sabato 14 aprile 2012

"Il prigioniero del cielo" di Carlos Ruiz Zafón

"..in fondo non siamo mai stati quelli di prima che ricordiamo soltanto quello che non è mai accaduto"
..e al giovane libraio Daniel Sempere nel natale del 1957 in una Barcellona che fatica a rimarginare le ferite di anni di miseria del dopoguerra, non pare vero di vendere un manoscritto per una cifra spropositata e salvare l'attività dalla chiusura quanto di doverlo consegnare al suo prezioso amico e collaboratore Férmin e così scoprire non solo la drammatica vicenda personale dell'uomo ma una parte ignota del suo passato, sino ad arrivare al sospetto sulla morte dell'amata madre Isabella, e di lì a poco alla vendetta da preparare contro un nemico insospettabile e potente, e intanto il filo sottile che lo lega allo scrittore David Martin e al Cimitero dei Libri Dimenticati in una Barcellona che si illumina di mistero in un'alba di gennaio, si fa più teso.
"Il futuro non si desidera, si merita". Daniel lo ha regalato a Fermin; il tempo lascerà che sia lo stesso Daniel a meritarselo.
Libro di passaggio nell'ormai saga che ruota intorno al 'cimitero dei libri dimenticati' in cui ogni lettore vorrebbe perdersi. A metà tra pura operazione commerciale (carattere extra large, venti righe per pagina, ampi spazi, brevi capitoli, foto) e buona narrazione, l'autore ammanta di mistero -come doveroso- la storia e i suoi personaggi, delinea il terrore ai tempi della dittatura franchista, l'assoluta pochezza degli uomini al comando e la determinazione a resistere dei molti: "Se è così perchè ha taciuto? Perchè non ha fatto niente?" "Per lei Daniel, per lei. Suo padre come molta altra gente a cui è toccato vivere quegli anni, ha ingoiato tutto e se ne è stata zitta. Perchè non ha avuto più fegato. Persone di tutte le fazioni e di tutti i colori. Le incrocia per strada e non le vede nemmeno. Sono marcite da vive per tutti questi anni con quel dolore dentro affinché lei e altri come lei potessero vivere. Non la sfiori nemmeno l'idea di giudicare suo padre. Non ne ha il diritto".

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