giovedì 23 dicembre 2010

"Colpa d'amore" di Elizabeth von Arnim

Impossibile non lasciarsi coinvolgere dalle storie della von Arnim.
Impossibile non amare alla follia Milly, la protagonista di 'Colpa d'amore'.
Impossibile non abbozzare alla 'colomba' velata di nero che si aggira smarrita in quel di Londra, vinta dai sensi di colpa dopo la morte del marito Ernest e la sorpresa della misera eredità di mille sterline accompagnata da quel 'mia moglie sa il perché' che la bolla agli occhi della famiglia di lui, i pomposi e rispettabili Bott, di chissà quale peccato.
Impossibile non provare simpatia e tenerezza per una donna che semplicemente si lascia sopraffare dagli eventi, di più dai bisogni di tutti fuorché i suoi, così regala tutti la sua eredità alla sorella Agatha che non vede da venticinque anni e che per nulla turbata dalla disgrazia di Milly sente che i soldi servono appena a ripagarla dei patimenti di anni di ostracismo da parte dei Bott; oppure lascia libero Arthur la fonte del suo disonore, preso d'improvviso d'amore per una ragazza, dimentico di quel che dieci prima era scoccato tra loro, passione dirompente, stordimento, fino a trasformarsi in apatica consuetudine, un pò come 'i giorni uguali ai giorni' in compagnia di Ernest che le aveva promesso l'amore relegandola in uno scrigno dorato che aveva fatto di lei una donna pingue, dolce, languida ammirata dai fratelli di lui, criticata dalle cognate. Eppure proprio da loro Milly é costretta a tornare quasi lieta di confessare le sue colpe salvo non averne occasione, tacitata, spedita qua e là nelle case dei parenti scatenando chiacchiere, gelosie, inquietudini, malumori quando non sospetto. Un deus ex machina inconsapevole e involontario incapace di governare se stessa in relazione al mondo che la vuole relegata nel ruolo ufficiale di vedova inconsolabile come rivela l'abito di crespo nero che l'avvolge.
Impossibile non riconsocere nella prosa della von Arnim una disanima ironica e feroce dell'alta borghesia inglese del primo novecento; del peso inesistente dei sentimenti sottaciuti in funzione delle apparenze salvo scoprire che nella saggezza degli anziani regna sovrano il buon senso e l'occasione per sistemare gli affari di famiglia, ancora una volta.. almeno fino al prossimo scandalo.
Adorale Mrs. Bott: pingue, docile, bionda creatura la cui purezza e arrendevolezza instilla tanto amore quanto sospetto. Lei, piccola oca giuliva, bistrattata dalla sorte la cui unica colpa è stata quella di voler conoscere l'ebrezza dell'amore.
Romanzo spassoso, un gioco degli equivoci dai risvolti impensabili.
Una caustica leggerezza nella scrittura della Elizabeth von Arnim, ignota a molti scrittori contemporanei.

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