domenica 31 maggio 2020

"L'educazione" di Tara Westover

"Chiunque diventerai, qualunque cosa farai, lo sei sempre stata. Era già dentro di te".
Tara impara sulla propria pelle cosa significa crescere, ricevere un'educazione, e per il suo tramite, emanciparsi, riconoscersi come persona senziente, dotata di libero arbitrio e degli strumenti che la definiscono come parte attività di una società.
Sulla pelle, cicatrici. Nel cuore, nell'anima, tracce indelebili di una famiglia da cui fuggire per sopravvivere e sentirsi per la prima volta viva, autentica, in grado di decidere del suo presente e del suo futuro.
Il passato no. Quello è stato ipotecato da una famiglia mormone rintanata sulle montagne dell'Idaho, nell'attesa della fine del mondo.
Integralisti, eccentrici, impietosi con tutti quelli che dissentivano dal loro stile di vita, dal loro mettere in pratica le parole del libro di Mormon.
Bandita la scuola, negate le vaccinazioni come le cure mediche, sconosciuti per l'anagrafe, pura forza lavoro sin dalla più tenera età in situazioni ben oltre il pericoloso, ecco i giovani Westover, perché tutto è espressione della volontà divina, tutto, finanche le follie paterne, la violenza fisica di un fratello simile ad un aguzzino o il silenzio di una madre troppo compiaciuta a non offendere il marito che prendersi cura della salute fisica e mentale dei figli.
Tara è cresciuta sentendosi sempre inadatta, colpevole per il solo fatto di percepire come sbagliato il contesto intorno a lei, fino a vergognarsene e a intuire come unica possibilità di salvezza lo studio, sempre negato perché in quanto donna il suo posto sarebbe stato la casa, i figli, la famiglia o al più la conoscenza delle erbe e degli oli per curare la gente come faceva sua madre.
Era stato un salto nel vuoto tentare l'accesso al college, sperare di recuperare anni di scuola e colmare i vuoti delle preparazione ma a dispetto di tutto, del suo stesso passato e di quella famiglia che ancora la arpionava legandola subdolamente a sé, Tara era riuscita e aveva cominciato a capire cosa fosse davvero sentirsi parte di una comunità.
Leggere per sapere, comprendere, analizzare.
E finalmente dotarsi degli strumenti che avevano rivelato che tutto quello che le era stato detto era invenzione di un delirio di onnipotenza, del narcisismo autoritario di un uomo di certo malato, suo padre. E avevano messo in discussione tutto di una ragazza che si era vista rifiutata dalla famiglia, colpevole di rinnegare i valori in cui era cresciuta: silenzio e obbedienza.
Un'oscurantismo impietoso che reclamava vittime, sacrificava qualsiasi emozione che potesse dirsi affetto. E allora Tara mette tutto in gioco, studia e si ribella al suo sentirsi colpevole fino a star male e capire che chiedere aiuto, manifestare bisogni, reclamare attenzione, desiderare affetto e considerazione non è peccato, tutt'altro, e che, chiedersi fino a che punto dare alla propria famiglia, sacrificarsi, non è e non può essere una condanna. Emanciparsi è anche trovare il coraggio di parlare apertamente del male ricevuto, ed essere in grado di accettare di essere rinnegati, per non essere ricacciata nell'angolo dei silenzi e delle paure in cui era stata cresciuta.

Tara Westover racconta con disarmante e lucida freddezza la propria storia, simile a tante storie di sopraffazione, di angherie. Il male ricevuto da chi non ti aspetti, da chi dovrebbe proteggerti è quello che mina le fondamenta della propria persona, che intacca la personalità e rischia di compromettere lo stato mentale. Un meccanismo perverso che rischia di segnare vite innocenti. Per fortuna Tara ha trovato la forza di recidere i legami con la propria famiglia per sovvertire il destino di vittima che le era stato assegnato. Un romanzo quello della Westover sferzante, definitivo, impossibile da mettere da parte. Il lettore percepisce tutto il dolore della protagonista, vorrebbe correre in suoi aiuto, spingerla a fuggire dalla casa paterna, dalla lucida cattiveria del fratello ed è al suo fianco quando compagni di corso, uomini di chiesa e docenti universitari percepiscono il suo malessere, il suo sentirsi fuori posto ogni passo, decisi a sostenere il suo cammino, certi di una sua rinascita.
Credere nel prossimo, fortificarlo, supportare la persona che può diventare, ecco il compito di un mentore, un tutore, di un amico, di chi si ha al fianco nel tratto dell'esistenza che si conduce insieme.
E la parola fa il resto, scava dentro per alimentare dubbi, interrogare l'anima, educarci ai nostri bisogni, ai desideri, alle speranze sottaciute.
'L'educazione' è un libro di forte impatto emotivo. 

