lunedì 30 aprile 2012

"Il respiro leggero dell'alba" di Rachel Simon

Trappola.
Questo è il posto da cui sono fuggiti Buddy e Lynnie un giorno piovoso d'autunno. Per arrencare.. fradici, stanchi, affamati all'alba a casa della vecchia Martha.. l'omino del faro di latta sullo steccato in legno a rassicurare stranamente i due. Un momento di timore negli occhi della donna al cospetto di un uomo di colore e una ragazza bianca, poi il gesto dell'accoglienza, il tempo del ristoro, abiti puliti e la scoperta del segreto, timidamente celato dalla coperta avvolta al corpo magro di lei: un neonato.
Non c'è tempo né speranza in quell'alba livida di freddo per i due, solo mani che ghermiscono il corpo di lei e scivolano su quello ancora in fuga di lui. Chi sono i ricercati, quale la loro colpa?
"E' ritardata" dice un sorvegliante strattonando la ragazza un momento prima che la stessa soffi nell'orecchio della donna una parola, una preghiera.. "nascondila".
Poi il silenzio e il pensiero all'esserino nascosto in soffitta che nessuno sembra reclamare.. e che Martha.. ora sa, sente, dover proteggere, da chi non avrebbe pietà di una nuova vita, di quella nuova vita.
Una seconda possibilità per un'anziana maestra, vedova, senza figli se non i tanti allievi sparsi un pò ovunque nel paese. Saranno loro, negli anni, a sostenere il duro compito di Martha: crescere la piccola orfana. Julia.. così si chiamerà.
Separati in quell'alba del '68, Buddy alias numero 42, e Lynnie.. si ritroveranno decenni dopo, quando Trappola sarà solo il ricordo di infamia ed orrore perpetrati dallo stato e dalle famiglie, ignare o consapevoli, verso bambini affetti da disabilità intellettive. Dopo decenni di lotte, sofferenze ma anche speranze e conquiste sarà la determinazione di due anime straordinarie a vincere il male, sfidare il destino, emanciparsi per stare insieme e riabbracciare Julia complice l'amore, l'arte e l'omino di ferro di un faro di latta.
"Le regole sono due. Numero uno, bisogna suonare il campanello a qualsiasi ora del giorno e della notte"
"E la numero due?"
"Devo far firmare a chiunque venga qui il libro degli ospiti (...) Un giorno gli ho domandato perchè.. e sa cosa mi ha risposto? 'Sto aspettando qualcuno' "
Personaggi indimenticabili, narrazione coinvolgente: il dramma poco conosciuto degli istituti per bambini affetti da disabilità intellettive, chiusi negli Stati Uniti negli anni '80, solo dopo denunce, scoop giornalistici e dure lotte; inquietanti lager in cui vegetavano i ragazzi abbandonati a se stessi quando non vittime di violenze e abusi sessuali - proprio come la protagonista del libro. Per contro il dramma delle famiglie, la disinformazione verso malattie o deficit d'apprendimento altrimenti curabili, chiare forme di emarginazione e pregiudizio -come nel caso di Buddy un uomo di colore affetto solo da sordità ma rinchiuso nell'istituto, l'ostinazione di molti assistenti sanitari -come la Kate del romanzo- decisi a tutelare con ogni mezzo i degenti.
Un romanzo che tocca il cuore, e infonde speranza:
"E Lynnie comprese. Avevi due possibilità: non fare niente o prendere in mano la situazione. E anche se le circostanze erano avverse, valeva comunque la pena di agire. Un giorno di pioggia è pur sempre un giorno in cui sei vivo. Una piccola felicità può addolcire un grande dolore".

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