domenica 5 agosto 2012

"Galeotto fu il collier" di Andrea Vitali

"Insomma maresciallo, scusate se ve lo dico, ma noi siamo carabinieri. Mica c ipossiamo inventare di aver trovato la pentola col tesoro sotto l'arcobaleno!"
Piccolo mondo antico in quel di Bellano.
Estate del 1930. Una comitiva di svizzeri porta lo scompiglio sul lago. Fra tutti l'avvenenza e l'irrequitezza della bella Helga strega il giovane Lidio Cerevelli, erede di un'impresa edile, costretto dalla madre Lirica a lavorare né più né meno che come un dipendente sino al giorno in cui lei lo riterrà maturo, giorno che porebbe coincidere con le sue nozze, nozze con una italiana va da sé.
Deciso a tutto per conquistare la bella Helga, Lidio adotterà un comportamento irreprensibile in famiglia e sul lavoro per raggranellare il denaro necessario alla fuga d'amore salvo imbattersi in una fortuna insperata nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione: un vero e proprio tesoro in monete d'oro.
Peccato che non sarà il solo a trovare le monete, una delle quali sarà donata al professor Cerretti, illustre chirurgo e buon confidente della signora Lirica, che proprio al Lidio ha pensato come marito per la sua nipotina orfana Eufemia, un cosino insignificante e brutto capitatogli per disgrazia in casa. La moneta del Cerretti, trasformata in una collana per la bella e sciocca moglie Olghina, attirerà le attenzioni di tanti e spingerà molti a farsi domande: avvocati, geometri, prevosti, manovali e i camerati in camicia nera che di osservare e riferire hanno fatto punto d'onore, magari pure le forze dell'ordine: il maresciallo Maccadç disturbato nei suoi giorni di ferie e il brigadiere Mannu, deciso a far il meglio in assenza del suo superiore.
Ne verrà fuori una esilarante e imprevedibile caccia al tesoro che contenterà tutti e nessuno: tra insospettabili conversioni di manzoniana memoria, matrimoni forzati, tradimenti e malattie nervose.. su tutte la colite della Lirica.
"Fu però grazie all'osservazione dell'Eufemia che il Cerevelli notò la coincidenza: come da calendario, la Befana gli era piombata in casa. A differenza dell'altra quella che aveva appena sposato non se ne sarebbe andata".
Divertente come al solito la narrazione del Vitali, certosina l'inarrestabile proposizione di facce, nomi e caratteri di un'Italia a noi già così lontana, una provincia di storie minime in cui è facile ritrovarsi e perdersi.

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