Uno scrittore torna nella grande
città dopo undici anni di splendido isolamento e non riconosce più il suo mondo
eppure proprio la città e alcuni strani incontri gli restituiranno il brivido di
una vitalità che credeva sopita, illudendolo di poter ancora bruciare d’amore, di
rabbia, ma le emozioni fanno male quando non possono trovare sfogo e allora è
preferibile sognarle, viverle nella propria mente perché per alcuni “il non
vissuto, la supposizione, impressa per esteso sulla carta, è la vita il cui
significato arriva a contare di più”.
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