Un piccolo paesino sardo. L'estate bruciata di scirocco. Vecchi che raccontano storie di anime perse al tramonto. Tradizioni di una piccola comunità che ruota intorno al culto dei santi e alle feste patronali. Un tempo scandito dal lavoro per gli adulti, dai giochi per i bimbi.
"La strada e l'averci giocato insieme offre ai bambini una più alta dimensione di parentela, che nemmeno da adulti sarà mai dimenticata".
Maurizio, Giulio e Franco. Tre amici.
Imprese, giochi, monellerie, scorribande; un giorno complici, quello dopo rivali.
Ma è un momento, perchè a dispetto delle differenze, dei giuramenti traditi, delle circostanze contrarie prevale la solidarietà, il perdono, l'amicizia e quel 'noi' che accomuna. "Era stato in quel momento che Maurizio aveva smesso di chiedersi cosa volese dire 'noi' a Crabas. Non era un pronome come negli altri posti, ma la cittadinanza di una patria tacita dove tutto il tempo condiviso si declinava così, al presente plurale".
E l'incontro... di due comunità di fedeli, di fratelli e sorelle, rivive in una piazza, tra la gente grazie allo sguardo complice di tre ragazzini.
Evocativo, semplice -anche nel linguaggio- il breve racconto della Murgia parla al bambino che è in ognuno di noi. Ha il sapore delle nostre estati, sprigiona ricordi, intenerisce.. eppure non emoziona in modo dirompente.
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