lunedì 26 luglio 2010

"La lunga attesa dell'angelo" di Melania Mazzucco

"Una tela è come una persona. A volte la scintilla s'accende, a volte no. La pittura è mania, possessione, incnato - chiamlo pure amore".
Un uomo e il folle e ambizioso desiderio di dipingere, a dispetto di quello che la famiglia ha scelto per lui, a dispetto dell'ostinato rifiuto dei pittori a prenderlo a bottega perchè è impossibile contenerlo, a dispetto dei tutto quello che per gli altri è importante, denaro, affetti sinceri, perchè Jacomo Robusti figlio di tintori patirà decenni per veder affermato il proprio talento ma quanto gli sarà tributato resterà per sempre. Eppure lui.. il Tintoretto, che ha brigato, regalato tele, che s'è emozionato nel dipingere per povera gente o per donar luce e armonia ad una piccola chiesa, lui che ha saputo arruffianarsi i potenti e raggirato il mito del Tiziano, lui che ha fuggito guerre e scampato malattie, ha avuto davvero a cuore solo una persona: non la moglie Faustina, non i figli devoti come Dominico o scapestrati come Marco e nemmeno le figlie confinate in convento ma lei, la scintilla che ha illuminato davvero la sua vita, la prima figlia, nata dalla relazione con una prostituta tedesca: Marietta. Sfrontata, curiosa sin da piccina, l'unica capace di tenergli testa, di desiderare con lo stesso ardore qualcosa, costretta in abiti maschili per potergli star dietro anche sul lavoro, e poi libera di studiare, di pensare, di desiderare anche quello che non si può avere: la totale devozione del proprio padre da cui non separarsi mai fino a ingenerare sospetti, malignità quando non le gelosie dei propri fratelli, della matrigna. Fino al momento della forzata separazione perchè il Tintoretto sa che il rischio a star vicini ad una 'sicntilla' di simil bellezza, di simil forza è bruciarsi, farsi e far male alle persone care e allora bisogna che Marietta vada sposa, che si allontani ma non è possibile smorzare l'estasi nè il tormento che ne può venire e allora quando i due finiranno per farsi del male, quando con le parole, gli sguardi, i gesti l'uno cercherà di annientare l'altro a soccombere sarà l'angelo biondo, in un struggente esilio, in un languido abbandono alla vita che il vecchio Tintoretto cercherà di mitigare perchè quanto e più dell'amore a volte lega il dolore, la percezione della perdita. Nella confessione interiore a Dio, Tintoretto saprà ammettere i suoi tanti peccati lasciandosi finalmente andare alla mano che lo ghermisce fredda.
"Non è dove loro dicono che lei mi aspetta, ma dentro di me, dove nessuno potrà ferirla. E io avrò cura di lei, e non permetterò insulto, dolore, oblio. Io la ricorderò e la farò vivere, e finchè io vivrò, in questo tempo e oltre se mi sarà dato, anche lei vivrà".
La biografia del Tintoretto e il racconto del morboso legame con la figlia Marietta, un rapporto chiacchierato destinato a far soffrire, reso dall'autrice con una scrittura brillante ed evocativa.
La Mazzucco riesce a catturare il lettore portandolo nel mondo del Tintoretto, lasciandogli percepire umori e odori della sua bottega di pittore, la stessa magnificenza opalescente delle calli veneziane, la quotidianità della città fatta di mille volti comuni e dei tanti mestieri. Insieme la vita di un un genio sghembo e inquieto. Incapace di dire dell'amore a quanti a lui più cari, soffocato dal tentativo di rimediare, nauseato dalla mediocrità, schiacciato dal rimorso, riscattato dall'unica scintilla della sua vita: Marietta e la sua arte.
"La conoscenza è tutto, l'ignoranza è tenebra, errore -dunque è il male".

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