domenica 2 settembre 2012

"Resistere non serve a niente" di Walter Siti

"Resistere non serve a niente.."
Uno scrittore racconta la storia di un giovane squalo della finanza conosciuto per caso ad una festa: Tommaso "alto e bolso, la giacca elegante gli fa un bozzo sulla schiena; nei movimenti ha la goffaggine di un'adolescenza infelice protratta troppo a lungo o di un'infanzia complicata e traumatica; un sellerone mal cresciuto, un formichiere allevato in una tana di furetti; la mascella irregolarre e le labbra sottili, tutto quello che odio in un uomo.."
Eppure Tommaso e lo scrittore finiranno per diventare quasi amici, di certo involontariamente complici quando Tommaso gli chiederà di raccontare la sua storia, e tutte le torbide, inquietanti, squallide, a tratti quasi inverosimili, implicazioni.
Perché la descrizione di Tommaso ispirata da quel primo incontro non si discosta dalla realtà. Ma qualcuno ha saputo intravedere il potenziale di giovane e brillante matematico nel ragazzino obeso, ha puntato rischiando su un borgataro ridisegnandogli il look e la personalità, consentendogli di studiare, di credere in se stesso salvo ipotecare il suo futuro e la sua coscienza, lanciandolo senza paracadute nel mondo dei grandi arrivisti: "a Milano ho imparato che opprimere è un piacere, essere primi un imperativo, e che il possesso è l'unica misura del valore". Inarrestabile l'ascesa di Tommaso, deciso a tutto pur di diventare il migliore, scrollarsi di dosso le origini e il passato compromettente, riscattare i sacrifici dei genitori, compiacere i potenti che l'hanno aiutato, tacitando gli ultimi sogni di fanciullo nelle ore passate alla Caritas o nel progetto di metter su famiglia "metà del mio regno a chi mi farà battere il cuore".
Ci penserà la bellissima Gabry, modella mantenuta col pallino della tv, e sarà lì lì per riuscirci Edith, aspirante scrittrice. Ma Tommaso non ha modo di arrestare il corso della sua vita, di svincolarsi dagli impresi presi, alzarsi dal tavolo del gigantesco Risiko in cui si è trasformata la finanza mondiale, lui prototipo perfetto di chi detiene il potere, non la mafia che uccide platealmente su un'autostrada ma chi tesse i destini dei paesi e gioca con le democrazie: "chi comanda davvero si occulta dietro le chiassate dei media; la criminalità vivrà sicura e sdoganata se un'informazione cieca continuerà a dipingerla come un morbo alieno da cui ripulirsi come da una macchia sul vestito".
E farà di più, sentenzia Tommaso, salverà il mondo: "la favola dell'umanità non si può fermare e soltanto noi possiamo garantire che i passaggi della Storia avvengano senza catastrofi nazionalistiche".
Lo scrittore ha ampio materiale su cui scrivere: "il colpo è andato persino oltre il segno".

Siti coglie il segno con questo romanzo. E' lui lo scrittore della storia, lui si fa personaggio, e anticipa con la citazione di Graham Greene 'la narrativa è più sicura: tanti editori avrebbero paura a pubblicare saggi su questi temi' il pericolo che avrebbe corso se mai avesse voluto scegliere altra forma per raccontare con struggente e impietoso realismo il nostro tempo e il suo decadimento.
La narrazione scivola su diversi piani letterari e temi linguistici, gioca con accenni diretti a personaggi pubblici per dare forza a descrizioni di ambienti che abita il protagonista, Tommaso, espressione di un pensiero dominante nel quotidiano degli ultimi trent'anni: la ricchezza, il potere come forma di mediazione assoluta; il fascino del denaro che può tutto e il paradosso di tingere quasi di un'aurea eroica i giganti dell'economia, che celano gli interessi diretti delle nuove criminalità, decisivi al punto di impattare sui destini di intere nazioni.
Al di là dei contenuti e del cinismo al limite del grottesco con cui l'autore tratteggia la società, è indiscutibile quanto riconoscibile lo stile di Walter Siti: un trasgressivo sporcare il linguaggio scritto con espressioni verbali estrapolate dal quotidiano. Una coloritura viva che trascende nell'uso dei corpi, altrettanto necessari alla strutturazione della storia e dei suoi personaggi. Cosa sarebbe Tommaso senza il suo corpo bulimico?
Un romanzo spigoloso, impietoso, inquietante che gioca tra vero e vorosimile, che sembra bruciare le speranze delle nuove generazioni, incredule al cospetto di chi, vecchio fuori o dentro, non fa che arrendersi alle imposture dei tempi moderni: resistere non serve a niente. E invece.. "il denaro ti insegna a semplificare ma la pace è solo per chi se la può permettere".



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