giovedì 22 luglio 2010

"Canale Mussolini" di Antonio Pennacchi

Come nella migliore tradizione letteraria ecco che Antonio Pennacchi in 'Canale Mussolini' incanta il lettore semplicemente raccontando come in un antico "cunto de li cunti".
Lo fa il suo protagonista -le cui generalità il lettore scoprirà nelle ultime righe del romanzo se non prima lavorando di intuito- parlando della sua famiglia, i Peruzzi, costretti a lasciare le proprie terre nella pianura padana "per la fame" e abitare come altre migliaia di nuclei familiari giunti dal Veneto, Emilia, Friuli le terre da bonificare nelle paludi Pontine.
Una saga familiare che racconta più di cinquant'anni di storia italiana a cavallo tra le due guerre mondiali. Storie di famiglia framezzatte da questioni politiche e sociali, l'avvento del socialismo, l'ascesa del fascismo, le lotte sindacali, i bisogni della povera gente, i sacrifici di quanti resero fertili e abitate le terre paludose dell'Agro Pontino.
La forza evocativa della scrittura peraltro semplice, conviviale dell'autore che trae forza e ragione dal continuo rimando al dialetto, un misto veneto, emiliano, friulano peraltro comprensibile, risalta la caratteristica essenziale della famiglia Peruzzi: il fidare l'uno nell'altro, in ogni circostanza. Una grande famiglia patriarcale, decine tra figlie e figlie, destinati a vivere come tutti grandi gioie e sofferenze e su tutti il coraggioso Pericle, l'Adelchi, il giovane Paride e lei l'Armida.. circondata dalle sue api, un pò come il manto nero nei sogni premonitori per la vecchia nonna; lei donna bellissima, capace di un amore tragico ma anche di un grande sacrificio.
Recentemente premiato con lo Strega 'Canale Mussolini' ha per patos, ambientazioni, struttura narrativa, caratterizzazione dei personaggi l'allure dei grandi romanzi italiani di un tempo.

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