giovedì 23 dicembre 2010

"La biblioteca dei libri proibiti" di John Harding

Titolo volutamente fuorviante quello scelto dagli editori italiani per il libro dell'inglese John Harding: 'La biblioteca dei libri proibiti' infatti poco o nulla ha a che fare con la storia che la protagonista, la dodicenne Florence (il titolo originale è infatti "Florence e Giles"), racconta in prima persona.
Siamo nel 1891, Florence e il fratellastro Giles, nove anni, vivono soli, sotto la custodia dello zio sempre assente, in una vecchia dimora di campagna a 150 km da New York, Blithe House. A prendersi cura di loro una governante, la signora Grouse, un paio di cameriere e il factotum John. La casa è un pò malmessa, piena di specchi e quadri di famiglia ma ha un cuore pulsante, almeno per Florence: una biblioteca, enorme, infinita che tuttavia non dovrebbe servirle perché per volontà dello zio a Florence é preclusa ogni forma di istruzione. A dispetto di tutto però, determinata come poche, Florence impara a leggere da sola intrufolandosi in biblioteca ogni giorno, sfuggendo al controllo tutt'altro che ferreo della signora Grouse. Le inventa tutte Florence trascinando con sé nelle sue scorribande in biblioteca l'amato fratellino Giles.
Florence è una ragazzina strana e speciale. Sonnambula sin da piccola, è attanagliata da un incubo in cui una donna vestita di scuro minaccia il sonno del fratello. Crescendo, intelligente, attenta, lo spirito acceso dalle storie lette nei libri, dai classici agli scrittori contemporanei, si dice decisa a conoscere il suo passato, a ricordare i genitori morti in un incidente come pure la matrigna, la mamma di Giles scomparsa nel nulla. Spulcia tra le carte della governante, trova una foto di sua madre e poi stranamente quella della matrigna volutamente strappata, come se qualcuno avesse voluto cancellare per sempre dalle loro vite una presenza odiata o ancora fonte di dolore.
Non può condividere la scoperta con il fratellino tanto più che Giles pare provato da un primo trimestre in collegio, troppo spartana, isolata la sua vita per sopportare i motteggi, gli scherzi cattivi dei compagni. L'unica è studiare a casa, così vuole il tutore. Ma la prima istitutrice, la signorina Whitaker muore nel lago della tenuta, trascinando la stessa Florence al centro di un'indagine della polizia essendo stata lei testimone oculare dell'incidente e la seconda la signorina Taylor è una donna inquietante e misteriosa che sembra avere in odio Florence e amare in modo viscerale Giles, proprio come nel suo incubo peggiore.
Con l'aiuto del piccolo amico Theo, sprezzante del pericolo, certa di dover tentare tutto per difendere il fratello Giles, Florence si scoprirà capace di una forza e di una capacità di ragionamento spiazzante, perchè solo una mente aperta può credere ai fantasmi.. questo pare essere la Taylor oppure una mente disturbata. Il limite tra follia e ragione è sottile, quasi impalapabile. E spinge a gesti estremi..

Il libro di Harding si legge con estrema velocità, ma questo non è indizio di interesse. E' scritto con forzata piaggeria verso una certa letteratura di genere (fantastico, gotico) occhieggiando all'infanzia (viene in mente 'Coraline' di Neil Gaiman) e a certi grandi della letteratura, da Poe a Henry James, difficilmente per atmosferee e tematiche il lettore non andrà con la memoria a 'Giro di vite'. Ma il parallelo muore qui. L'intera storia appare parcellizzata e poco congrua. Lo stesso personaggio di Florence è senza spessore. Una ragazzina lasciata sola, con l'unica -peraltro ignota agli adulti- compagnia dei libri. L'autore vuol darci ad intendere che la piccola da autodidatta faccio buon uso di quel che ha imparato, senza filtri, senza guide. La sua appare per certi aspetti una mente eccentrica, una personalità eccitabile. Gli adulti che le sono intorno o le paiono come ingombri o come nemici da cui tutelare se stessa e il fratello, da proteggere, come nel caso della signorina Taylor: bella e terribile al tempo stesso l'immagine delle neve bianca e del corvo nero a simboleggiare il male che incombe su di loro. Ma al lettore viene lasciato credere che Florence sia una piccola eroina. E se così non fosse? Se la sua fosse una mente disturbata, se la signorina Taylor non fosse il male ma quella matrigna ripudiata venuta a salvare il suo piccolo? Per salvare la propria vita e quella di Giles che ama in maniera totalizzante, una ragazzina di dodici anni che ha formato un suo codice morale, che ha imparato a discernere il bene dal male solo attraverso i libri può legittimare anche l'omicidio?
Un libro quello di Harding che sicuramente non è riuscito nell'intento: affrontare le problematicità dell'infanzia senza cedere alla tentazione di affondare nel fantasy, nel mistero, in una favola gotica inquietante che nulla lascia dietro di sé.

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