giovedì 2 dicembre 2010

"Noi credevamo" di Mario Martone

Noi credevamo... di poter resistere, reggere l'urto dell'attesa emozione di tanto acclamato narrare sul risorgimento e invece, pur tributando il giusto merito alla ciclopica impresa di raccontare l'alba della nostra nazione, è doveroso preparare lo spettatore alle 3 ore e mezza di proiezione, dai ritmi forzatamente lenti, dagli incessanti e a tratti supponenti e retorici dialoghi atti a spiegare quando non motivare i gesti eroici di quanti morirono per l'ideale di libertà, di democrazia, drammaticamente anacronistici proiettati nel nostro quotidiano in cui la parola nazione è solita essere calpestata. Un coro di ammirevoli attori (Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli, Luigi Pisani, Andrea Renzi, Renato Carpentieri, Guido Caprino, Ivan Franek, Stefano Cassetti, Franco Ravera, Michele Riondino, Roberto De Francesco, Toni Servillo, Luca Barbareschi, Fiona Shaw, Luca Zingaretti, Alfonso Santagata, Peppino Mazzotta, Giovanni Calcagno, Vincenzo Pirrotta, Anna Bonaiuto, Edoardo Winspeare, Leslie Csuth, Pino Calabrese, Romuald Andrzej Klos, Enzo Salomone, Francis Pardeilhan) non basta a scuotere il torpore della sceneggiatura che fa tanto 'lezioncina', opera culturale bastevole in sè solo a instillare in chi già conosce la storia del proprio paese a cercare altrove ma di certo ennesima occasione di sviamento per chi continuerà a vedere nel risorgimento solo una pagina di storia invece che un'epoca di ideali, passioni politiche, arditezza nell'agire e nel pensare ma anche disillusioni, tradimenti, vili accordi che avrebbero preparato all'Italia del compromesso, del decisionismo ovvero quel 'paese prossimo' a noi in cui si fatica sempre più a riconoscersi.

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