domenica 29 maggio 2011

"Guai in paradiso" di Katie Fforde

Campagna inglese. Natale. Mercatino di Paradise Fields. Distesa erbosa antistante la decadente dimora di Sir Gerald Hunstanton.
Tra i banchetti si aggira una bella donna per controllare che tutto vada bene tra gli espositori. Un uomo le si avvicina e complice un bel ramo di vischio la bacia strappandole un sorriso di meraviglia e imbarazzo.
Lei è Nel Innes, una vedova quarantenne, attiva nella comunità locale.
Lui è Jake Demerand avvocato londinese.
Presto si ritroveranno schierati l'un contro l'altro per Paradise Fields, decisa a trasformarla in un complesso residenziale il cliente di Jack, pronta a difendere la quiete della campagna, le tradizionali attività commerciali e il piccolo ospedale per bambini, Nel.
Ma Nel e Jake si scopriranno protagonisti anche di una schermaglia d'amore che rischia di travolgere la serenità di Nel e dell'intero paese. Chi è davvero l'affascinante Jake Demerand? E chi ha davvero deciso di trasformare il volto della comunità?
"I bastardi simpatici sono più difficili da dimenticare di quelli villani".
In una divertente commedia sentimentale -stile old America, anche se qui siamo in Inghilterra- la Fforde tratteggia personaggi credibili e spiritosi in una storia che si legge tutto d'un fiato.

sabato 28 maggio 2011

"L'incidente" di Laurence Cossé

Una sera qualsiasi di fine estate, una donna che rientra tardi da lavoro, il solito tragitto da fare in macchina, il limite di velocità da rispettare in galleria.
Ma non è una sera qualsiasi. Non lo è, né mai più lo sarà per Lou..
"..nel tunnel rivedeva quel mostro che spuntava all'improvviso dietro di lei facendole prendere un accidente, strusciandole la fiancata, schizzando di ghimbescio a destra e a sinistra e poi andandosi a schiantarsi sotto i suoi occhi".
E non si era fermata. Non era da lei, eppure stanca, impaurita, infastidita non si era fermata a sincerarsi dell'accaduto. Ignorava se c'erano state vittime, nè se qualcuno si era accorto di lei. Aveva tirato dritto fino a casa, chiuso la macchina in garage e smaniato per dormire, per cancellare le ore precedenti.. magari solo rimandare a domani le decisioni da prendere. Ma l'indomani Lou avrebbe scoperto che la sua vita sarebbe potuta cambiare per sempre.. e lei non lo voleva.
La galleria dell'incidente era il tunnel dell'Alma. L'auto che l'aveva travolta era una mercedes su cui viaggiava Diana Spencer in fuga dai paparazzi. L'auto che tutti cercavano era una Uno bianca: la sua. L'idea di finire sui giornali di mezzo mondo inorridisce Lou, l'unica è mentire, negare l'accaduto e così lasciarsi schiacciare dalla paura e stravolgere la propria vita: mollare il fidanzato, il lavoro, fuggire, salvo ritrovarsi invischiata in una sordida storia di ricatto da cui tirarsi fuori con la forza che solo la disperazione dà e riconciliarsi liberandosi di un peso che l'avrebbe annientata: "Mentre varcava la porta lo sentì scoppiare a ridere, ma non capì cosa dicesse. Parlava veloce sghignazzando. E cinquantaquattro! diceva. E' la cinquataquattresima, solo qui da noi. L'hai vista? Completamente picchiata!".
Opera prima dell'autrice de 'La libreria del buon romanzo' la francese Cossé qui descrive quanto drasticamente possa cambiare la vita di una persona qualunque se coinvolta come testimone in una pagina della storia, in questo caso l'incidente che costò la vita alla principessa Diana. L'esperimento riesce solo in parte, non si avverte mai davvero tensione nella scrittura né vengono esplorate a dovere le motivazioni della reticenza della protagonista. Il tutto stride un pò non giovando alla narrazione che precipita in un finale che ridicolizza la scelta della protagonista. Romanzo piuttosto scialbo.

