lunedì 31 dicembre 2012

"L'amore dell'ultimo milionario" di Francis Scott Fitzgerald

Metà degli anni'30, Hollywood.
"Nel suo modo di accoglierti c'era una nota coraggiosa - ti veniva incontro con l'aria di scansare un qualche ostacolo sulla sua vita, e ti studiava a fondo come se non potesse farne a meno".
Ecco Monroe Stahr, il produttore più potente degli studios. 
Infaticabile, inarrestabile, totalizzante, magnetico, visionario, determinato. Ma anche malinconico.. la perdita della moglie Minna e una malattia che non dà scampo segnano la sua vita, agli occhi del mondo invidiabile. Eppure una luce improvvisa rischiara il suo cuore riaccendendo la speranza di una felicità perduta, forse mai provata. Un volto nella notte, l'illusione di rivedere nello sguardo di una sconosciuta quello della moglie e l'ossessione di ritrovarla, a rendere spasmodica ogni ora che prelude l'incontro: "Gli occhi di Stahr e quelli di Kathleen si incontrarono e si fusero, irretiti. Per un momento fecero l'amore come nessuno osa fare dopo. Il loro sguardo era più intimo di un abbraccio, più urgente di un grido".
Ma il sogno è destinato a svanire all'alba.

Ultima opera, purtroppo incompiuta, del genio della letteratura americana Francis Scott Fitzgerald, L'amore dell'ultimo milionario racconta il mondo del cinema che tanto bene l'autore conosceva e che pure gli aveva riservato delusioni e patimenti. Una narrazione la sua che a tratti sembra un lungo piano sequenza sulla vita del protagonista, figura straordinariamente caratterizzata, e incastra il lettore nel meccanismo della storia come poche volte riesce:  "Non ci sono surrogati per volontà e determinazione. A volte devi far finta di averle, quando non te la senti proprio".

domenica 30 dicembre 2012

"Finché le stelle saranno in cielo" di Kristin Harmel

"Bastano un solo giorno, una settimana, un giorno per cambiare tutto"
Capita così ad Hope, in quel di Cape Cod: una figlia adolescente Annie, una pasticceria di famiglia che rischia di esserle portata via dalla banca, una sensazione di insofferenza verso una vita che sente trascinata via senza grandi entusiasmi.
Poi la rivelazione dell'anziana nonna Rose, malata di Alzheimer, in un momento di lucidità: una lista, una serie di nomi, da trovare a Parigi. Picard. Un cognome diverso da quello della donna che blatera frasi senza senso ma insegue con gli occhi ricordi perduti. Hope deve a sua nonna, a sua figlia e a se stessa una spiegazione, deve ricostruire il proprio passato a costo di scontrarsi con una verità dolorosa ma necessaria e così immergersi nella storia del '900, nello sterminio degli ebrei, nella peggiore abiezione di cui è stato capace l'uomo, ma anche nello straordinario gesto d'aiuto di gente sconosciuta, l'apporto della comunità musulmana francese e di tante organizzazione cristiane disposte a tutto per mettere in salvo gli ebrei, e su tutto imbattersi nell'amore travolgente, salvifico di due giovani, Rose e Jacob, un amore a prima vista, totalizzante, inesprimibile a cui non si può che cedere: "ti amerò finché le stelle saranno in cielo".
Hope non ha mai amato né è stata mai amata così, non si è neppure data la possibilità di crederci e invece sua nonna Rose ha amato Jacob al punto di rinunciare a lui, al punto di sacrificare la sua famiglia per preservare il dono più grande che l'uomo le aveva fatto: un figlio, e Jacob è sopravvisuto ad Auschwitz sapendo di dover tornare da Rose. Perchè l'amore può tutto. Può superare mille ostacoli, e come per Rose e Jacob, essere un legame sottile, indistruttibile per riportarli insieme dopo settant'anni.
Ricordi sfilacciati.. una storia che attraversa il  novecento per rimettere insieme i pezzi di una famiglia perduta, l'occasione per capire i silenzi, le assenze, perdonare l'incapacità astratta di dare amore per paura di perdere le persone care, dare forma ai legami perduti, darsi una possibilità per ricominciare perché non è mai troppo tardi per credere, per ricominciare. Così per Hope dopo il buio la luce inattesa della speranza e il concreto sapere che a volte "non devi cercare lontano quello che è già lì davanti agli occhi".. ovvero Gavin, la sua dolcezza, il suo esserci sempre, la sensazione di quell'amore che ti brucia dentro. E anche la saggezza di sapere che "nessuno ha la vita che si aspettava, ma è il modo in cui ci si adatta alle difficoltà a determinare se si è felici o no" e allora tutto diventa possibile.. persino le fiabe possono diventare realtà.

