lunedì 14 marzo 2011

"Terroni" di Pino Aprile

Terroni ovvero 'tutto quello che è stato fatto perchè gli italiani del sud diventassero meridionali'.. e ancora si potrebbe aggiungere.. scarti, scarti di un mondo perduto, di un tempo lontano in cui il sud della penisola viveva sotto l'egida dei Borboni e il nord.. un certo nord -Piemonte- sprofondava nel debito. Serviva denaro, serviva potere, serviva depredare una terra placida e ricca fidando magari nei sogni idealisti di giovani e meno giovani, in un capo, un combattente nato -un certo Garibaldi- e un esercito mandato a piegare con l'asprezza e la violenza quanti non volevano cedere il passo al nuovo sovrano, gente disperata trasfigurata dalla privazione, uomini costretti a fuggire, quando non a indossare l'abito di brigante -lo cucì per loro la storia- per difendere la propria terra, la propria famiglia, la propria persona umiliata in ogni gesto. Il rosso della bandiera italiana prefigura il rosso del sangue versato dalla gente del sud, il bianco il silenzio attonito di quanti ebbero anche la parola smorzata in gola, il verde i campi abbandonati dagli uomini costretti a migrare per non morire. Il libro di Aprile raccoglie una serie di dati inquietanti.. volutamente taciuti dalla storia ufficiale, quella scritta dai vinti, che tratteggia un sud saccheggiato.. di più schiacciato.. marchiato come inetto, incapace di provvedere a sè, in una sola parola imbelle. Le cose però non andarono così.. il sud non aspettava alcun liberatore.. era la terza potenza commerciale dopo Gran Bretagna e Francia.. aveva industrie, un'ampia flotta commerciale, coltivazioni modello. Non il paradiso ma una terra in cui anche chi viveva coltivando la terra risuciva a provvedere a sé e alla sua famiglia. Bisognò imporre con la forza per rendere una terra libera una colonia schiava del più forte.
Da allora nulla è stato fatto per unire davvero l'Italia, per riparare ai danni imposti, per rendere forte, sincero, solido il legame che stringe la gente del sud a quella del nord. Del resto: "il sistema economico italiano era ormai strutturato sulla condizione di minorità di una parte del paese rispetto all'altra: svuotato il Sud dei suoi beni e della migliore gente, lo si assisteva, purché non producesse". Continua ancora così.. eppure proprio per questo.. per le violenze brutali subìte gli uomini e le donne del sud sono oggi più che mai decisi a non dimenticare e difendere la bandiera dell'unità d'Italia che pur non scelta tanto loro costò magari con la speranza di poter guardare alla propria storia passata con dignità, certi di non essere mai stati dalla parte del torto, fieri se mai di quegli uomini morti per difendere quello che di più amavano.. la loro terra.
Una narrazione frammezzata, condita di molti elementi storici, zeppa di riferimenti bibliografici che pure tiene desta l'attenzione del lettore, una scrittura quella di Aprile come si legge spesso 'di pancia' che lascia sgomenti.

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