venerdì 27 maggio 2011

"The tree of life" regia di Terrence Malick

Miglior film alla 64° edizione del Festival di Cannes 'The tree of life' di Terrence Malick è un film impegnativo, stimolante, onirico. Paragonabile per emozione ad una lirica alla vita. Un film dalle immagini straordinarie, curato nel dettaglio più piccolo, un viatico al complesso significato dell'esistere e del divenire, giacchè tutto in noi stessi -corpo e anima- è destinato a trasformarsi, evolversi. Il regista usa una famiglia americana tipo degli anni '50 per parlare della vita e di come si può approcciarla.. lasciando che sia la natura o la grazia a indicarci il modo.. così per il piccolo Jack diventa dura barcamenarsi tra un padre duro, ordinato, che pretende rispetto e incute paura e una madre amica, compagna di giochi, lieve e comprensiva, tanto più quando il dolore per una perdita devastante come può essere quella per un fratello impone degli interrogativi, anche a distanza di anni, anche quando da adulti si sta già attraversando la vita, salvo trovare ragione per pacificarsi con se stesso, con la famiglia, con quello che viene richiesto ad ogni uomo che riflette sulla presenza di un'entità superiore. Un film che ingenera stupore, meraviglia, bastano le immagini sull'origine della vita sulla terra, accompagnate da brani di musica classica e sacra in un perpetuo inno alla vita che scivola nell'immagine di un padre che sfiora il corpo del figlio appena nato rapito da tanta gioiosa perfezione. Malick -approccio manicheo all'evoluzione della storia- scivola quasi nel manierato eppure complice una scrittura intelligente il film riesce ad ammutolire. Per certi versi non è esagerato il termine capolavooro. "Se non ami, la tua vita passerà in un lampo".

domenica 22 maggio 2011

"Bugiarda no, reticente" di Franca Valeri

Più che un'autobiografia pensieri liberi strappati alla notte, episodi raccontati a voce alta agli amati cani, un fluire di brevi immagini del proprio passato questo il lettore trova nel breve 'Bugiarda no, reticente' di Franca Valeri, sulla sua vita. Pochi accenni su famiglia, scuola, amori, passioni e naturalmente il lavoro che lasciano intuire il carattere di una straordinaria donna di spettacolo, testimone a suo modo del novecento e riflesso bizzarro di una società di cui ha saputo rendere nelle sue opere il meglio e il peggio. Una donna colta, decisa e naturalmente ironica. Il titolo dell'opera, una fulminea descrizione di Franca da parte da parte della madre Cecilia, la descrive al meglio e rende il rigore pasimonioso con cui l'autrice centellina i ricordi di sé.
"La maleducazione è arrivata molto in alto. La nostra freddezza li ha lasciati lavorare. Adesso la ribellione spetta a noi. Non si era mai visto nella storia: la rivoluzione degli educati".

