venerdì 8 febbraio 2019

"La danza delle ombre" di Nicky Persico


"Un pomeriggio che era maggio, un uomo buono si era incamminato per un viaggio". 
Silenzio. Attesa.
Una certa rarefatta atmosfera. 
Il lettore resta lì per un po' a chiedersi quale viaggio abbia compiuto Asdrubale sul finire del giorno.
Un posto isolato, una qualche periferia, campagna e inattesa una stazione, un treno, tra le mani un biglietto per chissà dove.
Lontano.
Semplicemente lontano.
Da tutti, da sé stesso.
E invece il treno riserva un carico di umanità che parla al suo cuore, scava nell'anima e nei suoi sentimenti. 
Realtà o fantasia poco importa.
Ombre, presenze, espressioni di un sentire. 
Ed è un dono, una rivelazione, una profezia perché racconta quel che Asdrubale sarà di lì a breve.
Un uomo nuovo.
Perché avrà perdonato e si sarà perdonato, avrà ritrovato la voglia di vivere, di credere, di abbandonarsi alle emozioni; avrà imparato ad alimentare i sogni perduti, condiviso la bellezza del tutto, dei dolori, delle gioie, degli imprevisti; avrà imparato ad abbandonarsi alla poesia delle cose, perché gli oggetti possono parlare, raccontarsi. 
Asdrubale avrà vinto le proprie paure, avrà attraversato la notte per smarrirsi stranito nella lucentezza dell'alba, di un nuovo giorno. 
E il lettore con lui. 
Perché i passeggeri del treno, viaggiatori come Asdrubale, raccontano una storia, più o meno credibile, piena di pathos. 
Ognuno a suo modo incanta, convince, attinge ora alla memoria comune ora alla fantasia e veicola un messaggio di forza, di unità, di coraggio.
Impossibile non ritrovarsi nei volti, nei gesti, nelle parole dei viaggiatori perduti.
Un mondo altro che dispensa saggezza, una certa umiltà del sapere.
Persino l'aspro diventa un tenero fare.
E il viaggio di Asdrubale regala parole che restano dentro.
Messaggi nella bottiglia.
E le ombre si allontanano: "mostrarsi evidente senza mai farsi vedere, tranne che non si voli sopra al raziocinio, con il mezzo più potente che ha la nostra mente: la fantasia".
Una scrittura emozionale, una narrazione a tratti straniante che chiede impegno al lettore, giusto il tempo di tenere il passo del cammino di Asdrubale.