lunedì 9 maggio 2011

"L'ultima lettera" di Sarah Blake

GiustificaE' autunno, è il 1940. Franklin è un paesino sulla costa del Massachusetts. I turisti sono andati via. E' tornato il silenzio. Eppure qualcuno arriva ancora: è una giovane donna. Le va incontro il dottor Fitch. E' sua moglie Emma. Sullo stesso autobus di Emma, viaggia Iris James, il direttore dell'ufficio postale del paese. Stringe a sè un foglio di carta che spera possa presto garantirle l'amore del benzinaio del paese, Harry. Forse solo l'ennesima eccentricità di una donna puntigliosa che crede di regolare la vita della gente come governa la posta da smistare, sentendosi per certi versi partecipe dei loro affetti. Emma e suo marito Will, Harry e Iris come tantissimi americani seguono le trasmissioni radiofoniche e presto sono presi dai racconti di una giovane reporter di guerra: Frankie Bard. Sarà ascoltando Frankie che si sentiranno precipitati in guerra, calamitati da storie di dolore, separazioni, lutti. Fino a che per un incredibile caso le vite di Frankie e Will si sfioreranno a Londra. Saranno le parole di Will a spingere Frankie nel cuore dell'Europa, per raccogliere le testimonianze degli ebrei in fuga, e percepire così il dramma dell'Olocausto che a breve seguirà, e scuotere la coscienza di una donna che si interrogherà sull'assurdità della guerra, impedendole di raccontare l'unica storia che il dovere e la compassione la obbligherebbe a rivelare: quella di un uomo che non potrà tornare dalla donna che ama.
Opera prima della scrittrice americana Sarah Blake 'L'ultima lettera' pare, nonostante tutti gli sforzi di generare pathos e ricreare le atmosfere drammatiche della guerra -di qualunque guerra, un'opera incompiuta. "Si tratta delle menzogne che diciamo agli altri per proteggerli, e delle menzogne che diciamo a noi stessi per non essere costretti a riconoscere qualcosa che non potremmo sopportare". Questo è il tema che l'autrice cerca di sviscerare ma i personaggi femminili della storia, persino la protagonista Frankie, appaiono sempre in ombra, schiacciati dal peso della storia che non arriva, non emoziona.

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