giovedì 5 luglio 2012

"I primi tornarono a nuoto" di Giacomo Papi

"Bisogna decidere se essere assassini oppure assassinati".
Tornano. I morti.
Tornano e desiderano vivere come tutti gli altri.
Non c'è da avere paura. Hanno il volto di chi abbiamo amato.
Tornano da ogni epoca.
"E' normale che i morti ritornino e siano uguali a noi vivi?"
Tutto ha inizio una sera qualunque, un anziano che si agita nudo in un supermercato attira l'attenzione di medico, Adriano Karaianni. Il turno in ospedale è appena finito, lo aspetta a casa Maria, in attesa di un bambino. Ma il dovere di medico spinge Adriano a chiedere il ricovero per l'anziano. Di lì a poche ore la scoperta inquietante. L'uomo, le sembianze di un vecchio con le condizioni fisiche di un nuovo nato, tal Serafino Curriò, è morto trent'anni prima.
Ne seguiranno altri. Una decina, poi in ondate successive sempre più, fino all'inevitabile sopraffazione numerica sui viventi. I morti non possono generare, i vivi non devono più procreare. Il reciproco sterminio appare inevitabile. E' la fine di tutto, o forse solo un nuovo inizio se Maria, mette al mondo la sua bimba tra le braccia di Serafino, il primo risorto.
"Fuori non era rimasto nulla. il mondo era stato cancellato in un giorno. Erano rimasti soltanto spazio e tempo, quello spazio e quel tempo. Era rimasto solo il presente che è eterno, ma muore. E forse sarebbe bastato. Un uomo, una donna, un neonato. In quell'istante, in quella camera. La fine da cui ogni storia può finalmente iniziare".
Profetico, apocalittico, denso di implicazioni morali, il testo di Papi spicca in un mare di narrativa scialba e omologata ma rimanda a certa letteratura di genere che ha in Saramago e nel suo 'Cecità', o 'Le intermittenze della morte' alcuni esempi straordinari.
Cosa diventa l'uomo al cospetto dell'inevitabile, inafferrabile oltraggio della natura; di un tempo, un agire sovvertito; una società tornata all'origine in cui si annienta l'uomo come individuo, in cui sopravvivere è l'imperativo comune? Quando le certezze vengono meno, quando l'ordine precostituito viene annientato, resta il libero arbitrio, farsi bestia o conservare dignità, forza, coraggio per dirsi uomini.

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