venerdì 24 dicembre 2010

"Il diamante dell'harem" di Katie Hickman

"La storia della piccola sirena e del diamante rubato, una storia sull'avidità degli uomini e la gentilezza degli sconosicuti".

Seguito del fortunato "Il giardino delle favorite" (http://www.box.net/shared/2tjhgxatvs) dell'inglese Katie Hickman, "Il diamante dell'harem" racconta l'evolversi del mistero intorno alla figura della bella Celia Lamprey, promessa sposa del mercante inglese Paul Pindar sfuggita a un naufragio nell'Adriatico e finita nell'harem del sovrano di Costantinopoli. Lì dove il primo romanzo finisce, con la struggente rinuncia di Celia a Paul, il secondo riprende narrando di una strana creatura ripescata dal mare, sembiante con l'esserino che stringe al seno ad una sirena. E' il 1604 e una compagnia di acrobate girovaghe accoglierà lo strano essere venuto dal mare in un viaggio infinito dalle terre meridionali della penisola fino a Venezia. Lì dove Paul Pindar si aggira macilento e melanconico, in attesa di qualcosa, qualcuno che metta fine al suo dolore per la perdita di Celia. A provare ad arginare il suo desiderio di annichilimento è il fidato servo John Carew, un guizzo deciso a tutto per cancellare il ricordo di Celia, incapace com'è di capire quanto profondo e totalizzante possa essere l'amore di un uomo per una donna. Ma dimenticare Celia per Paul è impossibile tanto più che a Venezia mercanti e rapaci signori preparano la partita dell'anno. In palio, in un gioco deciso a rovesciare fortune e distruggere vite il 'diamante dell'harem', una pietra preziosa che Paul sa essere legata indiscutibilmente a Celia. Ma chi ha portato la pietra a Venezia? Chi è la monaca che ha comprato la sua ammissione in convento con un tesoro di pietre preziose giunte da Oriente? Quale legame può avere con Celia? E quale segreto celano gli occhi della bella Annetta, che più volte incrocerà il passo con un ardito rubacuori quale dimostra d'essere Carew, solito a soddisfare le eccitabili monachelle? E quale oscura missione vanta il vecchio Ambrose Jones? Salvare Paul o rubargli il bene più grande... la stessa speranza di ritrovare Celia?
In una Venezia ammantata di nebbie e misteri, feste e pestilenze, tra calli sudicie e palazzi sfarzosi, tra bische clandestine ed accoglienti case di piacere, tra suore forzate alla clausura e splendide cortigiane, mercanti e squallidi ricettatori, scorrono placide le acque dell'amore.
Di un amore... quello di Celia e Paul.
Più forte del dolore, dell'assenza, di un indicibile stordimento che ruba l'anima e toglie le forze.
Ma a dispetto di tutto, tenace.
Capace di dar voce a chi in quel sentimento come il buon Carew non ha mai creduto, perchè: "..in quel momento capì finalmente quello che non aveva mai capito davvero, ossia cosa significasse perdere la persona che si ama più di qualsiasi altra". Allora la follia di Paul aveva avuto all'improvviso un senso.

La magia nella scrittura della Hickman non pervade il tessuto narrativo, così come non aveva convinto del tutto il suo primo romanzo così pure ne 'Il diamante dell'harem' manca la poesia, si perdono per strada pezzi di storia e smarriscono la via pesonaggi in principio funzionali al racconto quali la stessa Annetta o Maryam. L'affresco della Venezia del '600, misurato e dettagliato, non basta a far da collante ad una storia che finisce per impaludarsi nel bisogno ossessivo di ricongiungere Celia a Paul. In parte il vero protagonista della storia è proprio il servo John Carew che patisce in un finale affrettato il fraintendimento dell'amore.

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