martedì 14 agosto 2012

"La donna dalle mani di pioggia" di Wolfram Fleishhauer


Il disgelo non portò niente di buono. Quando, nella primavera del 1867, il ghiaccio iniziò a creparsi e sulla Senna si staccarono le prime lastre, qua e là ci si trovò dentro un pezzo di essere umano”.
Parigi 1867 l’Esposizione Universale promette di stupire il mondo, turisti di ogni dove affollano le vie della città che Haussmann sta ridisegnando per soddisfare la grandezza di Napoleone III. Niente e nessuno deve rovinare l’inaugurazione né turbare il clima di festa che si respira in città, eppure qualcosa, qualcuno sfugge ai controlli ferocissimi della polizia benché non si capisca perché un infanticidio rechi in sé un tale allarme. La madre della piccola vittima si dichiara innocente, il suo avvocato indaga con l’aiuto di due amici e di un giornalista pronto a tutto per uno scoop ma la verità si dipana davvero solo in un finale scritto ben più di un secolo dopo da mani che affondano nella pioggia e nel silenzio assordante del dolore. 
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