sabato 21 maggio 2011

"Il profumo delle foglie di limone" di Clara Sánchez

"Le storie non finiscono finché non abbiamo chiuso tutti i conti, finché non ci abbiamo messo un punto con la testa o con il cuore".
Spagna. Costa Blanca.
Sandra ha trent'anni, è incinta di cinque mesi, sta nella casa al mare della sorella, ha lasciato il lavoro, non sa se ama abbastanza l'uomo da cui aspetta un figlio, è in cerca di risposte ai mille dubbi che le affollano la mente. Trascorre le sue giornate trascinandosi tra la casa e la spiaggia vicina, a bordo di una Vespa 50. Sarà sulla spiaggia che Sandra conoscerà due anziani coniugi svedesi, amabili persone pronte a prendersi cura di lei come due nonni speciali. Sono Fred e Karin Christensen. I due apriranno a Sandra la loro grande casa, il loro cuore, prodighi di mille attenzioni.
Julian ha ottant'anni, torna in Spagna su invito di un vecchio amico. Torna per scacciare la paura che abita il suo cuore da tempo, troppo tempo: la paura di chi è sopravvisuto a Mauthausen, la paura di adempiere alla caccia ai nazisti scampati alla giustizia, la paura di guardarli in faccia e chiedersi ancora come il male possa nascondersi dietro occhi limpidi di vecchi che si credono immuni a qualsiasi forma di espiazione. In mano Julian ha la foto di due di loro, un'anziana coppia: i Chistensen.
Nomi, persone, vite. Cosa nasconde un nome? Come adempiere il compito di raccogliere prove e denunciare due spietati nazisti senza travolgere una giovane innocente? Julian è costretto a parlare a Sandra, convincerla che le sue accuse non sono frutto della pazzia, spiegarle, raccontarle di un passato a molti ignoti se non rimosso, un passato immerso nell'odio e nell'orrore che rischia di travolgere ancora innocenti eppure il male non può restare impunito.
"Devi decidere. Devi dirmi se vuoi che ti racconti chi è questo individuo. ma devi saperlo: ogni elemento in più che ti dirò, sarà un passo in più verso l'inferno".
Improvvisamente coinvolta Sandra decide di aiutare Julian a rischio della sua stessa vita, ebbra di un compito che le restituisce forza, dignità di persona. Ignora che sulla strada verso la verità dovrà vincere non solo il male, la subdola arte della prevaricazione, la follia di una piccola comunità di uomini e donne che si crede gente eletta, superiore, ma l'inaspettato amore per un uomo legato a doppio filo con il Male stesso... un gioco pericoloso quello di Sandra e Julian, destinato a riportare "un equilibrio nell'universo".
Il romanzo della Sanchez convince nel tentativo di raccontare l'orrore nazista e trasmetterlo nella memoria alle nuove generazioni -da qui il voluto parallelo, anche nel racconto, tra l'anziano Julian e la giovane Sandra- e spiegare il dramma di quanti si sentono mortificati dall'assurdità di chi non solo sfugge alla concreta espiazione della pena ma nemmeno riconosce l'orrenda atrocità di cui si è reso complice. Non a caso Julian chiede al suo aguzzino di un tempo "E' il momento della verità. Voglio sapere se capisci la mia sofferenza, la mia umiliazione, il mio dolore per essere stato ridotto a materiale umano" e ancora "Non senti alcuna repsonsabilità per tutti quei morti, per quei milioni di morti ammazzati?" "La colpa, i rimorsi e il pentimento frenano il progresso dell'umanità. Provi molti rimorsi quando squartano una vacca, quando tosano una pecora per prenderle la lana? Se si scorge con chiarezza l'obiettivo e il cammino per raggiungerlo e quell'obiettivo è globalmente buono, come si dice oggigiorno, allora non ci sono dubbi". Aberrante. La narrazione della Sanchez naufraga un pò nel finale affrettato, didascalicamente esplicativo nel percorso di emancipazione di Sandra e di concreta piccola personale vendetta di Julian. Va da sé che la casa editrice Garzanti ha puntato su un titolo volutamente straneante, quasi romantico, evocativo al posto del molto più congruo titolo originale 'Lo que esconde tu nombre' ovvero quel che si cela dietro il tuo nome.. chiaro riferimento alla personalità inquietante, criminale dei protagonisti, in apparenza innocenti vecchietti.

giovedì 19 maggio 2011

"Con gli occhi dell'assassino" regia di Guillem Morales

Julia ha una sorella gemella: Sara. Entrambe soffrono di una malattia degerativa agli occhi. Sara è ormai prossima alla cecità. Un giorno, a lavoro, Julia percepisce che qualcosa di brutto può essere accaduto alla sorella. Pur lontane da mesi Julia corre a cercare la sorella. La troverà morta, apparentemente suicida, nella cantina della sua casa. Benché le autorità siano certe del suicidio, Julia infatti crede che qualcuno abbia ucciso la sorella, qualcuno la cui presenza lei stessa avverte nell'ombra intorno a sé. Chiede in giro, cerca tra i vicini, la vecchia Soledad cieca pure lei e il centro Bauman a cui la sorella si era rivolta e soprattutto l'uomo a cui pare si accompagnasse nelle ultime settimane. Chi è l'uomo misterioso? Possibile che nessuno ricordi qualcosa di lui? Possibile che persino al ristorante, in albergo, per strada tutti ricordassero Julia e non il suo accompagnatore? E' davvero possibile essere a tal punto invisibili agli occhi della gente? Vivere nell'ombra? Decisa a scoprire la verità, attanagliata dal progredire improvviso della sua malattia, travolta dalla morte del marito, costretta ad operarsi per sperare di tornare a vedere, Julia è spinta ad abitare la follia di incubi atroci, paure inquietanti che la spingono a dubitare di sé, dell'amore e della fedeltà del marito, persino del giovane assistente che l'ospedale le ha assegnato in attesa di togliere le bende e assicurarsi del buon esito dell'operazione.. ma qualcosa precipita, e in una notte terribile il buio fuori riempie l'anima di Julia costretta a strapparsi prima del tempo le bende e vedere con gli occhi dell'assassino nella sua mente malata e sfuggire al mostro, ingoiando terrore e aria, travolta dal tradimento di chi si credeva amico, dal sacrificio di poveri innocenti fino a costringere in un angolo l'assassino, a renderlo visibile a tutti, lacerando il velo di spietata ipocrisia che abita il mondo.
Un film che attanaglia lo spettatore fin dalla prima immagine, un film che trascina in un abisso di terrore, un film costruito se vogliamo in maniera artigianale scena su scena, particolare maniacale nel dettaglio, fotografia che vira al seppiato, scenografia che punta all'uso di materiali in legno, interni che riflettono le personalità degli abitanti, musiche ad effetto, fidando così nella studiata reazione dello spettatore ad ogni exploit macabro. Thriller ed horror, un occhio ad Hitchcock e uno a Dario Argento, Morales strega lo spettatore. Eppure al di là della tensione a mille il regista cede in alcune ovvietà.. si capisce chiaramente l'identità dell'assassino a un quarto del film, gli si perdona la dolcezza dell'ultima scena ma non lo sguardo insistente sulla scollatura della protagonista. Tutto sommato un buon film che distrae forzatamente per due ore.

