domenica 25 maggio 2014

"Bizzarrie della provvidenza" di Erri De Luca

"Allora restauro leggende".
Fa anche questo De Luca, e di più. L'ultima breve raccolta di poesie porta l'Antico Testamento in rima. E lo lega ad ispirate visioni di quotidianità prossima, cronaca, vulnerabilità dell'animo umano, bisogni primari e fortunose e fortunate necessità.
C'è tempo da dedicare a Noè come a Sansone, a Davide come a Giona e mischiarlo ad odori, umori, sentimenti scivolando in osservazioni non mediate.
C'è la vita e la morte, l'attesa e lo spasimo, l'arrivo e la partenza, l'amore e l'odio, la caduta e il riscatto, la mano che affonda nella terra, c'è la semina e il raccolto.
"Così è la bizzarria della provvidenza, la deviazione urgente di un singolo diventa apripista del percorso di tutti gli altri".
Parole accartocciate dietro un significato che riluce di bellezza algida nel cuore sofferente del mendicante di vita.

"La vita è un colpo secco" di Francesca Palumbo


"Sto in silenzio, ma dentro i pensieri continuano a bussare per uscire, io li respingo, e loro si accavallano, sgomitano, combattono. Pensieri e cielo che continuano a stare sopra di me, sospesi" e il lettore li raccoglie e li fa suoi.

Diario, cronaca, graphic novel. Una manciata di racconti lunghi, brevi e brevissimi. Alcuni densi, veloci, vivaci come un post o un twitter altri meditati, rubati a un momento, ispirati da un incontro, siglati da un ricordo riaffiorato per caso. Una voce racconta e parla di ognuno di noi, con la leggerezza di chiacchiere tra amiche e la profondità di un animo turbato. Storie, intuizioni, percorsi, parole. Tutto profondamente vero.
Per le strade di una città assolata e addormentata del sud, di qualsiasi sud del mondo, come nelle pieghe di un tempo sospeso che parla di desideri repressi, sogni infranti, amori perduti ma anche ansie di riscossa, meditate vittorie, positivi rimandi al futuro. Emozioni, sentimenti, apparizioni. E intime riflessioni, confessioni: "non ho voglia di niente, se non di te, della tua voce, della tua presenza qui, accanto a me".
In fondo, "le parole che non escono sono sempre le più vere".

sabato 10 maggio 2014

"Mentre le donne dormono" di Javier Marias

"I libri che non leggiamo sono pieni di avvertimenti; non li conosceremo mai, o arriveranno troppo tardi".
Sarà per questo che non riusciremo ad evitare le chiacchiere a notte fondo a bordo piscina con un tipo strano abituato a filmare la giovanissima compagna tutto il giorno salvo scoprire che la sua adorazione per lei è prossima all'esasperazione inquietante dai risvolti tragici o siederemo accanto alla vecchia Elena che legge al fantasma di Zapata o inizieremo a soffrire di claustrofobia chiusi in ascensore accanto ad un maggiordomo che racconta dell'assurdo comportamento della sua giovane datrice di lavoro o un giovane insegnante alle prese con un fantasma che abita la libreria di facoltà e lascia strani messaggi, e ancora.. uomini alla prese con il doppio di se stessi, in fuga da una realtà che ignorano già come appagante, in perenne ricerca di risposte a quello che non può essere spiegato, illogico, imperscrutabile, stupidamente o stupendamente anarchico.
La narrazione di Marias è capace di esplorare i sentimenti più nascosti dell'animo umano in poche pagine, lasciando avvinto il lettore con giochi di parole e vere e proprie rocambolesche iperbole di scrittura che ne testimoniano la grandezza.
Marias è spiazzante, plaudente, ironico, stringente, ipnotico in questo repentino cambio di lettura tra il sé e l'altro sé; fagocita parole descrivendo situazioni al limite eppure ancora legato con un filo al terreno, al possibile, al vero. Una dozzina di brevi racconti che rivelano al lettore tutta la magia della narrazione.