domenica 31 luglio 2011

"L'antiquario" di Julían Sánchez

Barcellona. "Sul tavolo giacevano alcuni vecchi libri scampati all'oblio grazie a una famiglia che se ne era dovuta disfare e a un vecchio antiquario ansioso di comprendere il passato".
Il vecchio antiquario è Arthur Aiguander e il fiuto dell'esperto ha scoperto tra i vecchi libri un manoscritto tanto prezioso quanto misterioso. Come sempre Arthur mette a parte del ritrovamento i suoi amici più cari, antiquari come lui: Samuel, Enric e Guillem. Ma un terribile presentimento lo spinge a scriverne anche al figlio adottivo, Enrique, un affermato scrittore.
Forse più di un presentimento..
Il corpo di Arthur verrà rinvenuto cadavere nel suo negozio. La vittima ha aperto al suo assassino che si è accanito con studiata violenza sul suo corpo. Chi è stato ad ucciderlo? Un ladro d'opere d'arte, detto il Francese, che lo aveva minacciato? Alcuni criminali che riciclavano denaro sporco nei negozi d'antiquariato che andavano ad aprire nel quartiere e che lo stesso Arthur aveva denunciato? O qualcuno dei suoi amici? Mentre la polizia indaga, Enrique sconvolto dalla notizia porta avanti un'inchiesta parallela.. forse l'assassino del padre voleva impossessarsi del libro misterioso da lui ritrovato. Ma cosa ha di tanto prezioso un manoscritto medioevale che racconta di un architetto di nome Pere Casadevall? Un tesoro? Nascosto da Casadevall su indicazione degli ebrei al tempo perseguitati in Spagna? E dove? Perchè? Può un tesoro ridursi ad una sola pietra.. un diamante.. ma non una pietra qualunque.. la Pietra di Dio.. che reca inciso un nome che non deve, non può essere pronunciato..
Tra poliziotti, antiquari ed esperti di storia antica si dipana un mistero che corre nei secoli e spinge a non fidarsi di nessuno perchè "nemmeno le persone più vicine si conoscono".
Un thriller storico assai deludente quello dello spagnolo Julían Sánchez. Piatta la narrazione, lento il ritmo dell'azione, banali i personaggi - il peggiore, il protagonista, tra tutti il meno dotato di forza, di carattere, addirittura snervante, se fossimo in teatro diremmo che 'non tiene la scena'- scontato il finale. L'unica parte che risulta interessante è il racconto del manoscritto di Pere Casadevall che tratta di tematiche storiche, politiche e sociali del XIV secolo quali la peste, la costruzione delle cattaedrali, la difficile situazione degli ebrei fino a descrivere gli orrori dei tribunali dell'Inquisizione che di lì a breve puniranno infedeli, eretici, etc. Ma questo non basta a salvare un romanzo, anzi..

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