domenica 15 luglio 2012

"Nella terra della nuvola bianca" di Sarah Lark

"Io ti amo dal primo giorno in cui ti ho vista. E' successo naturalmente, così come splende il sole o scende la pioggia".
Metà del XIX secolo. Nuova Zelanda. Terra da colonizzare.
Helen e Gwyneira vi sono dirette per prender marito.
La prima, una valente istitutrice per cambiar vita e metter su una sua famiglia.
La seconda, ribelle e indomita figlia di un lord, per riscattare un debito del padre e fuggire alla noia della sua famiglia.
Entrambe, divenute amiche sulla Dublin, la nave che collega Londra a Christchurch, pur rapite dalla bellezza delle nuove terre, vedranno presto disillusi i propri sogni.
Helen sposerà un uomo ben diverso dalla persona che l'aveva conquistata scrivendole splendide lettere d'amore, la stessa Gwen si troverà legata a un giovane e ricco gentiluomo tutt'altro che interessato alle bellezze muliebri. 
Eppure tanto Helen quanto Gwyn si riveleranno donne determinate, coraggiose, decise a prendere in mano le proprie vite, impareranno la lingua dei maori, lavoreranno al loro fianco, insegneranno ai loro bambini e a dispetto di rancori, violenze, aspri contrasti familiari ameranno e si lasceranno amare, metteranno al mondo figli e riscatteranno la propria ostinazione con l'affetto e la stima di un'intera comunità.
Su una terra bella e selvaggia l'epopea classica di due famiglie destinate a vincere i pregiudizi e legarsi per sempre: Gwen, Lucas, Gerald, Howard, Helen, Ruben, Paul, Fleurette, James, George.
"L'amore non è facile, Paul è come una corrente impetuosa, bisogna affrontarla per poter arrivare ai fondali più belli. Ma è una corrente di lacrime, bisogna placarla con l'amore".

La scrittura della Lark è accattivante ma non originale. I suoi personaggi più forti, le due protagoniste Gwyn ed Helen, risultano spesso mortificate dal necessario evolversi della storia, quasi che forzatamente le si debba liberare dellle loro infelici unioni per concedere loro la possibilità di essere veramente felici, e che solo l'amore possa emendare le loro vite di sacrificio e libertà. Nonostante spazio venga dato alla popolazione locale, i maori, poco o nulla viene raccontato delle loro tradizioni, della loro storia, della loro presenza su un territorio che il lettore fatica quasi a percepire nella sua interezza e bellezza. 
Ne viene da tutto ciò l'impressione di una narrazione forzata e raffazzonata. Nulla che giustifichi il successo di vendite.

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