Un romanzo che emoziona quello della Harmel, storia e fiction mescolate per dare speranza e rilucere in perle di buon senso. Una storia che fa bene al cuore, e racconta dell'amore in ogni sua forma: "Quello che desidero per te Hope è una vita vissuta pienamente. Una vita vissuta liberamente .. Una vita vissuta sapendo che Dio esiste ovunque tu sia, vive fra le stelle. E ti auguro una vita con un lieto fine, proprio come nelle fiabe. Ma devi inseguire quel genere di vita con tutta la forza del cuore. Perchè è solo amando, e avendo il coraggio di lasciarsi amare, che puoi travre Dio, che esiste dappertutto nel tuo cuore".

venerdì 28 dicembre 2012

"Voi, onesti farabutti" di Simone Ghelli

"Chiedigli quand'è che c'hanno portato via tutto, e della fine che han fatto tutte le promesse".
Generazioni a confronto. Un nipote scrive ricordando la figura del nonno.
Chi ha combattuto per la liberazione del nostro paese, chi ha rinunciato a tutto per gli ideali, chi si è sporcato le mani impastate di fango e sangue, chi oracola inascoltato al cospetto di un bicchiere di vino rosso.
Per contro...
Chi si è perso nella spersonalizzazione di un pronome personale, chi figura nel mucchio come un pezzo non originale di una democrazia falsata, chi si sente incompiuto alla soglia dei quarant'anni, chi vorrebbe rispondere ribellandosi ma è ingabbiato dal bisogno.
Un racconto intimo, personale che pure si tinge di un messaggio universale di idendità e sogno.
Un linguaggio diretto, parole strappate al comune sentire, a tratti pietre scagliate con forza, a tratti singulti di dolore per tentativi evocati eppur inespressi. 
Parole autentiche che scaldano il cuore e inquietano.
Un libro che rabbercia ferite visibili e invisibili.

giovedì 27 dicembre 2012

"Jane e l'eredità di sua signoria" di Stephanie Barron

"Il sentiero del dovere è il meglio tracciato tra quelli che conosciamo. E' il sentiero dle cuore a condurci nelle profondità più oscure".
Chawton College. Hampshire. Jane Austen e sua madre giungono nella loro nuova residenza, un cottage messo a disposizione da Edward Austen a seguito della munifica eredità dei lontani cugini Knight. Una sensazione di strisciante inadeguetezza coglie Jane. La posizione del cottage, ad incrocio tra le principali vie di transito dle paese, e la certezza di essere osservata preludono all'inquietante scoperta di un cadavere nella cantina di casa.
Non bastasse poco prima un legale ha proceduto alla consegna di una inattesa eredità da parte di Lord Harold Trowbridge, scomparso pochi mesi prima: un baule pieno di carte, corrispondenza privata, diari, registri contabili, resoconti di viaggi. Affidati a Jane nella certezza che lei sola possa essere capace di raccontare la sua storia, quella di un furfante gentiluomo. Ma è poi solo questo?
Cosa celano quelle carte se non insondabili segreti per il paese e tante nobili famiglie, coinvolti in scandali pubblici e privati? Chi attenta alla vita di Jane per rubarle il baule, riuscendoci alfine?
In una tenace e frenetica caccia al ladro con vittime innocenti e scaltri nemici Jane sarà costretta a difendere la sua casa, la sua famiglia, il suo onore e la sua stessa vita spuntandola con un rivale che armeggia infido nell'ombra, riabilitando al tempo stesso la figura di Lord Trowbridge della cui amicizia mai aveva dubitato: "Non piangete per me, Jane, bensì portatemi nel cuore come colui che vi ha amata per il vostro coraggio di essere voi stessa, e non ciò che la convenzione vorrebbe che foste".

mercoledì 26 dicembre 2012

"Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry

"Bisogna cercare nel cuore".
E' il mattino di Natale. E' l'ora in cui intorno tutto è silenzio. E mi regalo il piacere di scartare un dono speciale: un libro. Non uno qualsiasi: Il piccolo principe. L'edizione speciale che ne festeggia i settant'anni della pubblicazione. E' quasi un rito. 
"Che cos'è un rito?"
"E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore"
 E il rito si compie. Immergersi nella lettura, ritrovare quel protagonista, accompagnarlo nel suo viaggio, negli incontri che cambieranno il suo sentire e il nostro.
"Che cosa vuol dire addomesticare"
"Vuol dire creare legami.."
Legami. E' l'essenza del Natale.
Il piccolo principe non è una semplice favola per bambini. E' un libro destinato a tutti. Si presta a regalare al lettore attenzione, lo stimola a curiosare, a interrogarsi sulle ragioni dello stare al mondo, su quel prendersi carico dell'altro che è alla base della comunità, perchè "tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato".

