giovedì 2 dicembre 2010

"Tecniche di resurrezione" di Gianfranco Manfredi

1803. Valcour e Aline de Valmont sono fratello e sorella, sono gemelli, figli di nobili studiosi francesi travolti dalla rivoluzione e da misteriose ricerche mediche che li ha spinti a cercar requie nel lontano Rhode Island precipitandoli inaspettatamente tra popolazioni vittime di allucinazioni e pregiudizi, inquietanti enigmi risolti con il pragmatismo della ricerca e della ragione. Eppure a volte la scienza, il ragionamento non preserva da tutto: non dalla follia della gente disperata nel difendere la propria comunità, non dal tormento per aver visto morire un amico come il giovane e determinato reverendo Jan Vos.
Costretti a tornare in Europa per rivendicare i beni di famiglia Aline e Valcour divideranno le loro strade: Aline a Parigi controllata a vista alla corte di Napoleone, Valcour a Londra medico di ricchi e borghesi, amico dei derilitti di cui si prende generosamente cura al punto da aprire un piccolo ospedale omaggionado la memoria e gli ideali dell'amico defunto, che aveva fatto lo stesso sull'Isola di Block.
Ma è tempo a Londra come altrove in Europa dei primi esperimenti di rianimazione e di conseguenza dei furti di cadavere, delle dissezioni, del tributo decretato ai grandi medici dediti alla ricerca. Di qui però all'idea di vincere la morte, controllare la mente, curare quella abitata da mostruosi sogni e quindi sentirsi un dio il confine è breve. Valcour per primo, ammantato dall'aurea leggenda di aver fatto risorgere un morto, in realtà un uomo colto da infarto, si troverà quasi per sfida coinvolto nel mistero del Dottor Ending sospettato di uccidere impunemente in ospedale i poveri malati per servirsi dei looro corpi, studiarne il cervello, scoprire l'origine del pensiero e dominare il mondo. Napoleone pure anela alla stessa cosa, ufficialmente per curare un caro compagno di battaglie, tale Salvy San Subra, un corpo prossimo alla mummificazione, una mente malata che pare rubi l'anima di chi gli sta intorno.
Un passo dalla follia.. e i due fratelli de Valmont sembrano esserne entrambi vittime.
Del resto come sfuggire all'illusione di vincere l'ignoto, come non lasciarsi inghiottire in un mistero che affonda nel passato oscuro degli antichi egizi, come non credere alla resurrezione quando a ricomparire dal nulla vi è lui.. Jan Vos? Determinato più di prima a fare del bene, a opporsi alle ingiustizie, ad aiutare i deboli e i malati. Jan Vos deciso a sostenere in tutto l'amico Valcour e dichiarare spudoratamente tutto il suo amore all'indomita Aline:
"Io ero morto! Per tutti... tranne che per una persona. Per Aline ero ancora vivo. Lo sentiva, nel profondo del suo cuore. Sapeva che non poteva essere altrimenti. Io sono vivo grazie al suo amore. Io vivo per lei, Lady Drummond. Se il Signore mi ha rimandato su questa terra, è stato per restituire parte dell'amore che mi è stato donato. Io non amerò altra donna fuori che lei".

Misurato, preciso nei dettagli storici, nei continui rimandi tecnici, scientifici, medici Gianfranco Manfredi confeziona una seconda avventura coinvolgente per i fratelli de Valmont sebbene non della stessa potenza affabulatoria del romanzo di esordio, 'Ho freddo', ammantato di vampirismo e tratteggi gotici.

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