve affrontare da solo.. prima di guardare negli occhi Livia e dirle di quel che si è perso per sempre.. Francois.
Camilleri non delude mai anzi intreccia pubblico e privato di Montalbano con una maestria che non ha eguali negli scrittori contemporanei e salda nel cuore dei lettori l'affetto per un personaggio letterario che si fa ogni volta "più umano".

sabato 16 giugno 2012

"La luce sugli oceani" di M. L. Stedman

"...non si può mai sapere cosa porterà con sé la marea.."
Australia. Janus Rock. Una piccola isola in uno sperduto angolo di mondo.
Tom sale più volte al giorno centottanta gradini per controllare che la lanterna del faro sia sempre accesa. Il suo lavoro è dare sicurezza e protezione alle navi. Da lì sulla scogliera segue il doloroso rituale della giovane moglie Isabel porre un fiore sulle tombe dei tre figli perduti. Ma un giorno dal faro Tom scorge una piccola imbarcazione sospinta dalle onde sulla spiaggia. All'interno il corpo di un uomo, morto. E un neonato in lacrime.
E' il 27 aprile 1926. E per Isabel è il giorno del miracolo. Il dono inaspettato del mare. La luce che accende il buio di una giostra infinita di dolore, di speranze spezzate, sogni infranti. La luce su un isola straordinaria, selvaggia, solitaria da accendere di una vita nuova. Ma chi è davvero la bimba venuta dal mare? E' scampata a un naufragio? La sua mamma è morta in mare o a terra la piange disperata qualcuno?
Mille interrogativi improvvisi inquietano Tom e Isabel.
Tom dovrebbe denunciare l'accaduto, riempiere la pagina del suo diario dell'evento, chiamare i soccorsi. Ma non fa nulla.. non lo fa a poche ore dall'avvistamento della barca sulla spiaggia, non lo fa il giorno dopo, né nei mesi successivi. Non lo fa perchè Isabel ha ripreso a vivere stringendo a sé il corpo bisognoso della piccola. Non lo fa perché ama la moglie al punto da venire meno al suo dovere, ai suoi principi, ai suoi valori; non lo fa perchè reduce di guerra, con la morte negli occhi e nel cuore, anela al sogno di vivere, semplicemente; non lo fa perché la bimba ha ridato coraggio anche a lui. Eppure si tormenta ogni giorno, nel dubbio. Dubbio di aver fatto male a qualcuno, di aver rubato la felicità. E il dubbio scava dentro quando sulla terraferma Tom e Isabel capiscono che la piccola ha una madre disperata al limite della follia che non ha smesso di cercarla.
Cosa fare? Rinunciare a Lucy, chiamata così perchè bella come la luce spuntata sull'oceano a illuminare la loro vita, o vivere nella bugia, nel sospetto di essere scoperti, e recare dolore infinito ad altri?
Dove finisce l'amore e inizia la colpa?
 "..a volte l'impegno di dimenticare è importante quanto la promessa di ricordare".
Terra selvaggia, il dramma di una generazione segnata dalla guerra, la maternità negata.
Vendetta.. amore disperato.. sacrificio assoluto.. un epilogo struggente.
 "A volte la vita si dimostra dura. A volte ti dilania. E a volte, quando pensi che sia già successo i peggio, torna indietro a prendersi un altro morso".
La scrittura della Stedman è potente perchè va diritta al cuore del lettore. Forte di un'ambientazione che affonda nella rude bellezza della natura, su tutti il faro, l'autrice crea intorno al personaggio di Tom una storia di forti contrasti emotivi. Sopravvissuto al primo conflitto mondiale, segnato nell'infanzia dalla separazione dei genitori, Tom è un uomo schivo, che nulla chiede alla vita. L'incontro con la giovane e determinata Isabel, decisa a seguirlo a Janus Rock dove Tom si occuperà del faro, lo emoziona e inibisce. L'amore inaspettato lo strania e lo spinge, una volta messo alle strette dall'immenso dolore della moglie nel non avere figli, a trasgredire al suo codice morale e trattenere la piccola portata in salvo dal mare in tempesta. Sarà il suo sentirsi in credito con la vita che gli ha portato per anni la gioia di Isabel e Lucy a spingerlo a denunciare il suo gesto, a comprendere la vendetta della moglie, ad accettare il giudizio ingrato della gente, ma anche profondamente onesto al punto da ricevere il sostegno degli amici e il perdono di Hannah, la madre della piccola Lucy e infine.. ancora.. più di tutto.. l'amore di Isabel, che tornerà da lui dopo una scelta straziante.
La Stedman riesce a commuovere per il dramma di un amore che va oltre la ragione, crudele e sbagliato, pure totalizzante di una madre verso un figlio che non è suo, che non può essere suo e ancora dell'amore tra un uomo e una donna che resiste al dolore di una rinuncia che segna una vita intera. E convince per la capacità di rendere unico, interessante, necessario ogni piccolo personaggio. E' questo a rendere credibile la storia della Stedman e a fare de 'La luce sugli oceani' un romanzo struggente.
"Ogni inizio è la fine di qualcos'altro".

