sabato 1 settembre 2012

"La separazione del maschio" di Francesco Piccolo

"Adesso potevo mettermi calmo e lasciare entrare la tempesta e il dolore. Ho sofferto, ma non mi sono disperato nel tentativo di capire".
A parlare è un maschio. Teresa, sua moglie, si è allontanata di casa. E lui non sa il perché. O meglio, il suo unico timore sia che Teresa abbia scoperto che ha diverse amanti, da anni, e che tutto questo gli venga sottratto. Il maschio in questione non smetterà mai di tradire. Anche perché in lui non vi è senso di colpa alcuno. Eppure agli occhi di chi guarda da fuori il maschio è il padre premuroso e attento della piccola Beatrice, il marito perfetto, gioioso del tempo trascorso in famiglia, desidero del corpo della moglie e del suo viverle accanto, bravissimo nel suo lavoro: montatore di film.
Peccato che la vita non sia mai come quella dei film, e che persino un abile montatore non possa eliminare sempre le scene sbagliate. Può non bastare la mano tesa di una figlia a chiederti e inspiegabilmente darti coraggio e la frustrazione ti assale quando scopri che l'altro che tu hai sempre tradito ha fatto lo stesso, per mancanza, per tua mancanza, e tu te ne sei stato zitto per evitare di perdere tutto, per evitare di ammettere che no, non è vero che "se continuo ad amare e a scopare con altre la vita è più sopportabile, sono più sopportabili i dolori, le emozioni, le giornate difficili, le cattive notizie".
E così ci si ritrova soli in mezzo a tanti. E il maschio, seduttore impenitente, incongruo equilibrista, si ritrova separato dal quotidiano reale, quello che non si può stoppare e rimontare come in un film, dovendo ammettere tutta la sua fragilità, la sua insofferenza, l'incapacità a percepirsi non solo davanti "al dolore che causavo, ma anche davanti alla felicità", costringendolo a confrontarsi con disarmanti verità.

Romanzo spiazzante, vero, agghiacciante; a tratti confessione spietata, disanima di una società tesa a nascondere le proprie anaffettività, stritolati nel quotidiano apparire. Il maschio di Piccolo è un personaggio che inquieta, spinge a riflettere sulle relazioni tra uomini e donne, infastidisce per l'egoismo del suo agire eppure è riconoscibile, è in mezzo a noi, accanto a noi.

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