giovedì 21 maggio 2020

"Figlio del lupo" di Romana Petri

Biografia, romanzo, epopea avventurosa di un uomo, poco contano le definizioni al cospetto di Jack London.
All'ultimo libro di Romana Petri si soccombe allo stesso modo in cui si soccombe al fascino di una personalità unica.
E tanto basta.
Fin dalle prime pagine il lettore viene catturato dalla straordinarietà di un ragazzo deciso a fare della sua vita qualcosa di unico.
Una vita densa di esplorazioni, lavori, esperienze, sogni ardenti, fallimenti, delusioni, studio forsennato, ricerca.
Mani sporche di terra, il puzzo del pescato addosso, il freddo che ti gela le ossa, la fatica fisica che ti toglie il respiro, e la voglia stessa di sognare.
Il vagabondaggio, il viaggio estremo, la fame, l'alcool che ti circola in corpo dalla più tenera infanzia.
La sensazione sempre presente di 'essere Jack London', un uomo, un nome destinato ad attraversare il tempo. A perdurare nel ricordo, a smuovere le coscienze di intere generazioni, a formarne di altre fidando nella parola.
Autodidatta geniale, narratore di incredibile potenza, evocativo, rivoluzionario in ogni suo fare, a tratti strabordante di personalità, bisognoso di conferme, quelle della madre su tutte, in principio, una donna che parlava con i morti, e che gli prefigurava un futuro radioso ma al tempo stesso era incapace di affetto, e non solo.
E poi loro, le altre donne della sua vita: la borghese eterea ed innocente Mabel, la pragmatica Bessie madre delle sue figlie, l'intellettuale russa Anna, Charmian che aveva saputo conquistarlo e stargli accanto in ogni viaggio o folle progetto, e la sorella Eliza, punto fermo della sua vita.
Fiumi di denaro spesi per realizzare grandi progetti andati letteralmente in fumo in una notte e la sensazione di fine imminente che consuma le energie ma non spegne la mente, mentre il mondo fuori plaude il genio di un uomo solo, contraddittorio, visionario, eccezionalmente unico.

martedì 12 maggio 2020

"Il vento attraversa le nostre anime" di Lorenza Foschini

"Due ragazzi di appena vent'anni che non immaginano come, in questa sera di primavera, sia nato qualcosa che riempirà per sempre le loro vite".
Marcel Proust e Reynaldo Hahn. 
È il 1894 quando i due giovani si conoscono. Frequentano i salotti alla moda a Parigi. Reynaldo è un giovane musicista che ha già conosciuto il successo, Marcel è in cerca della sua strada ma agli occhi dell'amico è già il genio talentuoso che scriverà uno dei capolavori della letteratura, 'Alla ricerca del tempo perduto'. 
Si conoscono ed è la stagione dell'amore, della passione. Tutti i sentimenti abitano i loro cuori, dalla gioia all'amarezza, dalla gelosia alla malinconia.
Il loro legame diventerà qualcosa di unico, assoluto, definito. La passione lascerà il passo ad una presenza illuminata, illuminante.
Ci saranno altri amori, il lavoro, le amicizie, i viaggi, la guerra, il Novecento che scalpita, i riconoscimenti, difficoltà economiche, delusioni, il sorriso degli ammiratori, ma sempre a modo loro saranno presenti l'uno nella vita dell'altro. 
Per troppo tempo la storia d'amore tra Marcel Proust e Reynaldo Hahn è stata nascosta, censurata, Lorenza Foschini ne ricostruisce la straordinaria passione cesellando le parole, cercandole nel carteggio tra i due. 
Un lavoro attento, rocambolesco che rivela una storia di struggente tenerezza. 

