sabato 1 luglio 2017

"Ciò che inferno non è" di Alessandro D'Avenia

"La vita dentro dei confini sicuri è soltanto un'illusione".
Palermo. Estate 1993.
Federico ha diciassette anni. Ama le parole. Le poesie. Aspetta la ragazza per cui scriverle, l'amore che lo ispiri. È in partenza per l'Inghilterra, dove perfezionare il suo inglese quando si lascia convincere a seguire il suo professore di religione.
È padre Pino Puglisi.
E il suo obiettivo è aiutare i bambini della sua parrocchia in uno dei quartieri ghetto della città: Brancaccio.
"È necessario che al mattino i ragazzi vadano a scuola e al pomeriggio al centro. Solo così si può sottrarli alla strada e alle sue regole. L'inferno è il posto in cui lo spazio per i desideri è già tutto occupato. Allora si fa quello che viene ordinato a testa bassa".
Federico all'improvviso vede cose che non si possono ignorare. Sente di dover dare il proprio contributo. Di aiutare. Scopre così se stesso, impara a riconoscere i bisogni degli altri, a dare un volto al male, a dar forma alla parola coraggio, sognare nuovi progetti e incrociare gli occhi della ragazza più bella, Lucia, reale e determinata quanto la vita.
E non si lascerà sopraffare dalla violenza né piegare dalla morte di Padre Pino Puglisi. Il suo esempio lo spingerà a "tirare fuori la vita dalla vita, per trovare il fuoco del coraggio di non barattare la bellezza con il compromesso. E rimanere fedele ai propri desideri, nel tempo".
Un romanzo di formazione, un romanzo di civiltà, impegno che racconta la vita straordinaria di un uomo che ha fatto della bellezza dei sogni, dell'ardore dell'esempio, la parola concreta per costruire 'vita'.
"Il sacrificio di don Pino non è la sua morte, quella ne è la conseguenza. Il suo sacrificio è ciò che la parola sacrificio dice: fare sacre le cose. Don Pino rendeva sacro ciò che toccava, lo difendeva come la cosa più preziosa: bambino, ragazzo, uomo che fosse. Da qui deriva il suo coraggio".
D'Avenia come il protagonista del suo romanzo ama "cercare le parole giuste". Per raccontare, creare emozione, in questo caso risvegliare la coscienza di quanti, troppi, dimenticano con facilità l'esempio dei 'giusti': Padre Pino Puglisi, tra loro.
Una poetica disarmante per descrivere le mille anime di una città bellissima e contraddittoria, capace al tempo stesso di irretire o annientare chi la abita: Palermo.

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