domenica 8 luglio 2012

"Distacchi" di Judith Viorst

"Pensando allo sviluppo come a una serie di perdite necessarie che dura tutta la vita, di perdite necessarie e di successivie acquisizioni, vengo continuamente colpita dal fatto che nelle esperienze umane gli opposti spesso convergono. Ho scoperto che si può capire poco in termini di o "l'uno" o "l'altro". Ho scoperto che la risposta all'alternativa secca è spesso: "entrambi". Che amiamo e odiamo la stessa persona. Che la stessa persona, noi, per esempio, è sia buona che cattiva. Che sebbene spinti da forze che stanno oltre il nostro controllo e la nostra consapevolezza, siamo anche i fautori del nostro destino. E che, sebbene il corso della nostra vita sia segnato da ripetizioni e continuità, è anche stupefacentemente aperto al cambiamento. Perchè sì, è vero che finché viviamo potremmo continuare a ripetere i modelli consolidati nell'infanzia. E' vero che il presente è potentemente forgiato dal passato. Ma è anche vero che le circostanze di ogni stadio di sviluppo possono rimescolare e correggere i vecchi adattamenti. Ed è vero che una consapevolezza profonda può, a qualunque età, liberarci dal cantare ancora una volta la stessa triste canzone"
Pubblicato e ripubblicato più volte dal 1986, di per sé ampiamente validato, il libro dell'americana Judith Viorst analizza e racconta i distacchi che invariabilmente, inevitabilmente l'uomo affronta nel corso della vita e i necessari adattamenti, cambiamenti relativi alle perdite conseguenti. Distacchi e separazioni da chi amiamo: genitori, fratelli, amici, compagni di vita; ma anche distacchi dalle aspirazioni impossibili di gioventù, dai sogni romantici, dalle illusioni di potere, controllo, libertà, dalle aspettative tradite nell'età adulta.
Accantonata una scrittura per addetti ai lavori la Viorst attinge alla sua esperienza personale, ai casi clinici studiati nel corso della professione medica, alle storie dei propri pazienti per raccontare le varie età dell'uomo e le separazioni dolorose che le attraversano. Il tutto è arricchito da citazioni letterarie, riferimenti alle teorie freudiane, ma anche ai contributi di psicologi, analisti, ricercatori, filosofi contemporanei doviziosamente annotate nella ricca appendice. La sensazione che avvolge il lettore è di comprensione verso idee già istintivamente approcciate. Un riscontro verso quel sentirsi 'adulti sani', come li chiama la Viorst, ovvero 'possessori di saggezza, forza e capacità adulta'.
"Perché, in quanto adulti sani, possiamo lasciare ed essere lasciati. possiamo con sicurezza sopravvivere per conto nostro. Ma siamo anche capaci di impegni e di intimità. Capaci di fonderci e di separarci, di essere sia uniti sia soli".

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