giovedì 19 maggio 2011

"La mappa del destino" di Glenn Cooper

"Ruac, 1307.
Io, Barthomieu, monaco dell'abbazia di Ruac, ho ducentoventi anni.
E questa è la mia storia."
Un manoscritto antico ritrovato per caso nella biblioteca di un monastero dopo un violento incendio. Una caverna dalle tante grotte affrescate con dipinti rupestri, oggetto della scoperta causale di un paio di giovani parigini scomparsi nel nulla nel 1899, e ritrovata come su una speciale mappa del tesoro da altri due uomini, amici fraterni, più di un secolo dopo.
Sono Hugo Pineau e Luc Simard. Novelli Indiana Jones al cospetto di una meraviglia che ha le potenzialità di rivelarsi un tesoro unico per la Francia, i due saranno alla guida di una favolosa équipe di esperti decisi a rivelare tutti i segreti della caverna di Ruac. E sono tanti i i segreti che cela. A quale periodo risalgono i dipinti, quale uomo poteva adottare colori e tecniche pittoriche così straordinarie: ominidi, bisonti, uccelli, piante.. e che tipi di rituali si svolgevano nelle grotte? E ancora perchè la popolazione del piccolo paese di Ruac guarda con sospetto agli studiosi accorsi da tutto il mondo? Cosa si cela nel loro passato? E perchè una unità speciale dei servizi segreti monitora l'intera operazione? Perchè tutti quelli che si interessano a Ruac muiono in circostanze sospette, incidenti e violenti omicidi? Sarà Luc, tra le mani le ultime pagine del manoscritto del monaco Barthomieu tradotte, a sfidare il segreto più ricercato da sempre dagli uomini.. e vincere la partita con il destino salvando la sua straordinaria caverna e l'amore della sua Sara.
Un pessimo libro l'opera terza dell'americano Cooper. Un guazzabuglio di idee e storie sentite e risentite messe insieme nella speranza che un lettore rabbonito dal battage pubblicitario non se ne avveda. Ma onestamente leggere del mito dell'elisir di lunga vita, dei templari, di mitologia spiccia, antropologia e ancora la storia d'amore di Abelardo e Eloisa, la tempra morale di una figura religiosa quale Bernardo di Chiaravalle, uomini della resistenza francese è obiettivamente esagerato tanto più quanto la tessitura narrativa è povera e la scrittura banale.

1 commento:

  1. Ho regalato questo libro al mio ragazzo e mi è stato gentilmente restituito dicendo che era pessimo. Io testarda l'ho letto e ora posso concordare! Soldi e tempo sprecati.

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