domenica 10 giugno 2012

"Il colore del mare in tempesta" di Karen Viggers

Freddo. Come il vento che sferza Bruny Island. E come il cuore della vecchia Mary che sull'isola torna per morire, perdonare, e perdonarsi. E forse intilmente sfuggire ancora il segreto che nasconde da tanti, troppi anni. Un segreto nascosto sull'isola, un dolore che il faro illumina ogni volta che la mente torna indietro all'adolescenza in famiglia, al marito Jack, ai suoi figli e ad Adam... riapparso un giorno alla sua porta:
"Quell'uomo la stava ancora guardando, cercando di scavare nella sua mente. Ma lo tenne a distanza. Non gli avrebbe più permesso di indagare i suoi pensieri. Ripensando al passato, maledisse la debolezza che l'aveva portata a quel momento. Proprio lei, che era sempre andata fiera della propria forza".
Finalmente libera e in pace Mary può ricordare, rivivere il tempo della sua ribellione.
Guardare indietro per liberare se stessi e lasciare agli altri la speranza di credere ancora nell'amore, nei sogni..
La scrittura della Viggers è come l'Antartide descritto nel romanzo.. fredda, claustrofobica, inerme. Non passa alcuna emozione. La storia non è originale. I personaggi restano anonimi. A dispetto del battage pubblicitario e del prezzo di copertina il romanzo della Viggers meritava di restare nel cassetto. E ci sono andata leggera.

"La donna dei fiori di carta" di Donato Carrisi

"Chi è Guzman? Chi sono io? E chi era l'uomo che fumava sul Titanic?".
Monte Fumo. Trincea. Aprile 1916.
Il giovane medico austriaco Jacob Roumann appunta poche parole sul suo taccuino nero. Lì in montagna, sui campi di battaglia, stretto nella morsa del gelo poco o nulla può per salvare le vite umane. Può, deve però serbare in qualche modo il ricordo di ognuno degli uomini spirati tra le sue braccia. Per questo annota le ultime parole dei moribondi. Nell'alba livida del 15 aprile 1916 scrive "Soldato senza nome: 'Per sempre forse' ".
Ma un nome quel soldato l'ha, e anche una storia. Una storia strordinaria da raccontare come straordinaria era la persona a cui quella storia per davvero apparteneva, tal Guzman, uno che del raccontar storie aveva fatto la sua fortuna e la sua dannazione, che aveva attraversato il mondo, scalato montagne, fumato i migliori tabacchi, rivelato al mondo il potere della musica, amato con disperazione, vissuto credendo nei sogni, regalato emozioni, insegnato a vivere e morire.. scrivendo la leggenda, sul ponte di un transatlantico che affonda nell'oceano.
Una storia suggestiva, mirabili incastri narrativi tra finzione e realtà, personaggi che restano dentro, incastonati come gemme preziose nel labirinto del tempo, un noir che sfida la logica e ammanta di stupore e saggezza, regalando parole sull'amore di una semplicità e forza disarmante, per questo esiste il personaggio di Isabel, per questo esiste Anya, la donna dei fiori di carta: "ti ho costretto a pensare a me quando ancora non esistevo"; e per amore, per salvare l'amore si è disposti persino a rinunciare all'oggetto amato come fa il padre di Guzman "è faticoso sfuggire all'amore almeno quanto lo è inseguirlo".
La scrittura di Carrisi -per usare le sue stesse parole- "..ti entra nella pancia prima di risalire fino al cuore". Lo fa per raccontare "una di quelle storie che fanno tremare i polsi e poi commuovere, ma che sono pure divertenti ed emozionanti come poche al mondo".

