martedì 3 luglio 2012

"Le cose fondamentali" di Tiziano Scarpa

"I famigliari sono quelli che ti vogliono bene a prescindere. Il loro amore si distingue da quello degli altri proprio perché non è fondato su niente, non ha bisogno di avere un motivo. Ma io non me ne faccio nulla di un amore che non ha condizioni".
Un figlio cambia la vita. Ma per quanto atteso, desiderato, sognato ci si ritrova impreparati al cospetto di un corpicino paffuto che protende le mani e guarda con occhi sgranati eppure incapaci di mettere a fuoco, un pò come sulle cose della vita.. ed è di quelle, delle cose fondamentali della vita che un padre inizia a scrivere al figlio che sarà, al quattordicenne che forse rabbioso, in protesta discuterà la figura paterna.
Al piccolo Mario, Leo scrive, racconta di sé mentre con lui se ne va in giro per la città, lungo il mare, in un inverno rigido a Venezia. Si confronta con l'amico di sempre, osserva rapito il rapporto speciale tra madre e figlio fino a che tutto improvvisamente rischia di precipitare ponendo forse per la prima volta davvero a Leo l'interrogativo principale: quali sono davvero le cose fondamentali nella vita di un uomo?
"..perchè siamo fatti così? Quale pudore perbene impedisce di tirare fuori le cose che proviamo? E quanto male ci farà soffocarle? Si irrancidiranno a tenerle chiuse dentro di noi?"
Scelte. Decisioni. E per Leo la responsabilità di farsi genitore.
"E' stato così che sono diventato tuo padre, ma non te lo racocnterò mai".
 
La scrittura di Scarpa è ambigua, costruita, quasi leziosa nella prima parte salvo farsi limpida, accesa, necessaria in un finale inaspettato ma funzionale alla storia.

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