sabato 21 maggio 2011

"Il profumo delle foglie di limone" di Clara Sánchez

"Le storie non finiscono finché non abbiamo chiuso tutti i conti, finché non ci abbiamo messo un punto con la testa o con il cuore".
Spagna. Costa Blanca.
Sandra ha trent'anni, è incinta di cinque mesi, sta nella casa al mare della sorella, ha lasciato il lavoro, non sa se ama abbastanza l'uomo da cui aspetta un figlio, è in cerca di risposte ai mille dubbi che le affollano la mente. Trascorre le sue giornate trascinandosi tra la casa e la spiaggia vicina, a bordo di una Vespa 50. Sarà sulla spiaggia che Sandra conoscerà due anziani coniugi svedesi, amabili persone pronte a prendersi cura di lei come due nonni speciali. Sono Fred e Karin Christensen. I due apriranno a Sandra la loro grande casa, il loro cuore, prodighi di mille attenzioni.
Julian ha ottant'anni, torna in Spagna su invito di un vecchio amico. Torna per scacciare la paura che abita il suo cuore da tempo, troppo tempo: la paura di chi è sopravvisuto a Mauthausen, la paura di adempiere alla caccia ai nazisti scampati alla giustizia, la paura di guardarli in faccia e chiedersi ancora come il male possa nascondersi dietro occhi limpidi di vecchi che si credono immuni a qualsiasi forma di espiazione. In mano Julian ha la foto di due di loro, un'anziana coppia: i Chistensen.
Nomi, persone, vite. Cosa nasconde un nome? Come adempiere il compito di raccogliere prove e denunciare due spietati nazisti senza travolgere una giovane innocente? Julian è costretto a parlare a Sandra, convincerla che le sue accuse non sono frutto della pazzia, spiegarle, raccontarle di un passato a molti ignoti se non rimosso, un passato immerso nell'odio e nell'orrore che rischia di travolgere ancora innocenti eppure il male non può restare impunito.
"Devi decidere. Devi dirmi se vuoi che ti racconti chi è questo individuo. ma devi saperlo: ogni elemento in più che ti dirò, sarà un passo in più verso l'inferno".
Improvvisamente coinvolta Sandra decide di aiutare Julian a rischio della sua stessa vita, ebbra di un compito che le restituisce forza, dignità di persona. Ignora che sulla strada verso la verità dovrà vincere non solo il male, la subdola arte della prevaricazione, la follia di una piccola comunità di uomini e donne che si crede gente eletta, superiore, ma l'inaspettato amore per un uomo legato a doppio filo con il Male stesso... un gioco pericoloso quello di Sandra e Julian, destinato a riportare "un equilibrio nell'universo".
Il romanzo della Sanchez convince nel tentativo di raccontare l'orrore nazista e trasmetterlo nella memoria alle nuove generazioni -da qui il voluto parallelo, anche nel racconto, tra l'anziano Julian e la giovane Sandra- e spiegare il dramma di quanti si sentono mortificati dall'assurdità di chi non solo sfugge alla concreta espiazione della pena ma nemmeno riconosce l'orrenda atrocità di cui si è reso complice. Non a caso Julian chiede al suo aguzzino di un tempo "E' il momento della verità. Voglio sapere se capisci la mia sofferenza, la mia umiliazione, il mio dolore per essere stato ridotto a materiale umano" e ancora "Non senti alcuna repsonsabilità per tutti quei morti, per quei milioni di morti ammazzati?" "La colpa, i rimorsi e il pentimento frenano il progresso dell'umanità. Provi molti rimorsi quando squartano una vacca, quando tosano una pecora per prenderle la lana? Se si scorge con chiarezza l'obiettivo e il cammino per raggiungerlo e quell'obiettivo è globalmente buono, come si dice oggigiorno, allora non ci sono dubbi". Aberrante. La narrazione della Sanchez naufraga un pò nel finale affrettato, didascalicamente esplicativo nel percorso di emancipazione di Sandra e di concreta piccola personale vendetta di Julian. Va da sé che la casa editrice Garzanti ha puntato su un titolo volutamente straneante, quasi romantico, evocativo al posto del molto più congruo titolo originale 'Lo que esconde tu nombre' ovvero quel che si cela dietro il tuo nome.. chiaro riferimento alla personalità inquietante, criminale dei protagonisti, in apparenza innocenti vecchietti.

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