mercoledì 5 ottobre 2011

"A Dangerous Method" regia di David Cronenberg

"A volte devi fare qualcosa di imperdonabile per poter continuare a vivere!
Triangolo di relazioni pericolose.. relazioni fisiche e mentali intense, profonde, morbose.
Freud, Yung e Sabina Spielrein.
Freud e Young non si sono ancora conosciuti ma all'ospedale Burgholzli Gustav Jung mette in pratica le teorie di Freud su una giovane paziente, Sabina: la sua infanzia costellata dalle violenze subite dal padre ne hanno condizionato la sua sfera sessuale.
Young saprà aiutarla, sostenerla nel suo percorso di emancipazione. Lei stessa studierà psichiatria offrendo un contributo essenziale alle teorie in evoluzione della nascente psicoanalisi.
Ma Sabine sarà anche uno dei motivi di attrito tra Freud e il suo allievo Jung con cui avrà una turbolenza relazione; Yung deciso ad elaborare sue proprie teorie contaminando il metodo con il ricorso al concetto di casualità e alla teleologia finirà per interrompere persino la corrispondenza con il suo illustre mentore.
Tre figure essenziali della psicoanali, tre menti prone al sapere, decise ad indagare la complessità dell'essere umano crogiuolo di sentimenti e pulsioni che ne connotano l'agire.
Un film essenziale, la regia di Cronenberg punta a scavare il rapporto tra Sabine e Jung quanto quello tra allievo e maestro. Pregevole la cornice storica, potente l'interpretazione della Knightley, convincente Fassbender, bravo Mortensen, calato in pieno nella parte l'istrionico Vincent Cassel. L'immagine che apre e chiude il film con l'inchiostro che si spande sulla carta richiama sì parole.. ma anche segni incisi sulla pelle, nel corpo, come pensieri che ristagnano dentro la mente alienandola.

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