"La mappa del destino" di Glenn Cooper

"Ruac, 1307.
Io, Barthomieu, monaco dell'abbazia di Ruac, ho ducentoventi anni.
E questa è la mia storia."
Un manoscritto antico ritrovato per caso nella biblioteca di un monastero dopo un violento incendio. Una caverna dalle tante grotte affrescate con dipinti rupestri, oggetto della scoperta causale di un paio di giovani parigini scomparsi nel nulla nel 1899, e ritrovata come su una speciale mappa del tesoro da altri due uomini, amici fraterni, più di un secolo dopo.
Sono Hugo Pineau e Luc Simard. Novelli Indiana Jones al cospetto di una meraviglia che ha le potenzialità di rivelarsi un tesoro unico per la Francia, i due saranno alla guida di una favolosa équipe di esperti decisi a rivelare tutti i segreti della caverna di Ruac. E sono tanti i i segreti che cela. A quale periodo risalgono i dipinti, quale uomo poteva adottare colori e tecniche pittoriche così straordinarie: ominidi, bisonti, uccelli, piante.. e che tipi di rituali si svolgevano nelle grotte? E ancora perchè la popolazione del piccolo paese di Ruac guarda con sospetto agli studiosi accorsi da tutto il mondo? Cosa si cela nel loro passato? E perchè una unità speciale dei servizi segreti monitora l'intera operazione? Perchè tutti quelli che si interessano a Ruac muiono in circostanze sospette, incidenti e violenti omicidi? Sarà Luc, tra le mani le ultime pagine del manoscritto del monaco Barthomieu tradotte, a sfidare il segreto più ricercato da sempre dagli uomini.. e vincere la partita con il destino salvando la sua straordinaria caverna e l'amore della sua Sara.
Un pessimo libro l'opera terza dell'americano Cooper. Un guazzabuglio di idee e storie sentite e risentite messe insieme nella speranza che un lettore rabbonito dal battage pubblicitario non se ne avveda. Ma onestamente leggere del mito dell'elisir di lunga vita, dei templari, di mitologia spiccia, antropologia e ancora la storia d'amore di Abelardo e Eloisa, la tempra morale di una figura religiosa quale Bernardo di Chiaravalle, uomini della resistenza francese è obiettivamente esagerato tanto più quanto la tessitura narrativa è povera e la scrittura banale.

martedì 10 maggio 2011

"Le sante dello scandalo" di Erri De Luca

Poche pagine costruiscono il racconto de 'Le sante dello scandalo'. Parole scarne ma lucide, potenti, immaginifiche: "E la sua voce era come le gocce che cadono da un secchio dentro un pozzo". Parole profonde che significano, riempiono. Parole mai sprecate quelle di Erri De Luca, traduttore dall'ebraico antico (lingua appresa da autodidatta) e per questo conoscitore 'a suo modo' della Bibbia di cui ha tradotto diversi testi, parole prone a raccontare cinque donne, cinque straniere, cinque impavide al cospetto della legge sacra: Tàmar, Rahàv, Rut, Betsabea, Maria. "Belle, certo, ma per dote sottomessa a uno scopo solo appena intuito. Hanno il fascino insuperabile di chi porta la propria bellezza con modestia di pedina. Hanno un traguardo, una missione in cuore e la perseguono inflessibili". Donne combattive per il dono di quella grazia di cui sono piene. "Da queste cinque donne passa la storia più ambiziosa del mondo".