lunedì 24 dicembre 2012

"Inés dell'anima mia" di Isabel Allende

"E tu cosa vuoi Pedro?".
"Fondare il Cile insieme a te" rispose senza pensarci due volte.
"Allora è quello che faremo".
"E' quel che faremo, Inés dell'anima mia..".
Da un paesino dell'Estremadura agli albori del '500 alle terre inesplorate delle Americhe, dal torpore asfissiante dell'ingerenza maschile e clericale della società spagnola del tempo all'incontrastata libertà delle esplorazioni e delle conquiste di nuovi territori, così la vita dell'indomita Inés Suarez e degli uomini che amò: lo sfacciato e passionale Juan, il seduecente Pedro, il generoso ed onesto Rodrigo.
Decisa a sfuggire il controllo familiare dopo la partenza del marito per il Nuovo Mondo, la giovane Inés cercherà un nuovo inizio nelle terre lontane sfidando le impervietà e le insidie della traversata, lavorando duramente per affermarsi come donna, emancipandosi a dispetto della vita stessa. Capace di curare i malati, di trovare l'acqua, di cucire e cucinare Inés sarà protagonista della Conquista spagnola al fianco di un prode hidalgo di cui sarà compagna per lunghi anni, Pedro de Valdivia. 
"Di una cosa sono comunque sicura: che quella stessa notte ci amammo e che dal primo abbraccio ci consumò lo stesso ardore".
Anni di tormento, passione, estremi sacrifici, costellati da guerre, carestie, calamità di ogni tipo in una terra ostile eppur fermento di una nascente, florida, civiltà. Il Cile, Santiago.. contano tra i suoi fondatori l'irruente Inés, combattiva, determinata a costruire, progettare, un fare ossessivo quasi, un fare impastato di volontà e amore, spesso oggetto di feroci attacchi, invidie, gelosie al punto di essere tacciata di stregoneria, di essere additata come adultera.. una novella Maddalena rea delle peggiori malefatte.
"La tempra è una virtù che viene apprezzata negli uomini, ma che si considera un difetto nel nostro sesso. le donne con una forte tempra mettono in pericolo l'equilibrio del mondo, che oende dalla parte degli uomini, i quali provano gusto a vessarle e distruggerle".
Ma Inés non si lascerà piegare, risponderà con carattere al tradimento dello stesso Pedro che la porterà a un passo dall'addio a quella nuova terra tanto amata e difesa, armi in pugno. Sarà l'amore di un altro uomo, Rodrigo de Quiroga, a offrirle l'occasione di esprimere ancora il suo talento, sostenendo temerarietà e lungimiranza negli investimenti, dando forma, sostanza merito al suo ruolo della nascente società cilena, amandola con adorazione per decenni, e Inés ripagherà la sua gente concretizzando tutti i suoi sogni di ragazza regalando amore e sostegno vero alla sua gente.
Una donna racconta.. passioni, intrighi, guerre, viaggi. La sua, una vita vissuta coraggiosamente.

domenica 9 dicembre 2012

"Le parole lontane dal fuoco" di Tiffany Baker

"Ascolta, è importante: il sale mette in risalto quello che già c'è nella vita delle persone, come fa con il cibo. Fa risaltare i sapori dolci e quelli aspri, e quando le persone ignorano il suo messaggio, quando ignorano l'essenza del loro io, è allora che cominciano i problemi"
Claire Gilly lo sa bene. Ha ignorato se stessa, rinnegato il suo passato, le sue origini, la sua famiglia per troppo tempo. Ha quasi ucciso sua sorella Jo e non è neppure stata in grado di chiederle perdono, se mai l'ha odiata, ha lottato perchè le saline della famiglia Gilly finissero nelle mani di sciacalli, in quelle di suo marito Whit Turner, il nemico alla porta, senza saperlo, scegliendo di non vedere il male che le faceva, subendo il suo tradimento, il suo disprezzo.
Ma non si può tacitare la propria coscienza per sempre. Non si può vivere fingendosi quel che non si è. Non si può dimenticare l'amore vero né ignorare l'ostinata determinazione di chi, come la sfigurata e indomita Jo, ha tenuto in piedi le saline, la tradizione, sfidando il retaggio dei pregiudizi di un'intera comunità decisa a voltarle le spalle.
Non si può fuggire il passato. Mai. Bussa sempre alla porta e chiede conto di quel che non si è fatto.
A Prospect è tempo di falò, di tradizioni, del sale lanciato nel fuoco, nel colore della fiammata le donne Gilly da sempre leggono buoni o cattivi auspici.. ogni tanto il fuoco porta via segreti di famiglia inconfessabili. Del resto "il prezzo della felicità è la rinuncia" e alla volta, inspiegabilmente, quando tutto si crede perduto, la rinuncia paga: "Qual è secondo te, la linea di confine tra passione e socnsideratezza? Esiste? Voglio dire, c'è un modo per amare una persona senza esserne distrutti?" "Temo di no".

