giovedì 13 ottobre 2011

"Jane Eyre" regia di Cary Fukunaga

"Il pensiero di lui era ancora con me; perché il mio amore non era una nebbia che il sole poteva dissipare, né un'impronta sulla sabbia che le tempeste potevano cancellare. Il suo nome era inciso sul marmo, e come il marmo duraturo..."
Mia Wasikowska - l'Alice di Tim Burton- veste i panni di Jane Eyre in questa nuova versione del celebre romanzo di Charlotte Bronte, il divo del momento, Michael Fassbender -il dott. Jung di Cronenberg- quelli di Edward Rochester. Nota la trama, l'orfana Jane giunge a Thornfield, nei panni di una giovane ma preparata istitutrice. Anni di patimenti e umiliazioni in un collegio femminile non hanno piegato l'animo indomito né il suo cuore libero e speranzoso di una vita felice. In breve tempo Jane si lascia vincere dalla pace che regna a Thornfield aprendosi con fiducia al futuro salvo imbattersi nel tormentato e duro Rochester, che reppresenta una sfida, l'ignoto, la passione legata ai sentimenti imberbi eppure destinati a non essere tacitati se non in rispetto alle convenzioni sociali. Ma quando l'amore esplode tra i due vincendo ogni pregiudizio il passato oscuro di lui torna a reclamere spazio minacciando la felicità di Jane. Doloroso, dolorissimo rinunciare a lui ma necessario. Jane non avrebbe più rispetto di se stessa altrimenti. Attraverso la brughiera fredda come le ombre lunghe del passato, Jane troverà asilo altrove, decisa a ricominciare ma lontano, una voce la richiama a Thornfield, da Rochester, dall'amore che a dispetto di tutto non si può negare.
Matura e capace la regia dell'americano Fukunaga, volenterosi i due interpreti, ma il film non travolge con la stessa passione delle precedenti versioni. Un compitino ben fatto che piace ma non convince del tutto.

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