lunedì 9 maggio 2011

"L'ultima lettera" di Sarah Blake

GiustificaE' autunno, è il 1940. Franklin è un paesino sulla costa del Massachusetts. I turisti sono andati via. E' tornato il silenzio. Eppure qualcuno arriva ancora: è una giovane donna. Le va incontro il dottor Fitch. E' sua moglie Emma. Sullo stesso autobus di Emma, viaggia Iris James, il direttore dell'ufficio postale del paese. Stringe a sè un foglio di carta che spera possa presto garantirle l'amore del benzinaio del paese, Harry. Forse solo l'ennesima eccentricità di una donna puntigliosa che crede di regolare la vita della gente come governa la posta da smistare, sentendosi per certi versi partecipe dei loro affetti. Emma e suo marito Will, Harry e Iris come tantissimi americani seguono le trasmissioni radiofoniche e presto sono presi dai racconti di una giovane reporter di guerra: Frankie Bard. Sarà ascoltando Frankie che si sentiranno precipitati in guerra, calamitati da storie di dolore, separazioni, lutti. Fino a che per un incredibile caso le vite di Frankie e Will si sfioreranno a Londra. Saranno le parole di Will a spingere Frankie nel cuore dell'Europa, per raccogliere le testimonianze degli ebrei in fuga, e percepire così il dramma dell'Olocausto che a breve seguirà, e scuotere la coscienza di una donna che si interrogherà sull'assurdità della guerra, impedendole di raccontare l'unica storia che il dovere e la compassione la obbligherebbe a rivelare: quella di un uomo che non potrà tornare dalla donna che ama.
Opera prima della scrittrice americana Sarah Blake 'L'ultima lettera' pare, nonostante tutti gli sforzi di generare pathos e ricreare le atmosfere drammatiche della guerra -di qualunque guerra, un'opera incompiuta. "Si tratta delle menzogne che diciamo agli altri per proteggerli, e delle menzogne che diciamo a noi stessi per non essere costretti a riconoscere qualcosa che non potremmo sopportare". Questo è il tema che l'autrice cerca di sviscerare ma i personaggi femminili della storia, persino la protagonista Frankie, appaiono sempre in ombra, schiacciati dal peso della storia che non arriva, non emoziona.

sabato 7 maggio 2011

"La bellezza e l'inferno" di Roberto Saviano

"Non so cosa andrò a scrivere ma per me vale soltanto scrivere cose che contano" diceva Graham Greene. Così per Roberto Saviano, così per questa raccolta di scritti che coprono cinque anni in cui la vita di Roberto Saviano, giovane scrittore campano classe 1979 è stata travolta dall'impatto del suo libro d'esordio 'Gomorra'. Articoli, brevi saggi, scritti in cui Saviano svela anche parte di sé, dei suoi gusti letterari, dell'impatto che determinate persone, famose o meno, hanno avuto sulla sua vita; incontri che gli testimoniano con uno sguardo o poche parole l'importanza del sacrificio di un giovane di vivere dal 2006 sotto scorta per un'anomalia della società contemporanea che permette ad un'orgnizzazione criminale di gestire "il potere", impattare drasticamente sulla vita di intere generazioni, schiacciare le anime, rubare i sogni dei giovani. Ma ci sono anche le parole pronunciate all'Accademia del Nobel, la descrizione dello smarrimento a Cannes, la nostalgia della sua terra, dei gesti quotidiani impediti da tempo, troppo tempo, l'amarezza di essere scambiato per un opportunista, il timore di essere deligittimato e anzora la speranza, di più la certezza che proprio attraverso le parole si possa cambiare il mondo. Una scrittura appassionata, vera, a tratti velata di una certa implume retorica ma destinata a scuotere gli animi.