sabato 9 maggio 2020

"La Piccola Farmacia Letteraria" di Elena Molini

Blu Rocchini ama i libri.
Da sempre.
Ha lavorato presso una piccola case editrice, e in una grande libreria.
Entrambe le esperienze le hanno lasciato l'amaro in bocca, ma non hanno smorzato il alcun modo il desiderio di realizzare il suo sogno: aprire una piccola libreria indipendente, 'Novecento'.
Il progetto però non sembra decollare, anzi.
La libreria, in perdita già dopo pochi mesi dall'apertura, è sul punto di chiudere.
L'inverno sembra duro e Blu proprio non lo ama, perché foriero di cattive notizie: deve infatti lasciare l'appartamento che da alcuni anni divide con un gruppo di amiche.
Trentenni, con la vita sentimentale in bilico, lavori precari ma sorrisi contagiosi e tanti sogni nel cassetto.
Un gruppo formidabile che si rivela decisivo quando Blu, complice un incontro inatteso, trasforma la libreria in una piccola farmacia, perché i libri parlano al cuore dei lettori e possono curare i malesseri dell'anima.
"Leggere è visto come una simulazione del reale [...] è provato che la lettura di libri stimola la sfera cognitiva e affettiva di un individuo".
Così fidando nell'istinto e nell'incoscienza Blu trasforma la sua piccola libreria, dotando ogni libro di un piccolo bugiardino con tanto di indicazioni terapeutiche, effetti collaterali, dosi, modi e tempi di somministrazione. E l'idea si rivela vincente al punto da travolgere Blu. Interviste radiofoniche e tv, articoli su quotidiani nazionali e internazionali e persino la proposta irrinunciabile di una casa editrice: scrivere un libro.
Impensabile.
Eppure "succede nella vita di sentirsi perduti. Sentire che ci siamo frantumati in mille pezzi, girarci intorno e non sapere da che parte raccoglierli. Tentiamo di ricostruire quello che si è rotto per farlo tornare il più possibile simile a com'era prima. Ma quei pezzi non riusciamo più a metterli insieme. Non combaciano in nessun modo. E non lo fanno perché in realtà non sono i nostri".
Basta poco a sgretolare la felicità e quando tutto il meritato successo arriva per Blu, sembra travolgerla e passare in secondo piano quando c'è da aiutare un'amica cara, ritrovare l'amore senza nome di una sera, e forse la sua stessa tranquillità.
Perché realtà e fantasia si mescolano come nella trama di un romanzo.
E il romanzo che le avevano chiesto di scrivere, Blu in realtà lo sta già vivendo, senza saperlo, e ha dell'incredibile. 
"Sei circondata da persone che ti amano per quello che sei e non perché devi dimostrare qualcosa".

Elena Molini mette a frutto tutta la sua esperienza di libraria per raccontare la sua storia e al tempo stesso una storia universale: di amicizia, amore, di indipendenza personale.
La lotta spesso è con i demoni interiori più che con gli ostacoli della vita. Le paure fanno breccia e squarciano il velo delle nostre sicurezze, abbattono i muri degli affetti e combattono le nostre passioni, per questo bisogna ricordare che "i mostri si sconfiggono sai? Anche se sei spaventata. Ma loro ti possono far male solo se hai paura e se sei sola. se li guardi in faccia e fai vedere che non li temi non ti possono fare niente. e se hai degli amici non puoi sentirti sola".
Un romanzo che cura l'anima e allieta il cuore.
Una dichiarazione d'amore per i libri e il potere delle parole.

venerdì 1 maggio 2020

"Il pappagallo di Flaubert" di Julian Barnes

"Imparò che la vita non è scegliere tra un'implacabile scalata al trono o l'indecorosa discesa in un porcile; che esistono re maiali e porci regali; che il re può invidiare il maiale; e che le possibilità della non-vita muteranno sempre, dolorosamente, per adattarsi agli specifici ostacoli della vita vissuta".
Geoffrey Braithwaite è un medico in pensione. Rimasto da poco vedovo, viaggia in Francia nei luoghi che furono testimoni della vita e delle opere di Flaubert.
Eppure il viaggio in sé con l'improbabile missione di accreditare il museo che conserva l'unico e vero pappagallo che aveva ispirato una delle opere dello scrittore si rivela l'inattesa battaglia interiore per elaborare il lutto della morte della moglie. L'amava, non l'amava? Era stato felice, infelice? Lei lo aveva tradito, e dunque? Aveva intaccato la serenità della sua famiglia, della sua vita? Si, no, forse.
Era capitato così anche nella vita di Flaubert di cui si scopre a scrivere quasi una biografia, intrecciando, vita, legami, affetti, opere. 
Aveva amato Flaubert? Era stato ironico? Protetto all'inverosimile dalla sua famiglia, dalla sua mamma? Grottesco? Invidioso? Tedioso? Nostalgico? Parossistico in certi suoi modi? Ansioso? Aveva immaginato per sé mille mestieri, mille viaggi, mille vite salvo viverne una, abitare gli stessi luoghi, viaggiare meno di quanto avrebbe potuto?
Tutto e l'incontrario di tutto.
Vero e verosimile?
Come il pappagallo impagliato. Scelto tra tanti. Per creare un'illusione. Supportare la storia, il mito di Flaubert e delle sue storie che avevano indagato l'animo umano, come il dottor Braithwaite aveva fatto con la sua vita e il suo matrimonio. 

Un romanzo che nasconde una prodigiosa, accurata, straordinaria, biografia di Flaubert. Parole e personaggi delle sue opere prendono vita e si fanno racconto, in un intreccio di narrazioni che fagocitano il lettore.
"Ho fatto con te quel che avevo già fatto con le persone a me più care: ho mostrato loro il fondo del sacco e la polvere acre che se ne è levata li ha mezzo soffocati".