domenica 2 dicembre 2012

"Una certa idea di mondo" di Alessandro Baricco

Leggere Baricco ha sempre un che di affabulatorio. Di più credo che raccontare oralmente sia la cosa che gli riesca meglio, meglio persino di scrivere, perchè nel suo raccontare arriva all'ascoltatore, senza il filtro della parola scritta spesso intrappolata in formalismi e rigide elucubrazioni linguistiche e di stile, tutto l'amore per la lettura e quel che ruota intorno al libro. Va da sé in questo librettino, raccolta degli articoli pubblicati settimanalmente per il quotidiano La Repubblica, la magia dell'affabulazione si declama nel suo splendore, giacché l'autore racconta i cinquanta libri che negli ultimi dieci anni per motivi diversissimi tra loro l'hanno colpito. L'impressione personale che arriva è di sfogliare un album di figurine e indicare con un plateale 'ce l'ho.. non ce l'ho' i libri già letti e quelli che inevitabilmente l'autore ti invita a scoprire. Perchè di fondo questo è 'Una certa idea di mondo', un plateale, ineludibile invito alla lettura. Con tutto il contorno di snobismo insito in chi si affastella spesso ad elaborare pensieri su libri sconosciuti ai più. Ne viene fuori una entusiasmante carrellata attraverso i secoli e i generi letterali, palesando a tratti la soggettività nella preferenza accordata a certi autori e l'implacabile giudizio verso altri navigando il mare dell'eterna diatriba tra antichi e moderni, romantici e barbari. Di fatto tra citazioni e originali osservazioni ne viene fuori una suggestiva occasione per buttare giù una personale lista dei migliori libri letti negli ultimi dieci anni e magari farsi, come Baricco, 'una certa idea di mondo'.

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