domenica 1 maggio 2011

"Il segreto" di Sebastian Barry

GiustificaOspedale Pischiatrico di Rascommon. Irlanda.
Pochi mesi e l'ospedale verrà demolito. Il dottor Grene che a Rascommon lavora da più di vent'anni riceve l'incarico ufficiale di rivedere 'la posizione legale' di tutti i pazienti per decidere -ove possibile- di 'rimettere in libertà' alcuni di loro. Roseanne McNulty è una di loro. La più anziana, quasi cento anni, ricoverata a Rascommon dal lontano 1957. Dunque mezzo secolo.. in manicomio.
Il dottor Grene sa perfettamente che molti dei suoi pazienti non necessitano di alcun ricovero forzato, teme che Roseanne nasconda una storia di soprusi e violenze, non immagina nemmeno quanto la vita di una splendida fanciulla di Sligo sia stata provata dalla cattiveria della gente, persino di quelli che avrebbero dovuto proteggerla, amarla, tenderle la mano.. come padre Gaunt. Roseanne intanto decide di scrivere un diario in cui raccontare la sua vita.. proprio in parallelo alle ricerche del dottor Grene. Racconterà l'amore per il padre, la fragilità della madre da cui erediterà una bellezza travolgente, l'orrore della guerra civile che porterà la morte, la vendetta, l'odio in mezzo agli irlandesi e ancora la paura, il sospetto e l'atroce esperienza di essere ripudiata dal marito e un figlio rubatole dal vento in una notte di tempesta quando ultima tra i vivi era stata respinta da tutti. Tacciata della colpa peggiore per una madre: uccidere il proprio figlio era stata internata. Ma erano andate davvero così le cose? Perchè Roseanne respingeva ancora, a distanza di tanti anni, quella terribile accusa? Quale segreto lacera il suo cuore? Quale colpa è possibile ascriverle se non quella di essersi affidata per un momento solo all'illusione dell'amore? Quanto è labile il confine tra normalità e follia? E quali scelte si è costretti ad accettare per conformarsi alle regole che la società impone?
Deciso a scoprire la verità, toccato dalla dolcezza e dalla delicata bellezza di Roseanne il cui affetto l'aiuterà a superare il lutto per la scomparsa della moglie Bet, il dottor Grene viaggerà nel passato della sua terra, sconvolto da orrori e pregiudizi, terminando la sua ricerca lì dove -ignaro di tutto- la sua stessa vita è cominciata: in un orfanotrofio, per scoprire che il destino ci mette al cospetto di insospettabili verità.

"Jane e il prigioniero di Wool House" di Stephanie Barron

Intrigante nuova avventura per la Jane Austen versione detective in gonnella, uscita dalla penna della scritrrice americana Stephanie Barron.
Siamo a Southampton, nel 1807. Jane è ospite del fratello Frank capitano della Marina. Poche settimane mancano al parto della cognata Mary e del trasferimento nella nuova dimora degli sposi a Castle Square. Frank è in attesa di un nuovo comando e la situazione è ideale per permettere a Jane di viaggiare per mare, anche solo per un breve tratto, e realizzare così il suo desiderio più grande: "Southampton Water e il Solent, tra la costa e l'isola di Wight, poco a meridione erano sempre stati di partenza per grandi avventure, rischi, temerità, e fortune conquistate o perdute". Jane ignora che proprio in mare, nel corso di una battaglia tra la Stella Maris inglese e la Manon francese, qualcosa di terribile pare essere accaduto, un evento che rischia di condannare a morte il capitano della marina inglese Tom Seagrave, amico fraterno di Frank Austen. "Il capitano francese è stato mortalmente ferito dopo la cattura del bastimento e dopo aver consegnato la spada in segno di resa". Risulta quindi imprescindibile a Jane e Frank dimostrare la sua innocenza e occuparsi della moglie e dei due figli del capitano tanto più che la donna sembra malata e in balia di una vecchia zia che la reclama in seno alla famiglia ora che il vecchio e nobile padre della ragazza è morto senza altri eredi.
Ma cosa è davvero accaduto sulla Manon? E perchè Tom Seagrave non si perdona la morte del piccolo Simon Carruthers a bordo della Stella Maris nel corso della battaglia? E quale era la sua missione? Jane e Frank scopriranno presto che il loro agire è pericoloso quando l'uomo che accusava Tom Seagrave viene trovato barbaramente ucciso in un vicolo nei pressi del porto a poche ore dalla sua decisione di ritrattare tutto. Ma qualcun'altro è in grado di testimoniare in difesa di Tom Seagrave, un francese ora prigioniero a Wool House, qualcuno a cui Jane presta aiuto, un uomo misterioso che spingerà i due a interrogarsi su chi davvero ha interesse a eliminare Tom Seagrave, qualcuno in grado di far luce persino sulla segretissima missione della Stella Maris in quel della Manica.
A un passo dalla verità Jane capirà di essere al cospetto di un complotto macchinoso e pericoloso se è vero che la sua stessa vita è in pericolo e che l'assassino ha il volto di un insospettabile.
La Barron è la testimonianza di come si possa fare un ottimo 'intrattenimento letterario' inserendo Jane Austen e la sua famiglia in storie attendibili storicamente.