martedì 13 luglio 2010

"L'agenzia dei desideri" di Dominique Mainard

"Per voi".. ecco il nome della strana agenzia che frutta da anni a Delphine un mucchio di danaro. Ma quali servizi offre? Sogni, illusioni, la finzione di un amore perduto, un affetto strappato, il conforto di un amico perchè tutti almeno una volta hanno o avranno bisogno di una mano tesa. Delphine prima di altri ha capito che a farlo può essere lei fingendosi ora moglie, ora amante, ora badante, ora figlia, ora nipote.. lei che ha dovuto cavarsela da sola sin da piccola, le che non ha ricevuto alcuna forma di affetto, lei che non conosce altri sentimenti se non la rabbia, la tristezza, il vuoto dell'abbandono, lei che sa offrire a tutti un sorriso e comprensione senza affezionarsi mai a nessuno, lei che monetizza ogni gesto che all'esterno può sembrare altruistico, lei che si dice pronta ad azioni immorali spacciandole per opere buone. Il denaro.. la sua fredda ossessione, averne di più per non dover più soffrire la fame, temere un giorno di mendicare quello che gli altri chiedono a lei. Un compenso fatturato nei minimi dettagli che congeli ogni possibile coinvolgimento salvo che un giorno nell'agenzia qualcuno venga per chiederle conto di un cliente, di un servizio reso, paventando ricatti e denunce alla polizia. Eccolo dunque l'inaspettato, dietro il timore di perdere tutto, dietro l'impotenza di sentirsi perduta riaffiora il coinvolgimento sempre respinto, perchè proprio come per i clienti della sua agenzia Delphine non può negare all'infinito di avere anche lei bisogno d'amore. Forse però anche la sua è un'illusione perchè chi le sta di fronte è proprio come lei.. un manipolatore.
"L'agenzia dei desideri" è un romanzo inquietante, quello di Delphine un personaggio nebuloso, difficile da inquadrare, non si ha piena percezione se il suo agire sia frutto di una tecnica di difesa o conseguenza del suo cinismo. Di certo non si riesce a sviluppare alcuna forma di compassione per il suo rapportarsi ai 'clienti', perchè nulla nemmeno un'infanzia negata o maltrattata giustificano la blandizia dei sentimenti altrui, la fallacia dei propri bisogni.
La lettura dell'opera della Mainard risulta pertanto 'fastidiosa' pur avendo il pregio di mettere a nudo l'estrema fragilità dell'animo umano.

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