martedì 27 dicembre 2011

"La seconda mezzanotte" di Antonio Scurati

Inquietante.. quanto può esserlo il futuro che sarà e che ci ostiniamo a non voler riconoscere.
Questa è la Venezia del 2092, distrutta e ricostruita a puro uso dei turisti, stretta nel pugno di ferro dell'egemonia cinese che impone leggi, ordina la morte, schiavizza, vieta la procreazione, lascia che sia tutto un continuo baccanale autodistruttivo.
Non c'è più libertà, non c'è più speranza, prigionieri di una città fantasma, corrosa nell'animo come le facciate dei suoi palazzi lo sono dalle piogge acide, chiusi fuori da un mondo spartito da poche potenze, un atlante geopolitico stravolto, un sud del mondo emarginato e costretto a mendicare avanzi di vita, una civiltà distrutta, abbruttita, annientata finanche nei ricordi, semplicemente cancellati perchè non ci sono che pochi testimoni di un tempo in cui la normalità abitava la vita di tutti. Niente suoni di campane a Venezia, niente espressioni di fede, niente cieli azzurri solo panorami artificiosi, solo divertimento sfrenato. Un ritorno alla barbarie in cui sangue, violenza e sesso estremo appagano i ricchi e tengono in vita i derelitti. Così un gruppo di gladiatori, così il Maestro, così il suo guerriero preferito Spartaco. In loro l'ansia della ribellione, la voglia di dare un senso alla propria misera esistenza, un ultimo sussulto di vita in loro che sono morti che camminano, il Maestro per tutelare quella vita che ha generato sfidando la legge, in Spartaco per placare la vendetta dello stupro di gruppo che ha annientato la sua donna. Entrambi motivati vedranno le loro folli ambizioni soffocate dall'efferata spietatezza della potenza e dall'ambizione più grande.. sacrificare tutto per sopravvivere.. a dispetto del prezzo più alto da pagare, vivere sapendo di aver tradito chi crede in te.
Non c'è che un'eterna mezzanotte su Venezia? Non c'è che da guardare impotenti agli orrori di politici, potenti, affaristi pronti a tutto per il proprio interesse? Forse.. ma la violenza a tratti cruda della narrazione di Scurati può suggerire che uno scenario apocalittico potrebbe essere la nostra prossima realtà se non corriamo ai ripari.

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