La Baker costruisce una trama potenzialmente originale ma ingarbugliata al punto da risultare a tratti ostica, il finale appare raffazzonato e urgente quasi si volesse chiudere lì la storia, senza ragionare il ravvedimento di Claire se mai giustificando il suo operato sin lì, lasciando in secondo piano la forte presenza di Jo. Pecca anche la scrittura, piatta, poco coinvolgente, impersonale. A dispetto del battage pubblictario, un tentativo sprecato.

sabato 8 dicembre 2012

"L'amore segreto" di Paola Calvetti

"Non è forse più saggio chi sa strappare il passato? Conservare è inopportuno".
Se lo domanda Costanza, settantaquattro anni, mentre scrive alla sua più cara amica Gabriella degli eventi che hanno turbato i suoi giorni sereni in Provenza.
Una lettera, l'annuncio di una visita inaspettata e la necessità di visitare il passato e dare forma a un segreto taciuto a se stessi prima che agli altri: l'amore per Andrea, vissuto a dispetto dei vincoli familiari, a lungo; un amore paziente, cucito su una trama fitta di parole e momenti rubati alle tournée di musicista di lui, tra separazioni e un ritrovarsi bastevole a tormentarsi ancora sul quesito se sia possibile o no disamorarsi, o semplicemente doveroso farlo.. per salvarsi, perché amare a volte è una dolce disperazione e farlo nascondendolo al mondo quando si vorrebbe gridarlo è un castigo. Allora allontanarsi è la risposta, e "il tempo, a nostra insaputa mette strati di garza rincuoranti a ciò che chiamiamo verità".
Costanza ha costruito altrove la sua vita, ha stretto intorno a sé la famiglia, lasciato che nel lavoro scivolasse il suo amore per le parole e negli occhi dell'ospite inatteso alfine non ha trovato giudizio ma comprensione, e risposta a quanto Andrea non le aveva mai detto:"Ti amo, dal giorno in cui ti ho incontrato (...) il tuo dono più grande è stato il coraggio di rischiare la malinconia..".
Mentre la famiglia festeggia il suo compleanno Costanza pensa all'ultimo segreto che nasconde: la malattia del suo corpo, ma poco importa, il suo cuore no, non è più malato.. non grava su di lui peso alcuno, perché a dispetto degli amari scherzi del destino, dell'assenza, recare memoria di un amore, per sempre, è possibile. 
 "E' che l'amore non passa. Semplicemente, cambia direzione".

Raccontare di un amore clandestino con il garbo di uno struggimento autentico riesce a pochi. La scrittura della Calvetti appare come una carezza lieve, un abbraccio alla persona amata cinta di spalle. Pudica, delicata, evocativa.

domenica 2 dicembre 2012

"Una certa idea di mondo" di Alessandro Baricco

Leggere Baricco ha sempre un che di affabulatorio. Di più credo che raccontare oralmente sia la cosa che gli riesca meglio, meglio persino di scrivere, perchè nel suo raccontare arriva all'ascoltatore, senza il filtro della parola scritta spesso intrappolata in formalismi e rigide elucubrazioni linguistiche e di stile, tutto l'amore per la lettura e quel che ruota intorno al libro. Va da sé in questo librettino, raccolta degli articoli pubblicati settimanalmente per il quotidiano La Repubblica, la magia dell'affabulazione si declama nel suo splendore, giacché l'autore racconta i cinquanta libri che negli ultimi dieci anni per motivi diversissimi tra loro l'hanno colpito. L'impressione personale che arriva è di sfogliare un album di figurine e indicare con un plateale 'ce l'ho.. non ce l'ho' i libri già letti e quelli che inevitabilmente l'autore ti invita a scoprire. Perchè di fondo questo è 'Una certa idea di mondo', un plateale, ineludibile invito alla lettura. Con tutto il contorno di snobismo insito in chi si affastella spesso ad elaborare pensieri su libri sconosciuti ai più. Ne viene fuori una entusiasmante carrellata attraverso i secoli e i generi letterali, palesando a tratti la soggettività nella preferenza accordata a certi autori e l'implacabile giudizio verso altri navigando il mare dell'eterna diatriba tra antichi e moderni, romantici e barbari. Di fatto tra citazioni e originali osservazioni ne viene fuori una suggestiva occasione per buttare giù una personale lista dei migliori libri letti negli ultimi dieci anni e magari farsi, come Baricco, 'una certa idea di mondo'.