sabato 20 agosto 2011

"Tutti i nomi" di José Saramago

"Sopra la cornice della porta c'è una placca metallica lunga e stretta, rivestita di smalto. Su sfondo bianco, le lettere nere annunciano Conservatoria Generale dell'Anagrafe".
Questo è il mondo del Signor José, un ausiliario intento giorno dopo giorno a registrare nascita, morte e qualsiasi altra variazione anagrafica. Piccolo piccolo si fa il signor Josè, imprigionato nella rigida macchina burocratica che prevede capi e sottoposti, stretto in un luogo in cui è impossibile non sentirsi accerchiati dagli enormi archivi alti sin quasi al soffitto in cui ritrovare e prendersi cura di tutti, vivi e morti. Lavoro, duro lavoro, rispettoso, condizionante, deformante. Il signor Josè ha poi la fortuna di risiedere nell'unica casetta adiacente alla conservatoria da cui un tempo era possibile accedere direttamente all'archivio. Un tempo, appunto. La porta ora è chiusa.. eppure quella porta, di notte, esercita un fascino oscuro. Permette al signor José di infrangere regole e procedure, accedere liberamente agli archivi e dar sfogo alla sua passione: collezionare le schede anagrafiche di personaggi famosi di cui fare una copia, salvo una notte, più timoroso delle altre, trovarsi tra le mani una scheda apparentemente anonima:
"..e infine quel modulo, che per qualche ragione si era aggrappato agli altri, perchè non si dimenticassero di lui, e del nome, il nome della bambina.."
E' l'inizio di una ricerca fuori dal comune che spingerà il signor José a fare cose assurde al limite dell'illecito, a confrontarsi forse per la prima volta con il mondo fuori dall'anagrafe. Conoscere la storia che si nasconde dietro a un nome, sentire che chiunque può essere importante per qualcun'altro lo porta persino al Cimitero Generale, lì i nomi sono sulle lapidi, lì termina l'esistenza di ognuno di noi. Lì si è costretti a ridare un senso all'esistenza, salvo scoprire che persino chi si credeva il nostro nemico, quel capo associato all'inconsistenza, al rigido formalismo, all'imperio nasconde un'umanità sconcertante, una curiosità che lo porta a sostenerlo, a proteggerlo oltre ogni sospetto. E' tempo di rimettere a posto la scheda di quella sconosciuta, è tempo di spegnere le luci nella Conservatoria Generale dell'Anagrafe, è tempo di falsare la storia, di riscrivere il finale di una vita.
Spiazzante, allegorico, insolito lo stile narrativo di Saramago cattura sempre il lettore, lo costringe a farsi mille domande, a guardare a fondo di se stessi, e il risultato è spesso disarmonico.

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