venerdì 24 agosto 2012

"La trama del matrimonio" di Jeffrey Eugenides

Prima anni '80. Stati Uniti. Una donna, due uomini.
 "Deridda sosteneva che il linguaggio per sua natura sminuisce ogni significato che si propone di esprimere"
E' il giorno della consegna dei diplomi. Madeliene viene buttata giù dal letto dallo scampannelare euforico dei genitori colti e borghesi decisi a far sfoggio della bella e promettente figlia. Ma Madeliene ha alle spalle una notte brava dopo un periodo di insulso resistere alla fine della sua storia più importante al college: quella con Leonard. Estremo, brillante, eccentrico. Al limite del disadattato. Mente scientifica, discorsi filosofici, animo disturbato. Un guazzabuglio di violente e disarmanti striature di pensiero. L'esatto opposto di Mitchell, l'amico di sempre, il riscontro fiducioso dell'esistere nell'onda travolgente della prima maturità, la persona che ci sarà sempre e che per sopravvivere, per dar forma al suo esistere senza Madeliene deve partire, sperimentare, provare sul corpo e sull'anima le stigme della sofferenza.
Il collante di queste tre vite, di un fugace cercarsi e respingersi: l'amore, quello romantico della Austen che spiazza Madeliene dal contesto rivoluzionario dello strutturalismo di tendenza al college; quello raccontato, spiegato, da Barthes nel suo 'Frammenti di un discorso amoroso' di un seminario discusso; quello sperimentato nella vita reale, forse solo un'ancora immaginaria necessaria a dare senso alle nostre azioni.
Da quelle avventate di Madeliene, malate di Leonard, pensate di Mitchell.
Ma è un momento.. e la vita vera la si attraversa, ed è diversa dai discorsi fatti, dalle parole lette nei libri, dagli ideali di gioventuù, dai sogni di un'età incerta. In fondo "il vento soffia dove vuole". 

Eugenides scrive il 'romanzo'. Dà spessore ai personaggi. Stimola il lettore. Descrive società, vizi e virtù di un tempo sospeso tra contestazione ed edonismo. Macchina pensieri. Spazia incontrastato in citazioni, riferimenti letterari, eruditi intellettualismi. E questo a discapito di una trama che mette a nudo la fragilità dell'uomo in qualsiasi tempo, in qualsiasi spazio a fronte del divenire, del passaggio all'età adulta, svincolati dai manierismi di famiglia, dai vincoli culturali e morali. Ne viene fuori una storia necessaria, dolorosa, romantica per certi versi, con un finale che si lascia perdonare la lentezza se non l'utilità di certe pagine:
"Fra i libri che hai letto per la tua tesi, e per il tuo saggio - la Austen e James e gli altri- c'è per caso un romanzo in cui l'eroina sposa la persona sbagliata, comprende il suo errore, e poi si presenta l'altro pretendente, uno innamorato di lei da sempre, e si mettono insieme, ma alla fine il secondo pretendente capisce che l'ultima cosa di cui la donna ha bisogno è di risposarsi perché ha cose più importanti da fare nella vita? E così, pur amandola ancora, non le fa nessuna proposta di matrimonio? Esiste un libro che finisce così?" "No" "Pensi che potrebbe andar bene? Che potrebbe essere un buon finale?" "Sì"

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