domenica 3 giugno 2012

"Il disagio della libertà" di Corrado Augias

"L'unica libertà che meriti questo nome, è quella di ricercare il proprio bene a proprio modo nella misura in cui non si cerchi di privarne altri o di ostacolare i loro sforzi per ottenerla".
Breve, brevissimo saggio quello di Augias sulla libertà. Breve ma incisivo come le parole, mai citate a caso, usate per spiegare il concetto di libertà e il disagio che gli italiani ne lamentano al cospetto. Scrittori contemporanei e non, filosofi, storici, politici chiamati a testimoniare l'insofferenza tutta nostra -insita nel nostro passato- a confrontarsi con l'arditezza di conciliare libertà personale e libertà di partecipare alla vita pubblica per contribuire alla cura dei diritti di tutti.
Come siamo arrivati a delegare scelte e responsabilità ad altri e nel far questo rinunciare alla libertà.. intesa come libertà di fare, di agire, di essere?
Perchè, citando de la Boétie, abbiamo deciso d'esser servi.. e oggi pure contenti?
Perchè a fronte della quotidiana illegalità il cittadino italiano accetta tutto, non si ribella? Perchè ovunque serpeggia una doppia morale, l'uso sfacciato dell'ipocrisia?
L'analisi di Augias è semplice, fondata su un exursus storico inappuntabile, intelligente occasione di riflessione, suggerisce l'assenza di un'educazione pubblica tanto cara al Filangieri, e non solo.. "ma a fare il proprio dovere, il più delle volte fastidioso, volgare, ignorato, ci vuole forza di volontà, e persuasione che il dovere si deve adempiere non perchè diverte o frutta, ma perchè è dovere; e questa forza di volontà, questa persuasione, è quella  preziosa dote che con un solo vocabolo si chiama carattere".

sabato 2 giugno 2012

"Il giardino degli incontri segreti" di Lucinda Riley

"Vuol dire che hai dovuto accettare il fatto di non avere il controllo della situazione? Che a volte non importa come agisci, quante energie impieghi e quanto amore metti in quello che fai: l'esito finale non dipende da te".
Julia Forrester, affermata pianista, prigioniera del dolore per la perdita del marito e del figlioletto in un incidente stradale, sente di dover tornare a casa, dalla sua famiglia per riprovare a vivere, lì dove è stata felice da ragazzina, a Wharton Park, nelle serre della dimora storica dei Crawford, sfiorare le bellissime orchidee che il nonno Bill aveva curato.. salvo scoprire che la dimora sarà di lì a breve messa in vendita dall'ultimo dei Crawford, il giovane Kit che Julia aveva conosciuto da ragazzina.
Eppure è proprio l'incontro con Kit a regalare a Julia la speranza, e un vecchio diario del nonno Bill, ritrovato nella serra, a spingerla a ritrovare nel passato la forza per ricominciare a vivere, le infinite possibilità nascoste nelle pieghe del tempo e le potenzialità dell'amore, da vivere, consumare quando arriva perchè "l'istante è tutto ciò che abbiamo".
Gli orrori della seconda guerra mondiale, l'amore negato, uomini e donne pressati dal senso di responsabilità in un tempo segnato dal dovere, nobili e servitù, amici e complici, un'orchidea rara simbolo di un amore perduto, il fascino dell'oriente e il silenzio della campagna inglese, un pianoforte in una vecchia dimora di campagna, il potere evocativo dei ricordi.
"Condividiamo un momento di infinito. Come nell'universo non c'è inizio e non c'è fine. Siamo e basta".
Una scrittura semplice quella della Riley, che paga qualche forzatura di troppo nella costruzione della trama, abbonda in colpi di scena che alcuna sorpresa riservano al lettore, allunga strancamente la narrazione di un centinaio di pagine per reggere la tensione in un finale alla 'e vissero tutti felici e contenti' che pare sin da subito scontato. A dispetto dei vizi di forma, 'un fiore di serra', ovvero la storia di Julia, decisa a sbocciare alla vita a dispetto del dolore, allieta il lettore per un paio d'ore e non è poco.